Capitolo 8

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[WARNING: Violenza]

-Taehyung...Jeon ti cercava.- esorta Hyonjin entrando in cucina.
-Uh? Cosa vuole?- chiedo, immerso fino agli avambracci nell'acqua schiumosa.
-Non saprei di preciso...l'ho visto vagare per i corridoi, e gli ho chiesto che stava facendo. Mi ha detto che ha qualcosa di importante da comunicarti. Probabilmente ora sarà nel suo ufficio.-
Guardo di traverso Minseo.
-Non ti preoccupare, vai pure. Finisco io.- sorride con un cenno. Mi asciugo le mani in uno straccio, abbasso le maniche della camicia e corro subito da Jeon, sistemandomi il grembiule. Tutto preso a litigare con il fiocco che continua a disfarsi, non guardo dove metto i piedi e sbatto con tutto il viso contro il suo petto.
-Oh! Taehyungie! Ti ho cercato ovunque.- esclama prendendomi al volo.
-Mi dispiace, stavo lavando i piatti della colazione con Minseo.- mi scuso chinando la testa. Dopo l'ultima tortura mi guardo bene dal farlo innervosire, non vorrei incombere in una nuova punizione. Ma oggi il mio Padrone sembra particolarmente allegro.
-Non importa...vieni con me, devo dirti una cosa.- sorride pattandomi sul capo.
-Devo preoccuparmi? - chiedo con una mezza risata, prendendogli la mano.
-No, ti piacerà!-
Saliamo le scale in silenzio, rintanandoci nel suo ufficio, sulla solita sedia, accoccolandoci entrambi sulla grossa sedia.
-Allora...come forse già sai questo è un periodo molto fertile per gli affari, il che comporta una miriade di appuntamenti, riunioni, clienti, sopratutto all'estero. Sai questo cosa significa?- spiega giocherellando con i capelli che mi scendono sulla nuca. Scuoto la testa confuso.
-Viaggi! Tantissimi viaggi! Non amo spostarmi da casa, ma qualche volta posso fare un'eccezione. Sopratutto se tu vieni con me.- ridacchia dandomi un buffetto sul naso. Spalanco la bocca con gli occhi che brillano.
-Quando si parte?- chiedo eccitatissimo.
-Andiamo in Europa, tesoro, a Londra!- una veloce occhiata all'orologio da polso – E dovremmo sbrigarci, dovremmo essere all'aeroporto all'imbrunire. -
Mi fa smontare con una pacca sul sedere, alzandosi subito dopo ed agguantandomi per i fianchi.
-Andiamo a preparare le valigie.- esclama. Andiamo in camera da letto, dove Jeon prende due grosse valigie da sopra l'armadio e le poggia sul letto, entrambe aperte.
-Io ti passo gli abiti, tu li pieghi e li metti via, ok?-
Annuisco, scrocchiando le dita. Piego camicie, giacche, pantaloni per entrambi, insieme ad un paio di mie divise regolari, impilo tutto ordinatamente e blocco l'ammasso di vestiti con gli elastici.
-Vai prendere il necessario in bagno, ti aspetto qui.- mi ordina ricontrollando velocemente i bagagli. Prendo delle borsette e le riempio con le nostre cose, le creme, gli spazzolini, il dentifricio, il dopobarba di Jeon, i nostri profumi, il gel e la schiuma da barba. Prendo anche una spazzola per capelli al volo e torno di là. Ficco anche quelle nelle valigie, vicino alle scarpe. Mi cambio d'abito, con una nuovissima camicia stampata con un vistoso motivo floreale, e dei pantaloni morbidi di lino.
-Sei pronto?- mi chiede, passandomi un basco dello stesso colore dei miei pantaloni. Annuisco indossandolo, e faccio per prendere in mano una delle valigie, ma vengo subito fermato dalla sua mano.
-Pesano un sacco, non puoi portarle.
Gli allungo un bacetto sulla gota con un sorrisino, per ringraziarlo. Forse non sarà così tremenda questa sorta di vacanza. Saliamo in macchina, dopo aver caricato i bagagli e partiamo. L'aeroporto non è molto lontano, ci arriviamo in neanche un quarto d'ora. Lasciamo l'auto in un parcheggio custodito al coperto, prendiamo un bussino privato e ci dirigiamo verso l'entrata. Per fortuna la fama di Jeon ci permette di velocizzare la procedura, e possiamo andare diretti all'imbarco dei bagagli, utilizzando una fila privata VIP.
-Porto io le valigie, tu puoi aspettarmi seduto qui.- mi dice lasciandomi su una poltroncina poco lontano. Mi levo il cappotto e lo poggio sulle gambe, lisciandomi la camicia nell'attesa. Gioco per un poco con il cellulare di Jeon, annoiandomi quasi subito e prendo a guardarmi intorno, osservando le persone sedute davanti a me.
-Uh, mi scusi....saprebbe dirmi che ore sono?- sento chiedere da una voce giovane. Alzo lo sguardo incontrando due vispi occhietti color ambra, coperti per metà da una massa di capelli ricci e scuri. Un ragazzo, sicuramente straniero, di non più di 18 anni, mi guarda gentilmente, attendendo una risposta.
-Certo...sono le 20:30.- rispondo cordialmente. Il giovane mi ringrazia e si accomoda accanto a me, porgendomi la mano.
-Io sono Alex.-
-Kim Taehyung.- la stringo mollemente.
-Ti faccio compagnia per qualche minuto, devo aspettare che aprano il mio gate!- ride appoggiando il borsone accanto alle sue gambe. Mi stringo sulla mia poltroncina, cercando con gli occhi Jeon.
-Dove stai andando di bello?- mi chiede, cercando di intraprendere un accenno di conversazione.
-A Londra, tu?-
-Torno a casa, in America.-
Il silenzio cala di nuovo.
-Sei solo?- domanda notandomi alquanto irrequieto.
-S-sarei con il mio capo, sai...viaggi di lavoro.- mormoro arrossendo. Vedo un suo sopracciglio alzarsi lentamente con la coda dell'occhio. Per fortuna arriva Jeon a sottrarmi a quel supplizio.
-Tae...vieni. Dobbiamo andare al metal detector.- dice duro prendendomi la mano e alzandomi di peso. Mi mette un braccio intorno alle spalle, stringendomi possessivo, fulmina Alex e si gira a testa alta, abbassando la mano ad impastarmi per bene una natica, trascinandomi via con lui, senza lasciarmi nemmeno il tempo di salutare quel nuovo e passeggero amico. Sa sempre come rimarcare il fatto che qualcosa gli appartenga.
-Non pensavo di doverlo specificare...non hai, ovviamente, il permesso di socializzare come ti pare e piace. Sopratutto se rimani da solo. - mi apostrofa.
-Mi ha soltanto chiesto...- cerco di ribattere.
-Ah! Cosa ho detto?- alza un dito per rimarcare il concetto. Abbasso la testa zittendomi subito.
Ci spostiamo al metal detector, leviamo gioielli e cinture e posiamo tutto negli appositi cestini, insieme ai cappotti. Dopo un breve controllo di prassi, recuperiamo le nostre cose e ci dirigiamo al terminal. Facciamo un veloce giro per i negozietti che lo precedono, giusto per perdere un po' di tempo, ma finiamo con l'annoiarci ancor di più. Andiamo quindi a sederci sulle sedie di plastica. Mi muovo a disagio su una di esse, cercando di mettermi comodo.
-Vieni qui...- mormora prendendomi in braccio. Le sue gambe sono decisamente più confortevoli, mi ci accoccolo sopra, il suo petto a farmi da cuscino. Mi stringe piano, una mano ad accarezzarmi i capelli, e posa le sue labbra contro la mia fronte, socchiudendo gli occhi. Sembra stanchissimo, ora che lo guardo da più vicino. Ha gli occhi cerchiati di scuro, qualche millimetro di barba a sporcargli il viso e il suo colorito sembra più spento del solito, quasi grigio.
-Padrone, si sente bene?- gli soffio in un orecchio preoccupato.
-Certo Taehyungie...ho solo un po' di sonno. - mi risponde con un sorriso rassegnato.
-Dovrebbe dormire di più...- commento con cautela.
-In questi giorni ho molto lavoro da fare, non ne ho il tempo. Questo viaggio è una benedizione. Sarei impazzito a restare ancora solo qualche ora chiuso in quell'ufficio. Per fortuna ci sei tu che mi distrai.-
Mi nascondo nel suo collo ardendo d'imbarazzo. Rimaniamo in quella posizione per un po' senza dire più nulla. Mi appisolo per qualche minuto contro la sua spalla, soggiogato dal silenzio.
-Taehyungie...sveglia. Hanno chiamato il nostro volo.- mi chiama Jeon, cullandomi leggermente per svegliarmi. Mi stropiccio gli occhi, stirando le braccia, per poi alzarmi, recuperare le mie cose e seguire Jeon per il controllo delle carte d'imbarco. Facciamo quel poco di fila che ci spetta, mostriamo passaporti e biglietti e prendiamo posto, ovviamente in prima classe. Le nostre poltroncine sono poste nella fila centrale, due vicine. Aspettiamo pazientemente che salgano tutti e, dopo le solite misure di sicurezza impartite dalle hostess, possiamo finalmente partire. Mi mordicchio il labbro nervoso. Ho preso l'aereo una sola volta in vita mia, ma è stato un viaggio breve ed ero molto piccolo.
-Tae, va tutto bene?- mi chiede Jeon aggrottando le sopracciglia. Mugolo qualcosa, troppo preso a torturarmi i palmi con le unghie.
-Hai paura di volare?- domanda sempre più preoccupato. Annuisco piano.
-Non ti preoccupare, non è nulla di pericoloso. Non ti accorgerai neanche di essere in volo, davvero! Se vuoi puoi stringermi la mano durante il decollo.- mi accarezza una spalla premuroso. Annuisco nuovamente. L'aereo comincia a muoversi lentamente sulla pista e le mie dita corrono fra le sue. Allo stacco da terra, stringo fortissimo la sua mano, forse anche troppo. Quando finalmente ci stabilizziamo mi rilasso un poco, ma non lo lascio.
-Non pensavo che avessi tutta questa forza.- ridacchia Jeon.
-Grazie...- mormoro, ignorando completamente il suo ultimo commento.
-Sei stato bravissimo.- mi risponde baciandomi una tempia.
Il viaggio procede tranquillo, mangiamo qualcosa, guardiamo un film insieme, ascoltiamo della musica. Verso le undici di sera cominciano ad abbassare le luci, e consegnano the caldo, cuscini e coperte, invitandoci a dormire.
Abbassiamo i sedili, mettendoci comodo l'uno accanto all'altro. Non ci addormentiamo subito, ma sblocchiamo il bracciolo centrale per poterlo alzare e condividiamo la stessa coperta per stare più vicini. Nascosti dal buio, ci scambiamo qualche cauto bacio silenzioso. Mi giro sulla schiena, fissando gli interruttori della luce e dell'aria condizionata, nel tentativo di assopirmi. Dopo una decina di minuti sento le braccia di Jeon stringermi la vita, per tirarmi contro di lui. Avverto il suo fiato caldo sul collo e le sue labbra morbide strofinarsi contro di esso.
-Che fa?- sussurro.
-Sh...non ti preoccupare.- risponde sottovoce. Continua a baciarmi, sempre più famelico, qualche volta mordendomi e lasciando un paio di segni.
-Padrone! La smetta!- lo riprendo in panico.
-Dai, Taehyungie...dormono tutti, e le hostess sono andate nella cabina di pilotaggio...lasciami divertire.-
Abbassa il tiro, cominciando a carezzarmi le gambe fasciate nei pantaloni.
-La prego...- ritento, cercando di allontanarlo con le mani.
-Non costringermi a salirti sopra...-
-Ma...!
-Cerca di non fare rumore. -
Mi succhia le labbra, le morde fino a farle pulsare. Con due dita va a stuzzicarmi uno dei dei capezzoli e infila la testa sotto alla copertina per andare ad avvilupparci la lingua intorno.
-Ngh...- mugolo mordendomi una mano per non lasciarmi scappare il minimo gemito.
-Hey...non puoi essere l'unico a divertirsi qui...- ridacchia addentandomi il lobo. Ingoio la saliva rumorosamente. Voglio solo che tutto ciò finisca in fretta. Mi accingo a baciarlo con passione, armeggiando delicatamente con la sua cintura per slacciargliela, quando sento dei passi felpati avvicinarsi. Mi stacco di colpo, fingendo di dormire. L'hostess passa a controllare che tutti abbiano cuscini e coperte a sufficienza e che stiano bene. Una volta tornata a suo posto, provo ad aprire un occhio e Jeon fa lo stesso.
-Forse è meglio dormire un po'...- mormora nascondendosi per metà sotto alle coperte. Posso veder anche al buio le sue guance in fiamme. Rimetto la mano al suo posto, sotto alla mia guancia, e chiudo gli occhi.

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