capitolo diciasette

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La suoneria del suo cellulare sveglió la ragazza.

-Pronto?- disse cercando di sembrare meno assonnata possibile

-Buongiorno sono il signor Jons del negozio di articoli musicali, voleva comunicarle che é stata assunta e deve presentarsi questo pomeriggio alle tre -

-Oh grazie saró molto puntuale! Grazie davvero-

Chiuse la chiamata con il sorriso, era così contenta.

In tutta questa situazione era riuscita a fare qualcosa di buono.

Si vestì con i vestiti del giorno precedente per poi uscire, doveva dare la lieta notizia a Louis.

Quasi saltellava nel corridoio.

-Mi hanno dato il lavoro!- esclamó guardando quegli occhi azzuri

-Sono molto felice per te!- disse lui

Mentre conversavano lei sentì una voce inconfondibile nel corridoio e si zittì.

-Mi puó dire se qui é ricoverata Claire Anderson?- la voce disperata del ragazzo che l'aveva uccisa dentro si propagó nel corridoio

-é qui!- sussurró la ragazza a Louis

-Mi spiace ma non abbiamo nessuna Claire Anderson ricoverata qui- rispose l'infermiera

-Merda merda merda!- imprecó lui, si sentirono dei passi e poi l'infermiera entró nella stanza.

-che maleducazione- farfuglió controllando le flebo del ragazzo

-É andato Claire- lui le accarezzó la schiena

-si é andato-

Dopo aver mangiato un panino la ragazza si avvió verso il negozio.

Spinse la porta e si avvicinó ancora una volta al balcone.

-Eccoti perfettamente in orario bene io  vado Harry spiegale tu- il biondo si infiló la giacca e poi uscì

-Piacere io sono Harry- la ragazza gli strinse la mano

-Claire-

-Vieni ti mostro un po' il negozio-

Le fece fare un tour e spigó tutte le sezioni.

-Allora tu fai il turno insieme a me, vieni alle otto e finisci alle due- sorrise, aveva due fossette magnifiche quel ragazzo.

-ok perfetto-

Quel pomeriggio imparó come sistemare gli oggetti e interagire con i clienti.

-suoni qualche strumento?- chiese il riccio mentre chiudeva a chiave il negozio

-Sì la chitarra elettrica- rispose lei

-wow bello-

-ora vado a prendere l'autobus a domani- fece per girare i tacchi quando il ragazzo le prese il polso, senza violenza, ma a lei provocó comunque molto dolore che soffocó modendosi il labbro.

-ti posso acompagnare a casa?-

Annuì, non aveva voglia di aspettare l'autobus, non faceva molto caldo ed erano le sette di sera.

Arrivati davanti a casa i due si salutarono.

Mentre si addormentava rifletté sulfatto che Calum la stesse cercando, poteva perdonarlo?

É un po' cortino scusate

Votate e commentate ★

a stasera ❤ Carolina

Bad Blood||Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora