I Was Lost, Oh Yeah

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Emma

Probabilmente sono la madre peggiore dell'anno. Anzi, della storia.
Olivia mi tiene il broncio mentre le infilo il cappotto e la faccio salire in macchina.
- Dov'è il tuo amico?
- È al lavoro.
- Volevo che mi veniva a prendere anche lui.
Alzo gli occhi al cielo, mentre mia figlia incrocia le braccia al petto e scalcia contro il seggiolino. È arrabbiata. E la cosa peggiore è che ha ragione. La sto tenendo lontana da suo padre. Sto spezzando un legame che forse non posso ignorare. Non più.
- Perché ci tieni così tanto?
Sbotto, ad alta voce, pentendomi subito dopo della mia reazione esagerata, che turba Olivia e la fa ritrarre, come se fosse impaurita.
Nei suoi occhi leggo qualcosa che una madre non vorrebbe mai vedere: delusione.
Ho cercato di fare del mio meglio, Olivia. Ma non è facile andare avanti col cuore spezzato, anche quando un piccolo cuoricino ti sta nascendo dentro e batte per venire al mondo.
- Olivia, tesoro, la mamma è molto stanca. Non è arrabbiata... Solo stanca.
Lei annuisce e si asciuga gli occhi, stringendo a sé il suo peluche di Stitch.
- Oggi ho fatto un disegno.
Mormora, a voce bassa, estrendo un foglio dallo zainetto. Accosto a lato della strada, per calmarmi e per darle le attenzioni che sta chiedendo. È una bambina e troppo spesso me ne dimentico. La tratto come un adulta. Ma non mi rendo conto che, per quanto possa essere intelligente, questo la fa soffrire.
- Fammi vedere...
Olivia sorride e apre il foglio, piegato a metà. C'è una linea verde, un cielo nuvoloso e un uomo con addosso un vestito blu che somiglia alla divisa di Flavio.
- Hanno chiesto di disegnare il nostro papà o di immaginarlo...
- Oh, tesoro...
- Mamma, puoi darlo al tuo amico?
Mi porge il foglio e in quel momento capisco che devo dirglielo: a Flavio, a Olivia. Anche se entrambi mi odieranno. Sono le persone che più amo al mondo e, per farle felici, perderò entrambe. Ma non posso più andare avanti così.
- Certo tesoro.
In quello stesso istante il mio telefono vibra.

Stasera. 20.30.
Ti passo a prendere.

Prepotente. Convinto. Impossibile da contraddire. Questo è Flavio.
Questa è la parte di lui che mi ha attratto per prima, oltre all'aspetto.

Lascio Olivia dai miei genitori e mi preparo con una cura che non impiegavo da tempo nello scegliere i vestiti. Ogni cosa mi sembra orribile, dozzinale, volgare. Mi sento inadeguata e tesa come un' adolescente al primo appuntamento.
Alla fine opto per un jeans scuro, a zampa, con un maglioncino a collo alto. Non voglio sembrare intenzionata ad andare oltre e non voglio illudermi di piacergli.
Quando suona al campanello il mio cuore sobbalza nel petto.
- Ciao.
Gli sorrido, come un'ebete, sentendo lo stomaco annodarsi su se stesso mentre mi parla. Lui è bello da togliere il fiato. Indossa un pantalone nero ed un maglione, che si tende sulle sue spalle e sui muscoli in un modo che mi fa venire voglia di toccarlo, di essere toccata o di entrambe le cose. Mi vergogno dei miei stessi pensieri e spero che lui non li abbia intuiti.
- Sei pronta?
- Dove andiamo?
- É una sorpresa.

È una sorpresa.
Quelle parole mi riportano indietro fino al giorno in cui ho deciso di fidarmi di lui per la prima volta.
La mia prima volta.

Caccio via quel ricordo, così bello da essere doloroso e mi concentro sul presente. Quella ragazzina piena di sogni è andata via per sempre.

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