𝗫𝗩𝗜 il signor ape maia è nei guai

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«Lynn, svegliati» Disse la voce di Jamie, scuotendomi delicatamente.
«Altri due minuti, mammina...» Esclamai sarcastica, per poi aprire gli occhi e prendermi un colpo.

«Dobbiamo andare, in fretta»
Esclamò Peter, aiutandomi ad alzarmi. Dopo la conversazione con Connie del giorno prima, al contatto con Peter per poco non sobbalzai.

«Cos'ha la mia casa che non va!? Fino a due giorni fa era perfettamente intatta, e adesso oltre a mancare la porta di camera mia c'è qualcos'altro?!»
«Lynn, la cosa è seria. Guarda.»
«Chi ha bevuto il latte dal cartone?!»
«No...non quello. Guarda laggiù»

C'era una cosa simile ad un grande bubbone rosso fluorescente attaccato alla parete.
«Devo dire a papà di affittare una casa nuova.»

«Potrebbe essere un gigantesco nido di ragni»
«Oppure un gigantesco brufolo. Come la mettiamo?»

Josh sospirò, ma io lo interruppi.
«Mettetevi le tute. Oggi si esce.»

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«La prima cosa da fare, è trovare i laboratori RRS»
Esclamai oscillando da un palazzo all'altro, mentre gli altri mi seguivano. Sarebbe stato un bell'hobby, se usare la mia tuta non fosse stato per obbligo qualcosa che potevo usare solo in caso d'emergenza.

E così, la gang degli Spider-Man vomita arcobaleno era di nuovo alla riscossa. Ancora non capisco come facesse Josh a raggiungerci ogni volta. Magari quella ditta crea-tute fabbricava anche teletrasporti per zoo detersivi come mio fratello.

Una volta intravisto il laboratorio, che di certo non passava inosservato, mollai la presa e atterrai davanti al cancello d'entrata.

«E ora, andiamo a trovare Peter Sexy Parker»
«Veramente si chiamerebbe Peter Benjamin Parker...» Esclamò Peter un po' contrariato.
«Shh, è uguale.»

Quando lo vidi mettere il broncio sorrisi tra me e me.
Quanto era carino quando si arrabbiava.

«Okay, stavolta non ci divideremo. Non voglio perdermi quest'idiota un'altra volta.» Dissi indicando Peter.
«In effetti, tu non lo lasceresti un secon-»
Diedi un calcio a Jamie.

«Quindi...cosa vuoi fare di preciso, Lynn?» Esclamò Miles curioso, osservando il grande laboratorio nel quale già una volta eravamo entrati.

«Voglio andare dal ferramenta.»

Il Signor Stark rise, e solo allora mi resi conto che c'era anche lui.
Aveva la tuta di Iron-Man.

«Oddio, me la presti?»

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«Potrei stare per avere un collasso»
Esclamò Peter guardando Tony Stark.
In effetti, vestito da Ape Maia era veramente ributtante, ma avrei fatto qualunque cosa per indossare la sua suit. Era fatta di un metallo talmente strano da aderire perfettamente al mio corpo, come se l'avessi progettata per me.

«Credo che a Peter prima sia caduto un rivolo di bava» Esclamò Connie a bassa voce, cercando di non farsi sentire dalla banda di maschi che ci stava dietro.
«La bava gli sarà scesa per l'odore di ali di pollo che aleggia sempre in questa zona»

«Io l'ho sempre detto che il cibo americano è fatto in laboratorio!»
Gridò allora Jamie.

Intanto il Signor Ape Maia cercava di coprirsi.
«Signore, perché l'ha fatto?» Chiese Peter cercando di aiutare Tony.
«Quella ragazza ha un potere di persuasione fuori dal comune»
«Si fidi, lo so.»

Peter mi guardò con la coda dell'occhio e sorrise. Io ricambiai, mentalmente si intende, perché in realtà gli feci una smorfia e entrai nel laboratorio senza guardarmi indietro.

«Correte!» Dissi ai ragazzi, che mi vennero addosso quando mi fermai di colpo. Per fortuna il ferro attutì l'impatto.
Per loro un po' meno.

La porta era lì, davanti a me.
«Signor Stark, può tornare a casa. Si rende conto?» Lui sorrise.
«Potrò rivedere la mia Pepper»
«E il suo bimbo di ferro.»

«Potrei riavere la mia armatura?»
«Ah. Sì, scusi, ci avevo preso gusto»
Premetti un pulsante e questa sparì lasciando spazio ad un denso cubetto nel quale si condensava tutta l'armatura, e lasciando me con la mia solita felpa e i miei soliti jeans.

«Nel vostro universo avete fatto progressi» Dissi restituendo il cubetto all'uomo, che lo prese e lo indossò.
Un sistema automatico mi restituì la mia tuta gialla.

«Credo che dovrò lavarla.»

Il Signor Stark rimase lì a guardare la grande porta d'emergenza grigia che aveva davanti, per poi voltarsi indietro.
«Grazie di tutto»
«Se per tutto intende l'averla fatta sedere sull'erba bagnata e fatta dormire in un sacco a pelo, beh, prego.»

«Vi dono questo. Serve a rintracciare la gente.»
«In poche parole è una Vincenza a forma di bracciale» Esclamò Josh, facendo la sua solita entrata scenica.

Eravamo lì, io, Peter, Connie, Jamie, Miles, Josh e il Signor Stark, davanti ad una stupida porta.

Io, Peter, Connie e Jamie facemmo per accompagnare quest'ultimo al di là della soglia, ma quando fummo dentro al ferramenta, il Signor Stark, tentando di passare, si rese conto che vi era come una forza invisibile ad impedirgli di entrare.

Quando tentammo di tornare indietro, accadde la stessa cosa.

«Oh no.»

Spazio autrice:

E ohssantinumi sono di nuovo nei guai, bloccati in un nuovo universo, un universo pieno di avengers superfigaccioni.

Ma la domanda principale è: chi ha creato il portale interdimensionale?
Cosa vuole Vincenza?

Ma soprattutto, perché non riescono a tornare indietro?
Ditemi le vostre teorie nei commenti.

Sondaggetto:

Canto o ballo?
Io canto forevah

Alla prossima bbys♡

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