Mirrors

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Emma

Oggi è il primo giorno che Flavio passerà con Olivia. Le ho spiegato che è suo padre e lei ha reagito con quel suo modo fin troppo maturo, senza capricci, senza stupirsi troppo. Era un po' come se lo sapesse. Flavio deve aver appena smontato da lavoro, ha addosso ancora la divisa ma ha posato l'arma e questo mi fa stare più tranquilla. Malgrado la stanchezza, è bello. Bello da far male. Bello come il futuro che potevamo avere insieme e che invece è andato in fumo. Forse in un universo parallelo siamo una grande famiglia. In questo invece siamo un disastro. E spero che non sia Olivia a pagarne il prezzo.
La mia piccola donna lo squadra pe qualche istante e poi gli sorride, dando mostra della finestrella causata dal dente che è caduto due giorni fa. Poi la sua manina lo trascina sul tappeto, dove c'è il suo peluche orribile e un blocco di fogli da disegno.
Vedere Flavio che gioca insieme a lei mi fa capire quanto io abbia sbagliato a tenerli lontani. Ma non sono perfetta. Ho sofferto e quello è stato il mio modo di rimettermi in piedi. Non è stato facile gestire una gravidanza da sola, sapendo che l'uomo con cui ero fidanzata mi aveva appena tradita. Non è stato facile reprimere tutto quell'odio e concentrarmi solo sull'essere una buona madre.
Li guardo ancora un istante, prima di infilare il cappotto.
Flavio mi osserva più del dovuto, in un modo che mi fa sentire caldo. Ma cerco di non pensarci.
Ho deciso di accettare quell'invito a cena da parte del mio collega di lavoro. Ho deciso di provare a guardare altrove, di andare avanti...
Mi avvicino a Olivia e le dò un bacio sulla fronte.
- Tesoro, la mamma sta uscendo. Ci vediamo dopo, okay?
Lei annuisce.
- Papà non arrestare stitch!
Protesta, mentre Flavio cerca di toglierle il peluche. Poi finisce a farle il solletico. Ridono. Lei si arrabbia. Mette il broncio e alla fine lo abbraccia. Sono identici quei due.
È sentirla dire papà mi provoca una strana sensazione.
Sento gli occhi farsi di nuovo rossi.
- Devo andare.
Dico, cercando di non guardarlo.

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