CAPITOLO 6

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Third Person's p.o.v

《Non dovete andare per forza.》 Taehyung si trovava sulla soglia della porta della cucina. Era ancora buio, ma il cielo si stava tingendo di marrone, inondandosi di raggi di sole. Il ragazzo stringeva il più giovane del loro groppo con le sue braccia. Sunmin aveva notato fin da subito il loro rapporti fraterno ed era quasi invidiosa. Lei non aveva mai avuto qualcuno da amare, ma soprattutto non aveva mai avuto qualcuno che la proteggesse. Per lo meno in quella situazione.

《Già, Tae Tae ha ragione. Hyung, non andate.》 La voce di Jungkook era ridotta quasi ad un sussurro. Sunmin si trovava in fondo alla stanza, dietro tutti i ragazzi. Riusciva a vedere Namjoon e Sehun, già pronti ad uscire.

《Dobbiamo Jungkook. Se non tentiamo, Minseok morirà.》 Sehun si aggiustò il basco nero e consumato che portava sulla testa, rivolgendo uno sguardo serio al minore.
《Queste sono i walkie-talkie che abbiamo trovato alla caserma. Non ci sono mai servite fino ad ora, ma questo sembra il momento adatto per usarle.》 Jongdae lasciò due walkie-talkie neri, delle dimensioni di un cellulare, nelle mani di Namjoon e Sehun.

Sunmin non riusciva a dire niente. Sarebbe stata l'ultima volta che li avrebbe visti? Sarebbero mai tornati? Non lo sapeva. Ma si sentiva in un certo senso vuota, con il cuore pesante. Yoongi la stava osservando, con la coda dell'occhio, cercava comunque di non farsi notare.
Di colpo si sentì la porta spalancarsi. Era Kyungsoo, con una stampella improvvisata con un ramo di un albero, e stava andando verso i suoi compagni. Tutti lo guardavano silenziosi, compresa Sunmin.


《Hyung...dovresti riposare.》 Disse Jongin con voce tremante. Lui vedeva come il suo amico soffriva, la ferita alla gamba non era del tutto guarita, i punti potevano saltare al minimo movimento, e il fatto che aveva perso molto sangue gli comportava molta debolezza. Di certo, non stava affatto bene, eppure era lì, in piedi, cercando di attuare un piano decente. Voleva capire quanto grave fosse quella situazione. Voleva sapere se ne valeva la pena rischiare così tanto.

《Seokjin-hyung, quanto potrà resistere ancora Minseok-hyung in quelle condizioni?》 La sua voce si udì a malapena, il viso segnato dalla stanchezza e dal dolore.

《Ha perso molto sangue, sarei dovuto intervenire prima. Ma non sono in grado di fargli una trasfusione qui, ho bisogno di un ospedale.》 Seokjin fece un passo avanti, le mani incrociate al petto.

《Sapete come la penso, non è la prima volta che succede una cosa del genere. Ma diversamente dalle altre volte, ora siamo braccati da persone. Umani che hanno ancora un cervello funzionante, quindi dovremmo stare più attenti. Non dovreste andare solo voi, ma non possiamo mettere in pericolo nemmeno tutto il gruppo.》

《Hyung, ce la caveremo. Siamo armati e se dovesse succedere qualcosa, torneremo subito indietro.》 Disse Sehun stringendosi nel suo cappotto in pelle. L'inverno stava arrivando. Sunmin lo sapeva, aveva tenuto il conto dei giorni in quel bunker. Era la fine di settembre all'incirca, gli alberi avevano già iniziato a perdere il loro manto e l'aria fredda pungeva la pelle come mille aghi.

《Si ma loro sono armati fino ai denti...》 gli occhi di Kyungsoo si abbassarono leggermente, puntando direttamente alla sua gamba.
《Noi adesso andiamo, prima che sorga il sole.》 Disse Hoseok affiancando Namjoon, che annuì in risposta.

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