capitolo sedici

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Era l'una quando la ragazza si sveglió e anche se sarebbe rimasta a letto tutto il giorno.

Non aveva fame, anzi solo al pensiero di mangiare qualcosa le veniva da vomitare.

Camminó fino alla finestra, c'erano le nuvole ma per fortuna non pioveva.

Trovó una felpa pesante nell'armadio di luois e fece il bucato con il suo vestito.

Sapeva che in quella casa non ci sarebbe tornata mai se non per riprendersi i suoi vestiti, ma più avanti.

Aveva bisogno di trovarsi un lavoro.

Guardó il cellulare: molti messaggi e chiamate perse da calum, eliminó tutto e lo spense.

Lui aveva una possibilità e l' ha sprecata, doveva rifarsi una vita, per quanto fosse difficile lo doveva a se stessa.

Uscì di casa e prese l'autobus per il centro, camminava perle strade cercando un avviso.

Poi arrivó davanti a un negozio di articoli musicali, sulla porta di legno c'era un cartello con la scritta "cercasi personale"

Spinse la porta e si avvió verso il bancone dietro al quale c'erano un ragazzo biondo e uno riccio che conversavano.

-Scusate sono qui per il posto di lavoro- sorrise lei

I due si girarono guardando la ragazza.

-Certo vieni con me!- Il biondino l'accompagnó nel retro in un ufficio.

Entrata vide un uomo di mezza età che sistemava alcune carte, sembrava simpatico.

-Buongiorno-

-Salve é qui per il posto?- chiese la voce profonda

-Sì- sorrise lei

-si sieda le faccio alcune domande-

Dopo averle chiesto le solite cose la lasció uscire dicendole che le avrebbe fatto sapere, lei gli lasció il numero di telefono per poi uscire dall'ufficio.

Camminó nel corridoio per poi ritrovarsi nella stanza in cui c'erano i due ragazzi prima.

Infatti erano li che sistemavano alcuni cd, lei uscì dal negozio.

Ora doveva trovare un autobus per l' ospedale.

Dopo aver preso per il rotto della cuffia l'unico autobus per l'ospedale arrivó davanti a quell'edificio spento.

-Buongiorno Louis - disse lei entrando

-Hey va meglio- chiese lui abbracciandola

-Uhm si abbastanza- rispose lei insicura

Rispetto a ieri andava un po' meglio ma il dolore rimaneva lì ed era forte.

-ti sta benissimo la mia felpa- sorrise lui

-Scusa se ho preso i tuoi vestiti ma non ho il coraggio di tornare lì e affrontarlo-

-tranquilla fai come se fosse casa tua-

-Ho fatto domanda di lavoro in un negozio di articoli musicali- 

-Wow bello! Vedrai che ti prenderanno!-

-Lo spero-

Calum intanto era distrutto, quella notte non aveva dormito.

Solo dopo la sbronza aveva capito ció che aveva fatto, lei non c'era a casa e non rispondeva al telefono.

Era disperato, non aveva idea di dove fosse, l'aveva persa, forse per sempre.

Nemmeno Lucy era riuscita a chiamarla per sapere dove fosse, e se qualcuno l' avesse rapita? o se le avessero fatto del male?

Molte domande come queste si ripetevano nella sua mente, domande che non avrebbero trovato risposta facilmente.

Il resto del pomeriggio Louis e Claire lo passarono in cortile a ridere e scherzare, lei aveva quasi dimenticato il fatto che era successo la notte prima.

Dopo aver salutato il moro si incamminó verso casa.

Mentre entrava il suo stomaco brontolava un po', frugó nell'armadietto della cucina e vi trovó dei cereali.

Si sedette sul divano e decise di ascoltare solamente la segreteria telefonica del suo cellulare.

Vi erano dei messaggi di Lucy e solo uno di Calum.

"Claire ti prego non so dove sei, mi manchi, ti prego torna a casa, voglio stringerti forte a me, sono uno stupido scusami"

La voce era spezzata, lei si mise a piangere, perché, perché teneva a lei? lui non la amava, perché rovinava sempre tutto?

Voleva solo una cosa in quel momento, punirsi, per essersi innamorata, per non avere il coraggio di parlargli, per essersi illusa.

Nella scrivania trovó un coltellino lo prese e andó in bagno, riempì la vasca di acqua calda e si spoglió.

Poi si immerse e praticó delle incisioni orizzontali sui suoi polsi, prima lievi e poi più profonde, l'acqua si tinse di rosso.

La ragazza si prese la testa tra le mani e tiró leggermente i suoi capelli.

Rimase li in quella acqua rossa, con lo sguardo vuoto fissando il muro.

Era debole troppo debole, ma ora non poteva dargliela vinta, lui l'aveva distrutta e ora doveva soffrire.

Avrebbe trovato un altro ragazzo e si serebbe trovata una nuova casa, lo avrebbe dimenticato .

Mise due bende sopra i tagli e si rimise i vestiti.

Lavó la vasca prima di stendersi a letto e addormentarsi ancora una volta con gli occhi gonfi.

Aia Cal hai combinato un bel pasticció

Riuscirà Claire a rifarsi una vita?

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buonanotte Carolina ❤

Bad Blood||Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora