CAPITOLO 2

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Third Person's p.o.v.

Erano passate delle ore, il buio era ormai arrivato, anche se verso Seoul si intravedeva ancora il cielo marrone, segno che qualche luce illuminava ancora il cielo. L'aria era fresca e molto probabilmente sarebbe venuto a piovere durante la notte.

Yoongi, dopo gli infiniti richiami di Seokjin, si era deciso finalmente ad andare a riposare.
"Si, okay. A patto che domani si parta. Sono stufo di stare qui." Gli aveva risposto con uno sbuffo, prima di chiudersi in quella che era la stanza di Jimin, l'unica con la porta e un letto decente.

Jimin invece si trovava fuori con Hoseok da ormai due ore. Dopo che Taehyung era rientrato tutto allarmato e con il fiatone, lo avevano tartassato di domande per capire cosa fosse successo. Lo avevano fatto sedere e gli avevano dato una coperta per farlo asciugare, e aspettarono un paio di minuti, dandogli il tempo di riprendersi. Gli aveva raccontato del fiumiciattolo e di cosa aveva visto. Più che visto, sentito sulla pelle. Ma Taehyung non sapeva cosa dire, non sapeva dire cosa di preciso gli avesse afferrato la gamba. Così gli altri due ragazzi si erano dati da fare per controllare e, nel caso, eliminare eventuali infetti. Forse dovevano rimanere in quella casa più del previsto e infrangere altre regole, quindi era meglio accertarsi che fosse sicura. Non volevano di certo essere attaccati durante la notte, mentre dormivano.

Namjoon, invece, si stava dando da fare equamente, cercando di contattare gli altri sopravvissuti, tramite radio. Le uniche due cose che sperava erano ritrovare gli altri e non imbattersi nuovamente in dei pazzi ribelli. Aveva sentito alla radio di questi gruppi di ribelli che si opponevano alle zone di quarantena. C'erano i moderati, quelli che protestavano e basta contro la legge marziale. Ma poi c'erano anche quelli che sparavano a vista se solo mettevi un piede nel loro territorio. Namjoon aveva sentito parlare solo di una ZQ in Corea, ovvero Busan. Chissà se l'avrebbero mai raggiunta.

"Cos'è? Ancora non rispondono?" Jin entrò nella stanza, un vecchia cucina che aveva trovato molto utile. Lì avevano posizionato la radio, dove sembrava prendere meglio il segnale rispetto alle altre stanze. Il maggiore posò i piatti sporchi nel lavandino, li avrebbe lavati il giorno successivo, molto probabilmente.
"Prima ho sentito la voce di Sehun-hyung, ma è stato solo per un secondo, non sono riuscito a capire nulla.- Namjoon sembrava disperato. -Sembrava...spaventato."

Seokjn aggrottò le sopracciglia, sedendosi al tavolo, proprio difronte a Namjoon.
In quel momento entrò Jungkook nella stanza, il quale si accomodò affianco a Jin. Teneva stretto il suo fucile da cecchino, una delle tante armi che avevano trovato lungo la strada. Molte volte si erano imbattuti in posti di blocco abbandonati, pieni di armi e munizioni. Non ci avevano pensato due volte a prenderle.
Anche se nessuno di loro sapeva sparare, dopo un po' ci presero la mano. Dopo svariati rinculi presi in pieno viso, però. I primi giorni erano stati davvero terribili. Tutti loro erano terrorizzati e nessuno sapeva cosa fare.

"Taehyung si è calmato, adesso sta dormendo. Novità?" Chiese il più piccolo. Namjoon scosse la testa ripetutamente, in segno di negazione. Dai suoi occhi si poteva intravedere la stanchezza e l'esasperazione. Voleva che tutto quello finisse il prima possibile. Il fatto di essere intrappolati in quella piccola casa lo faceva sentire come un topo in gabbia.

"Non riesco a mettermi in contatto con..." all'improvviso la radio iniziò a fare rumori di interferenza e la voce di Sehun iniziò a sentirsi, anche se molto disturbata dai rumori di sottofondo.
Tutti i presenti drizzarono le orecchie, prestando attenzione e cercando di capire almeno una parola di quello che stava dicendo.

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