capitolo quindici

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Calum stava baciando un'altra.

La sua mente si svuotó, non sentiva più la musica né le persone che la urtavano.

Guardava quella scena pietrificata, con quel dolore allucinante al petto.

Non si accorse nemmeno che inizió a piangere, gli occhi gonfi e stanchi di guardare eppure qualcosa le impediva di muoversi, come se il suo cervello la obbligasse a guardare mentre il suo cuore si sbriciolava.

Quando il ragazzo si staccó dal bacio il suo sgardo incroció quello sconvolto della ragazza.

Lei si voltó e cominció a camminare velocemente verso l'uscita, ma lui la afferró violentemente il polso strattonandola all'indietro.

I loro occhi si incrociarono, il ragazzo sorrise malignamente, non sapeva neanche lui perché lo stava facendo, ma semplicemente era ubriaco e non si ricordava nemmeno il suo nome.

Lei si liberó dalla forte stretta e corse fuori dalla casa sotto qualche sguardo sbalordito da parte di qualche ragazzo.

Correva, scappava da se stessa e dalle sue emozioni senza ricordarsi che la sua mente era zoppa.

Non sapeva dove andare, vide un muretto e così fece scivolare la sua schiena sopra la sperficie ruvida fino ad accovacciarsi sul suolo freddo.

Singhiozzava, non aveva più forze, era distrutta fisicamente e mentalmente.

Quall'immagine si ripeteva nella sua mente come a ricordarle quanto fosse stata stupida ad innamorarsi di un ragazzo che non la vorrà mai veramente.

Perché lei non era mai abbastanza, per nessuno.

In quel momento le venne in mente l'unica persona che avrebbe potuto tirarla un po' su o almeno consolarla.

La casa di luke non era molto lontana dall'ospedale.

La ragazza camminava sul marciapiede consumato verso l'ospedale.

Mentre si trascinava verso l'edificio grigio, goccia dopo goccia inizió a piovere, ma a lei non importava.

Arrivata nel corridoio camminó velocemente verso la stanza del ragazzo.

Sorrise entrando, un sorriso falso e anche poco credibile visti i singhiozzi e le lacrime che ancora colavano sul suo viso.

-Hey Lou - disse tra un singhiozzo e l'altro.

Il moro la guardó, fradicia, piangeva a dirotto, cosa poteva esserle successo?

-Claire che hai?- chiese sconvolto

Lei lo abbracció e lui le accarezzo la schiena.

-s-cusa ti sto bagnado la maglietta- balbettó lei

A lui non importava nulla di quella maglietta perché ora l'importante era  un angelo si stava distruggendo, quella ragazza dolcissima che aveva incontrato quel giorno in cortile era assente, annegata in un mare in tempesta.

Quegl'occhi verde smeraldo erano diventati spenti e quasi grigi.

-racconta- ordinó il ragazzo prendendole la mano

Lei raccontó l'accaduto con tutti i dettagli, mentre si asciugava il mascara colato sulle guancie con la mano.

-il problema é che non voglio tornare a casa, io lui non lo voglio più vedere- confessó la ragazza fissando quei stupendi occhi azzurri.

-senti tieni queste sono le chiavi di casa mia, puoi starci finche non trovi una soluzione- disse lui tirando fuori delle chiavi da un cassetto del comodino.

-Non posso luois, io non faccio nulla per te- disse la ragazza

-mi hai illuminato la giornata quel giorno quando ti ho incontrata e mi fa troppo male vederti così- sussurró il moro.

-sei la persona più bella che abbia mai conosciuto - lei gli lasció un bacio umido sulla guancia, poi si accorse di avergli lasciato il segno del rossetto rosso.

La ragazza ridacchió.

-Che hai ora?- sorrise lui

-ti ho lasciato il segno-

Risero insieme.

-ora vai a farti una doccia a casa mia e dormi mi raccomando- si raccomandó Louis

-grazie grazie grazie domani torno a trovarti promesso- detto questo e dopo essersi fatta dire dove era la casa uscì dalla stanza.

Il ragazzo sorrise pensando al fatto che era riuscito a far di nuovo spuntare il sorriso su quel viso perfetto.

Claire uscì dall'ospedale e prese l'ultimo autobus.

Arrivó davanti ad una villetta gialla, era abbastanza fuori città.

Era arredata discretamente e si sentiva un firte odore di lavanda.

Chiuse subito la porta dietro di se a chiave.

Accese tutte le luci e si avvió verso la camera da letto, prese nell'armadio una maglia e dei pantaloncini di louis visto che tutti i vestiti erano ancora a casa di quel mostro.

Mentre l'acqua scorreva sul suo corpo, anche un po' di dolore.

Si vestì e si mise nel letto addormentandosi, anche se sentiva tantissimo il vuoto che Calum riempiva quando la tringeva a se.

Eccovi il capitolo tanto atteso

Spero vi sia piaciuto

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baci a stasera Carolina ❤

Bad Blood||Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora