You Look Happier, You Do.

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Flavio

Osservo la donna che dorme nel mio letto. L'ho conosciuta dopo il turno, in un bar del centro, ma non sono sicuro di ricordarmi il suo nome. Nadia...Nina...Forse Tania.
La realtà è che non importa poi molto.
Passo da una ragazza all'altra solo per accorgermi che nessuna è come lei.
C'è una sola persona che vorrei accanto, una sola donna a cui penso... Ma lei non è qui.
I suoi capelli neri e gli occhi nocciola, simili a quelli di un cerbiatto, continuano a tormentarmi nei ricordi.
Sono un coglione.
In uno degli ultimi momenti felici lei ride spensierata, coi capelli mossi dal vento e la pelle leggermente abbronzata dal sole.
Sono quattro anni che non la vedo e non so più nulla di lei: mi ha bloccato su qualsiasi piattaforma esistente e non ha risposto a nessun messaggio o chiamata.
Non si è più voltata indietro e non la biasimo per questo.
Le ho fatto male.
Ma mandare tutto a puttane è quello che so fare meglio...
Penso, infilando la divisa e preparandomi a iniziare il turno. Almeno il lavoro è un punto fermo, per tutto il resto è il caos.
Mentre calzo gli anfibi, tirando i lacci, la donna nuda che giace tra le lenzuola geme e si sposta su un fianco.
Per fortuna non si sveglia.
In questo momento proprio non voglio parlarle.
Lo so, sono un bastardo.
Odio ciò che sono diventato e odio ancora di più il fatto che io scarichi su di ogni ragazza che incontro la colpa di non essere Emma.
Sono solo le cinque e mezza, è presto per il lavoro ma nonostante tutto ho bisogno di uscire.
L'aria fredda del mattino è quasi un sollievo e mentre il cielo si tinge di rosso, spazzando via l'oscurità della notte, compongo il suo numero sul telefono.
Lo guardo a lungo e alla fine mi convinco che no, non è il caso di chiamarla.
Emma merita di essere felice, di rifarsi una vita ed io merito tutto questo schifo.

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