Third Person's p.o.v.
Sunmin si era appisolata su un lettino sfatto, dove l'unica cosa che rimaneva un materasso e una coperta. Tutti erano andati a dormire appena il sole aveva oltrepassato i grattacieli, nel momento in cui il cielo si era oscurato per l'imminente arrivo della notte. E anche della pioggia. Fu proprio un tuono a svegliare la ragazza dal suo sonno tormentato da incubi. Erano tutti chiusi dentro la camera dove c'era Minseok. Seokjin era riuscito a fare una trasfusione e a somministrargli i giusti farmaci, aveva detto che si sarebbe ripreso in poco tempo e che la ferita non si era infettata. Il continuo bip delle macchine che erano collegate a Minseok era l'unico suono udibile all'interno di quella piccola stanza. Sunmin scostò leggermente la coperta e si mosse lentamente dal letto.
Nella stanza tutti dormivano, chi a terra con i sacchi a pelo, chi sui divani coperti da una misera coperta e chi invece come Sunmin, riposava sui pochi letti in quella stanza.
Il cielo fuori era illuminato dai lampi chiari. Sunmin si alzò lentamente da quel letto, che scricchiolò sotto il suo peso. I piedi nudi toccarono il pavimento freddo e si mossero in direzione della grande finestra, da cui si poteva intravedere parte del ponte Dongjak, che attraversava il fiume Han.
Le era mancata Seoul. In quel breve periodo di tempo, in cui lei e la sua famiglia avevano soggiornato lì, Sunmin si era affezionata molto a quella città. Viva e piena di persone. Ora era morta e desolata.La pioggia cadeva copiosa, bagnando Seoul. Le goccioline d'acqua si infrangevano sui vetri dell'ospedale e Sunmin, guardandoli, si perdeva nei suoi pensieri.
Decise di fare una breve passeggiata sul corridoio del loro piano. Secondo i ragazzi era sicuro, non avevano trovato nessun infetto e avevano isolato il piano dal resto dell'ospedale. Doveva prendere aria, stava soffocando.
Camminò fino ad arrivare al piccolo atrio.
Continuava a pensare a Yoongi. Cosa provava veramente? Erano solo pochi giorni che lo aveva incontrato ma sentiva già una forte attrazione verso di lui. Forse era il suo modo di guardarla o semplicemente come l'aveva trattata quel giorno.
Di fronte a lei vedeva un grande palazzo diroccato, molte delle finestre erano frantumare e Sunmin poteva vedere l'interno di quel palazzo. Era orribile pensare al fatto che solo un anno prima lì ci vivevano delle persone.La ragazza si appoggiò al vetro, poteva sentire il vento soffiare. Sembrava quasi l'ululato di un lupo. Ma un rumore improvviso distrusse quella tranquillità quasi malinconica, facendo sussultare la ragazza. Sunmin si congelò sul posto, mentre mille brividi le attraversavano il corpo.
Nonostante fosse buio, Sunmin si voltò, agguzzando la vista, e scorse nell'ombra una sagoma infondo al corridoio. Pensò subito ad un infetto e fece per nascondersi nella prima porta che vide. Era uno stanzino dove erano riposte delle medicine. Passò a rassegna tutti gli scaffali alla ricerca di una potenziale arma con cui difendersi, ma non trovò nulla.
L'odore forte dell'alcol la stordì per pochi secondi, facendola tossire. Il cuore le batteva a mille e non riusciva a regolare il respiro. In quel modo l'avrebbe scovata. Si tappò la bocca con la mano quando sentì qualcosa avvicinarsi. Sunmin era rannicchiata contro la porta con l'orecchio poggiato sulla superficie liscia e fredda, cercando di sentire qualcosa.
Passi lenti, quasi incerti si potevano sentire dall'altra parte. Lo sentì allontanarsi, in direzione dell'altro corridoio. Se sarebbe stata veloce, forse sarebbe potuta tornare nella camera dove c'erano anche i ragazzi. Ma se sarebbe stata troppo lenta? Sarebbe morta. Soprattutto se era uno di quegli infetti che avevano incontrato quello stesso giorno. Potevano correre, saltare ed arrampicarsi e sicuramente sarebbe stato più veloce di lei.
Doveva comunque prendere coraggio e uscire, altrimenti sarebbe morta lì.
Posò nuovamente l'orecchio sulla porta, cercando di sentire qualche altro rumore, sperando di capire la sua posizione. Ma nulla, il silenzio totale. Molto probabilmente si era allontanato di molto, di conseguenza non riusciva a sentire più nulla. Era il momento giusto. La camera, rispetto a dove si trovava adesso distava poco, avrebbe dovuto girare due volte a destra e sarebbe arrivata dagli altri. Poteva farcela, se fosse stata abbastanza veloce. Così afferrò la maniglia di ferro della porta. Anche se fuori pioveva, quei mostri avevano un udito fine e il minimo rumore avrebbe attirato tutta l'attenzione su di lei.
La girò lentamente, cercando di fare il minimo rumore possibile. Dalla piccola fessura riusciva a vedere l'atrio che era vuoto. Nessuna traccia di infetti. Accovacciata a terra, aprì ancora di più la porta, il necessario per sgattaiolare fuori da quella stanza. "Adesso o mai piu." Si diceva.
Non si guardò indietro, iniziò a correre verso il corridoio con la testa che le pulsava. I lampi illuminavano ad intermittenza l'intero piano, rendendo il tutto più spaventoso e raccapricciante.

STAI LEGGENDO
bad lands▪ᵃᵘ ᵇᵗˢ
Фанфик©zombie au 《Perché? Perché deve essere così?》 Gridò il ragazzo, lasciandosi andare in un pianto liberatorio. La ragazza si avvicinò cauta. 《È un mondo malato, non è colpa nostra...》gli posò una mano sulla schiena, scossa dai singhiozzi. Il ragaz...