14. Il nuovo ordine

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«Cretini! Non vi ho mai detto di allearvi con i licantropi! In questo modo ora non potete permettervi neanche un passo falso, figuriamoci tradirli. Loro vi stermineranno tutti non appena capiranno qualcosa, siete spacciati.» Il guardia caccia aveva il capo chino e lo sguardo perso. Quell'uomo lo stava rendendo ridicolo, in un modo che aveva un qualcosa di sadico, davanti ai suoi uomini, ma non sapeva proprio cosa fare per smetterla di essere inerme in quel modo ridicolo. Nonostante le parole forti che quell'uomo aveva usato nei suoi confronti, ad un occhio esterno quell'essere appariva estremamente calmo. Il suo tono di voce era piatto come sempre e nulla avrebbe fatto intendere che si potesse essere veramente arrabbiato. A dire la verità nessuno lo aveva mai visto veramente arrabbiato. C'era chi pensava che la sua rabbia venisse manifestata dalle sue parole, piuttosto che dai suoi gesti; altri pensavano che non si fosse mai arrabbiato sul serio perché non c'era niente che gli importasse davvero. Aveva vissuto diversi anni, in diverse parti del mondo e niente e nessuno sarebbe mai riuscito a comprenderlo davvero. Proprio per questo suo lato enigmatico, egli era diventato una leggenda tra tutti gli esseri sovrannaturali e non. Anche i cacciatori infatti lo conoscevano e sapevano qual era la sua reputazione. Prima che scoppiasse la guerra contro le creature sovrannaturali gli umani si erano rivolti a lui. Avevano bisogno di vincerla quella guerra, quindi avevano deciso di rischiare la sorte, alleandosi con l'unica cosa, che era sopra le parti. Era potente e spietato. Era ineluttabile e inarrestabile, una volta scatenato. Tutti lo temevano, perché non lo avevano mai visto, non si era mai mostrato per ciò che era veramente, quindi nessuno sapeva che cosa fosse in realtà. In battaglia era il migliore, sotto ogni aspetto.

«Non riesco proprio a capire come sia possibile tutto questo! Vi avevo avvertito, vi avevo messo in guardia su ogni cosa. E voi cosa fate? Tornate qui, felici come gli umani il giorno di Natale e mi dite che avete stipulato un patto. Un patto con i licantropi. Un patto con i vostri nemici.» Alzò le braccia al cielo, per poi fissare attentamente ciascuno dei presenti. Il cacciatore aveva volutamente omesso di raccontare ciò che era successo dopo che il patto era stato stipulato. I poteri degli Alpha erano solo di sua conoscenza. Almeno per il momento. Una promessa è pur sempre una promessa.

«Ora dovremo rivedere il piano. Tutto per colpa vostra. Siete dei perfetti incompetenti. Mi avevano avvisato che voi eravate degli scervellati, ma non credevo che lo foste così tanto!» Ancora una volta qualcuno si prendeva la libertà di offendere deliberatamente i cacciatori e gli esseri umani. C'era un'unica differenza tra questa volta e quella precedente. La Luna del branco dei licantropi, lo aveva messo a tacere in malo modo perché era stato proprio lui il primo ad offendere lei e il branco dell'alpha indiscusso di quell'ampio territorio. In quel momento invece quell'essere misterioso lo aveva fatto apposta, lo aveva offeso apposta per renderlo ridicolo e sminuirlo davanti ai suoi uomini. Voleva ferirlo nel suo orgoglio perché lui si reputava superiore a tutti e a tutto. Tuttavia c'era un limite a tutto. Tutto questo stava indisponendo il guardia caccia oltre ogni limite e la sua pazienza era ormai giunta al termine. Presto gli avrebbe fatto capire quanto in realtà erano sviluppati gli esseri umani. Lentamente e dopo svariate volte gli esseri umani imparano dai propri errori. E quando lo fanno non hanno paura delle conseguenze.

•••

Nel mentre, al quartier generale dei licantropi Artemisia stava per diventare la Luna del banco a tutti gli effetti. La cerimonia finale stava per essere compiuta. La strada intrapresa insieme ai cacciatori aveva fatto tirare un sospiro di puro sollievo al branco, facendo anche cogliere finalmente  l'occasione per terminare quanto era iniziato parecchio tempo prima. Il giorno si era dimostrato essere estremamente favorevole e le speranze di un buon esito erano diverse. Nonostante ci fosse ancora chi detestava l'idea di avere quella che era cresciuta come un umana a capo del proprio branco, l'esito positivo della serata pareva alto anche tra le malelingue. Forse, finalmente, in quell'occasione Artemisia avrebbe anche potuto conoscere la madre di Boris, l'unica vera donna che lui aveva mai amato in vita sua, prima di lei ovviamente, prima di Artemisia. La madre dell'alpha infatti pareva essere un vero e proprio tabù, tanto che lei non l'aveva mai vista da quando aveva messo piede per la prima volta nel branco dei Dark Wolves.

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