CAPITOLO 4

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Correre.

Poteva fare solo questo.

Correre e pregare che le gambe non cedessero, col cuore che martellava nel petto e la paura di non farcela; facendosi coraggio, col fiato corto, girò per quella stradina, sperando, con tutta sé stessa, essere la sua salvezza.

Un vicolo cieco.

Fece per tornare indietro ma già i suoi baby aggressori l'avevano raggiunta, parandosi davanti a lei.

Non c'era nessuna via di fuga.

Stavolta era veramente in trappola.

«Dove pensavi di scappare ?»

Dove?

Lei non conosceva il mondo esterno: non aveva messo mai un piede al di fuori delle mura del suo palazzo, le sue balie l'avevano sempre messa in guardia e racchiusa quasi in una campana di cristallo.

Con la mente ricordò quando trasgredì quelle regole tanto rigide,ormai troppo strette per lei, mettendo piede fuori per la sua prima volta, provando quel senso di libertà che le era mancato e inspirando a pieni polmoni l'aria pulita, appagando così la sua anima.

Eppure questa volta, non era libera per niente.

Si sentì spintonata, prima di sentire l'urto con la dura pietra fredda della strada, tra le risate divertite dei bambini, per poi sentire la presa sui capelli farsi più forte e il dolore radiarsi per tutta la testa.

«Non dici niente insetto?»

Si morse il labbro inferiore per non urlare, mentre sentiva i suoi occhi pizzicare per le lacrime che stava trattenendo.

Avrebbe resistito.

Sarebbe stata forte.

Non voleva dar loro vittoria.

Non voleva ...

«Ehi voi, lasciatela stare!»

Sentendo la presa sui capelli farsi più lenta, aprì lentamente i suoi occhi vedendo una bambina della sua età mettersi fra lei per terra e quei tre ragazzini, creando una sorta di limite, che non doveva essere sorpassato, con quel gesto genuino, allargando le piccole braccia.

«Siete cattivi! Lo dirò alle vostre mamme!»

Vedendo le guance della bambina dai capelli cremisi prendere colore, i bambini scapparono, tra urla e risate, vergognandosi, e non poco, della marachella appena compiuta.

Rimase per terra, spostando lo sguardo verso i bulletti che erano appena scappati e poi sulla bambina davanti a lei, piuttosto arrabbiata, che continuava a guardare la strada.

Era stata derisa un'altra volta, umiliata di nuovo ad un solo giorno di distanza, e lei non aveva avuto il coraggio di reagire.

Se solo fosse stata più forte, magari meno fifona, se solo non fosse stata così, così inutile a sé stessa; un senso di vergogna si fece strada nel suo piccolo cuoricino, facendole quasi odiare il suo modus operandi: sempre con il terrore di incontrarli ed essere oggetto delle loro angherie, nascondendosi se era necessario.

Ma quel giorno non c'era riuscita: si era ritrovata ad essere scoperta e poi, via di corsa per non essere presa, per non trovarsi nella situazione in cui si trovava adesso.

I ricordi dei giorni passati le tornarono come un boomerang, facendola sentire sempre più inservibile, fin quando non vide una mano protendersi verso lei, bloccando quei pensieri così negativi.

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