SunMin's p.o.v.
Erano forse giorni che camminavo, non sapevo dirlo di preciso.
Uscita dal bunker mi ero resa conto quanto lontana mi trovassi da Seoul. Ero in aperta campagna, in lontananza riuscivo a vedere i palazzi, molti dei quali emanava o fumi neri. Il sole metteva in risalto ancora di più la desolazione intorno a me. Per un momento mi sentii davvero sola, con milioni di creature pronte a mangiarmi viva.Non sapevo di preciso dove mi trovassi, ma speravo di riconoscere qualcosa di famigliare. Quando ero scappata l'unica cosa era mettersi in salvo. I primi giorni li avevo trascorsi appena fuori Seoul, ma poi capii che il rischio era troppo alto.
L'unica cosa che dovevo fare era andare il più possibile lontano dalla città, il più lontana dell'orda di infetti che si trovava in essa.
Sicuramente, la città non era un luogo sicuro e non sarei di certo tornata indietro. Non volevo più mettere piede lì. Dove ero diretta? Non lo sapevo. Non avendo una radio funzionante in quel bunker non potevo sapere se c'erano davvero dei sopravvissuti. Ero stata davvero isolata dal resto del mondo per più di un anno e ora che mi trovavo all'esterno facevo anche fatica ad abituarmi.Avevo trovato sulla strada molti infetti, ma ero riuscita ad aggirarli facilmente durante il giorno. Ma durante quelle due notti potevo dire di aver camminato sul suolo dell'inferno. La paura e l'ansia si impadronivano della mia mente, avevo rischiato più volte di morire.
Lungo il cammino avevo incontrato fortunamente una piccola stazione di servizio, in mezzo al nulla, ma si era rivelata abbastanza sicura. Al suo interno avevo trovato ancora del cibo e dell'acqua, così non ci pensai due volte a fare rifornimento.Ora era mattina presto, non avevo chiuso occhio ovviamente ed ero stanchissima. Anche se la paura creava adrenalina nelle mie vene, dopo un po' però si esauriva, ed ecco che la stanchezza tornava.
Dovevo trovare assolutamente una casa o qualche tipo di riparo o sarei morta di lì a poco. Forse era stata una decisione stupida lasciare quel bunker ma non potevo di certo morire di fame.
Il sole stava per sorgere e preferivo muovermi in quelle ore del mattino, dove gli infetti erano più facili da individuare ed eventualmente anche più facili da raggirare.Il cielo, coperto da qualche nuvola, era ancora sui toni del bluastro. Se guardavo a ovest, in direzione di Icheon, potevo ancora osservare la luna quasi trasparente che lasciava il posto ad un sole pallido e freddo. Riuscivo a vedere poco, ma non mi lamentavo. Il caldo era diminuito drasticamente, essendo fine estate ed era anche più facile muoversi.
La campagna sembrava non finire mai quando incontrai un cartelo in legno che segnalava la presenza di un paesino a pochi chilometri più sotto, in mezzo a le colline.
Forse lì avrei trovato ciò che cercavo, un riparo sicuro. Chissà se qualcuno era ancora vivo in quel paesino sperduto. Forse lì non era arrivato il contagio. Cazzate, il mondo era finito. Calciai con il piede un sassolino mentre sbuffavo sonoramente.
Intrapresi la stradina, stretta e serpentina che scendeva giù per una collina e poi sembrava risalire, seguendo l'andamento della terra.
Le case sembravano abbastanza lontane, ma potevo farcela prima che il sole raggiungese la punta delle montagne.Presi a camminare a passo più svelto, sembrava che la stanchezza fosse scomparsa. Desideravo tanto raggiungere quel paesino e riposare bene. O almeno così credevo.
Iniziai a sentire lo scroscio dell'acqua, scoprendo subito dopo che la provenienza di quel suono era un fiumiciattolo che scorreva parallelamente alla stradina sterrata, proprio al di sotto della collina.
Ma era tutto fin troppo tranquillo per i miei gusti. Gli unici suoni udibili erano l'acqua e il soffio del vento. Non si sentiva nulla.
Superai un edificio che sembrava una rimessa abbandonata. La porta enorme di ferro arrugginito era chiusa da un pesante catena.
Mi ero fermata per un istante in quanto qualcosa non mi quadrava. Perché era tutto così tranquillo? Forse era disabitato, ma questo significava infetti.
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bad lands▪ᵃᵘ ᵇᵗˢ
Fanfiction©zombie au 《Perché? Perché deve essere così?》 Gridò il ragazzo, lasciandosi andare in un pianto liberatorio. La ragazza si avvicinò cauta. 《È un mondo malato, non è colpa nostra...》gli posò una mano sulla schiena, scossa dai singhiozzi. Il ragaz...