Capitolo 2

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Mi strofino un occhio e mi stiro per bene con un mugolio. Dove sono...?

Mi alzo su un braccio e cerco di metter a fuoco la stanza. Ricordo solo dopo qualche minuto ancora di trovarmi nel letto del mio capo. Lui sta ancora dormendo, avvinghiato ad uno dei cuscini, i capelli bruni tutti arruffati che lo rendono terribilmente dolce. Mi trattengo dal carezzarglieli per saggiarne la morbidezza. Salto giù dal materasso cercando di non fare rumore, e mi preparo. I miei abiti sono dove li avevo lasciati la sera prima, solo leggermente più spiegazzati di ieri. Decido di andare a cercare le cuoche, per capire cosa dovrei fare ora. Per fortuna, un bigliettino è appeso sulla porta della camera. È una lista di orari e mansioni del giorno. Piego il foglio in quattro e lo metto in un taschino del grembiule. Sono le nove meno un quarto, forse dovrei dare una mano in cucina con la colazione. Scendo al pianterreno e raggiungo Jiu, Subin e Minseo.

-Taehyung! Buongiorno, hai dormito bene? – mi saluta allegra Subin con le mani già impiastricciate di farina.

-Si, grazie...-rispondo non troppo convinto.

Prepariamo insieme un vassoietto con succo di frutta, un the caldo, frutta fresca e un dolce di riso, abbinato ad una salsa dall'odore vanigliato. Torno in camera da letto tenendolo in equilibrio con una mano e aprendo la porta con un piede. Mi liscio il grembiule, controllo di avere il nodo della cravatta ben fatto e poggio il vassoio sul comodino, tra la lampada e il cellulare. Lo scuoto leggermente con una mano. Proprio come immaginavo ha una pelle morbidissima. Socchiude un occhio emettendo una sorta di miagolio. Oh, è così carino...se qualcuno lo vedesse così non potrebbe mai immaginare quanto possa essere un despota sarcastico.

-Padrone, è ora di svegliarsi. – sussurro in tono delicato. Si poggia la testa sulla mano e mi sfiora una delle braccia con il dito.

-Mh, uno dei miei migliori risvegli da un anno a questa parte. –

La sua voce è più roca di prima mattina, più profonda del solito, in una tonalità che la rende irresistibile. Ingoio rumorosamente la saliva. Cerco di rimembrare le note scritte sul foglio.

-Ha dormito bene? – chiedo.

-Con te vicino, assolutamente. –

Mi trattengo dall'alzare gli occhi al cielo, ma non riesco a non farmi scappare un sorrisino.

-Le ho portato la colazione. – dico servile, poggiandogli il vassoio sulle gambe. Mi assicuro che abbia tutto ciò che gli serve prima di andarmene.

-Oh, Tae...- mi richiama. Ha usato il mio diminutivo. Giro leggermente la testa per poterlo guardare.

-Dovresti rimanere qui con me. A letto. – sorride miagolando. Mi lascio cadere su un cuscino con un sospiro leggero, facendo attenzione a non sgualcirmi la divisa e non mettere le scarpe sul letto. Mi avvicina il dolce alle labbra e lo agita davanti al mio viso.

-Dovresti mangiare qualcosa, sai? Guarda come sei magro! Prendine un morso. –

Schiudo le labbra e affondo i denti nella pasta appiccicosa. Mastico quell'unico pezzo mille volte, fino a renderlo immangiabile e lo ingoio praticamente intero controvoglia. Jeon invece lo spazzola nel giro di qualche secondo, e si avventa sulla frutta.

-Mi è venuta in mente una cosa divertente da fare. – mormora a sé stesso. Adocchia una ciotolina ricolma di succosi spicchi d'arancia. Ne prende uno in bocca per metà e si sporge verso di me. Mi fa un cenno con la testa. Non mi piacciono le arance ma nonostante ciò gli do un morso minuscolo trattenendo una smorfia.

-Bah, cos'era questo? – esclama corrucciato.

-Si fa così! – aggiunge prendendo un secondo spicchio. Mi prende il viso con entrambe le mani e si avvicina tanto da far quasi toccare le nostre labbra. Mi divincolo, rischiando di spandere il the sulle coperte. Jeon scoppia a ridere.

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