Capitolo 7 "La stella protettrice"

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T/N's pov.
Dei passi.
Il nanetto non era molto convincente.
Mi stavano seguendo.
La notte.
Camminavo su per la collina.
Da lì, nonostante i numerosi alberi, si vedevano tantissime stelle.
I miei occhi si soffermano su di una in particolare.
La più luminosa.
Sorrisi lievemente mentre un ricordo si faceva strada dentro di me.
«Mamma! Guardami! Sono velocissima! Nemmeno Erwin è veloce quanto me!»
La bambina correva ridendo giù per la collina mentre la madre cercava in tutti i modi di acciuffarla.
«Attenta T/N! Rischi di farti male!»
Non fece in tempo a chiudere la vocale che la bambina inciampò e rotolò fino ai piedi della collina, sbucciandosi entrambe le ginocchia.
Quando la madre la raggiunse le porse delicatamente la mano.
La piccola la afferrò rimettendosi in piedi come se nulla fosse.
La più grande la guardò sconcertata.
«Sicura di stare bene piccola combattente? Sei caduta da una collina molto alta»
«Si, mamma! Vedi! La vedi quella stella lì sopra? -la donna annuì- ecco! Quella stella lì mi protegge sempre! È lei che mi salva!»
La donna sorrise guardando la più piccola mentre con occhi sognanti fissava la "sua" stellina.
«Ehi! Ci sei ancora?»
Sentii qualcuno riportarmi nella realtà.
Una mano su una spalla.
Isabel.
Scossi in modo sconnesso la testa.
«Eh? Si! Ci sono... Ovvio. Perché?»
Rispose Furlan alla domanda da me fatta.
«Perché ti sei imbambolata a fissare quella stella... Lì -additò la mia stella-»
Annuii con ancora l'immagine di mia madre in testa.
Mi sedetti sotto ad un albero.
Anche gli altri lo fecero.
Isabel si era appoggiata alla mia spalla e Furlan vicino a lei.
Il nanetto invece si era seduto un po' distante da noi.
Fissava il cielo anche lui.
«Non ti siedi con noi, fratellone?»
Chiese Isabel.
«Perché dovrei?»
«Perché non dovresti?»
Intervenni io.
Un altro sbuffo.
Dei passi immersi nel buio.
Una presenza avvicinarsi.
Levi era seduto vicino a me.
Mi girai e notai che mi stava guardando.
Vidi nei suoi occhi argentati brillare riflessi i miei C/O.
«È da tanto che sei qui?»
Isabel mi distrasse dagli occhi del corvino.
«Dipende -come recluta non proprio. Però conosco questo posto come le mie tasche- credo da sempre e da due mesi»
Levi si girò a guardarmi.
Uno sguardo interrogativo.
Non avevo però intenzione di rivelare altro.
Il passato era passato ed avevo deciso di rimuovere ogni cosa che mi ricordasse la mia infanzia.
Era difficile e spesso i ricordi tornavano a galla, ma il fare finta di non ricordare leniva il dolore.
Rimanemmo a guardare le stelle.
Silenziosamente e furtivamente.
Poi mi accorsi che si stava facendo tardi.
Mi girai verso Isabel e Furlan e notai che la rossa stava dormendo.
«Prendila in braccio, dobbiamo tornare. Se ci beccano ora sono guai»
I due annuirono.
Furlan prese in braccio Isabel.
E beh che dire... Qui parte la ship!
...
Riattraversammo la collina fino ad arrivare ai suoi piedi.
Da lì si vedeva la caserma.
Tutte le luci erano spente.
Meglio.
Anche se nessuno si era accorto che fossimo usciti, tutte le volte che ritornavo alla base in tarda notte avevo sempre con me quel sottilissimo strato di nervosismo e agitazione.
La verità è che un paio di volte mi avevano beccata e non era finita bene.
Quando fummo davanti al cancello Levi stava per aprirlo.
Lo bloccai.
«No»
«Da dove vuoi entrare, imbecille?!»
«E statti zitto una sacrosantissima volta! Guarda -mi inginocchiai davanti ad un sasso accanto al cancello, lo sollevai e presi un mazzetto di chiavi da lì- non è la prima volta che non rispetto il coprifuoco, nanetto. Ho duplicato di nascosto le chiavi dell'entrata secondaria»
Mi alzai di nuovo.
Furlan commentò.
«Attrezzata a quanto vedo»
Feci un cenno con la testa.
Poi mi feci strada nel buio per arrivare dietro al grande castello.
Poco prima della porta si trovavano le camere dei veterani.
E mo son ca-
Me del passato modera il linguaggio!
Sei proprio una vecchia...
Ti ricordo che io sono la te del futuro quindi attenta a ciò che dici.
Uff...
Dicevamo:
Mi stavo letteralmente cagando in man-
Ehm ehm!
Stavo avendo tanta paura, poiché se i superiori mi avessero beccato con loro tre sarebbero stati guai.
Intimai ai tre di fare silenzio.
Poi mi accovacciai per terra gattonando lentamente.
Silenziosamente.
Arrivai davanti alla porta.
Mi alzai in piedi e con un cenno della mano li invitai a seguirmi.
Quando tutti e tre mi raggiunsero, levai canti cattolici silenziosi al cielo.
Il nanetto non perse un attimo per fare qualche commentino.
«Poi però siamo noi i criminali. Tu intanto hai falsificato delle copie di chiavi e nessuno ti ha detto nulla, mocciosa»
Alzai gli occhi al cielo.
Poi aprii la porticina ed entrai dentro.
La richiusi e ci incamminammo silenziosamente fino a ritrovarci per il corridoio principale.
Accompagnammo i ragazzi fino al loro dormitorio.
Gli augurammo la buonanotte.
Poi io ed Isabel ci trovammo di nuovo a vagare silenziosamente per la caserma.
Prima di raggiungere il dormitorio mi fermai.
Sussurrai.
«Isabel, tu vai a dormire. Io mi faccio una doccia. Buonanotte»
Annuì e ricambiò.
Silenziosamente lasciai cadere per terra i miei indumenti, aprii l'acqua purtroppo gelida.
La lasciai scorrere per tutto il corpo.
Poi presi dalle cassettiere prima della camerata il mio pigiamo lungo.
Lo indossai e poi entrai in camerata.
Come previsto anche Isabel si era riaddormentata.
Vidi Nifa dormire al letto sopra quello di Isabel e Kaede in quello sotto al mio.
Salii più cautamente possibile le scalette del mio letto e mi ci poggiai sopra.
A quel punto mi concessi di crollare.
Gridai silenziosamente.
«Mamma! Ti prego! Io devo andare!»
La figlia si alzò di colpo sbattendo le mani sulla scrivania.
«Né in cielo né in terra! Tu rimani qui!»
«È importante per me mamma!»
La madre imitò la figlia.
«E sentiamo perché!»
«C'è in ballo il mio futuro da soldato!»
«Tu sei un soldato, tesoro mio»
«No! Non come te!»
«Fai come ti pare, pensa ciò che vuoi. Da qui non ti muovi. Ora sparisci»
«Non puoi scappare sempre da questo discorso! Mamma io voglio andarci e ci andrò con o senza il tuo consenso»
La più grande si sedette stringendo con due dita gli occhi.
«Va bene -la più piccola la fissò interrogativa, incitandola ad andare avanti- hai capito bene. Fai ciò che ti pare T/N. Solo non ti azzardare a tornare qui nel caso fallissi»
La giovane scattò.
«Allora vado. Ciao mamma»
Uscì di corsa afferrando il borsone che aveva già preparato.
Uscì dalla caserma saltando in groppa al suo cavallo, andando incontro a quello che sarebbe stato il suo futuro.
.~.~.~.
Perché non sono rimasta più calma? E perché non l'ho ascoltata?
Perché non ascolti mai
Chi te l'ha chiesto?
Tu.
Tu hai detto "Perché non l'ho ascoltata?" Ed io ti ho risposto, un grazie?
Nessun grazie
Uff...
Comunque poi guardai le altre ragazze nel dormitorio che -beate loro- dormivano.
I pensieri furono concentrati poi su mia madre e su quella tro-
Ehi. Il linguaggio
Sei proprio fastidiosa.
Quella poco di buono di mia sorella.
Un tempo andavamo d'amore e d'accordo.
Poi scappai di "casa", andando al corpo cadetti.
Quando nostra madre passò a miglior vita mi rinfacciò subito di essere scappata proprio nel momento più inopportuno.
Da lì non mi parlò più.
Poi dopo gli innumerevoli rituali funebri il timone passò a Shadis e dopo ancora ad Erwin.
Mia sorella, forse addolorata e arrabbiata con me, cambiò legione.
Entrò nella Polizia Militare.
Da lì non la vidi più, se non di sfuggita quando andavamo nel Sina.
Purtroppo la notizia della morte di mia madre mi arrivò il giorno prima della cerimonia dello scioglimento.
In ritardo per giunta.
Andai fuori di testa ed iniziai a dire di volermi suicidare o cose simili.
Non volevo più arruolarmi.
Poi arrivò il mio
Carissimo
Shadis che con la sua disarmante delicatezza mi tirò un ceffone urlando.
"SE PROVI A NON PRESENTARTI DOMANI GIURO CHE NON METTERAI PIÙ PIEDE NEL CORPO DI RICERCA PERCHÉ TI FARÒ DARE IN PASTO AI GIGANTI"
A quel punto dovetti partecipare alla cerimonia.
Ottenni il diploma e dopo la giornata di lavoro in comune tornai nella legione esplorativa.
Il piano era quello di andare da mia madre e sfoggiare il mio mantello verde ufficiale.
Volevo che fosse -relativamente- fiera di me.
Come forse era scontato i miei piano andarono bruciati.
Tornata in legione Erwin ed Hanji erano intrattabili.
Hanji mi aveva perfino tirato uno schiaffo.
Non mi arrabbiai, lasciai sfogare entrambi.
Erwin si alternava tra il farmi la predica e la frase "Sai che temevo di perderti? Non farlo più. Ti voglio bene".
Poi quest'ultimo si calmò e mi perdonò.
Hanji invece anche se non sembrava, era ancora arrabbiata con me.
E anche se silenziosamente me la stava facendo pagare in ogni momento.

🌒🌒🌒🌒🌒🌒
BENVENUTI NEL MIO ANGOLO PELLOH.
THIS CAPITOLO IS FOR YOU
*musichetta secs*
*manda un bacio con la mano*
FanFate voi= *schivano il bacio con la mano*
*piangisce*
*Levi le porta la Nutella*
*sorridisce e si baciano in modo secs*
Dopo questa posso anche morire.
No ok.
Si ok.
Poi boh.
Barbabietola da zucchero.
Ciao.

Vitty❤️

"That rose blossomed in the ice" 🌹[LevixReader] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora