«Mari?!»
Sbarrai gli occhi.
Era tornata.
Ancora e ancora.
«T/N? Che ci fai qui?»
«Salvo un ragazzo da quelli come te»
Sputai acida, provando a nascondere il senso di indicibile terrore che mi attraversava la spina dorsale.
«Strano. Non sembravi così interessata alla salute degli altri quando nostra madre è morta»
Lo sapevo.
Sapevo che me l'avrebbe rammentato.
"Sguardo alto"
Ripetevo a me stessa, sull'orlo di una crisi.
«Mari cara. Sei, sei anni che non ci vediamo. Sei anni che mi hai lasciato con l'acre sapore della morte e della crudeltà in bocca. È solo ciò quello che mi dici? È solo la rabbia che mi sputi in faccia? Scusami sorella se mi permetto di dirtelo ma pensavo che avessi iniziato a comportarti da donna, pensavo fossi diventata più matura.»
Fu sadica la risata che incombette nel deserto corridoio.
«Tu che mi vorresti insegnare la maturità? Se tra le due c'è un'immatura quella sei tu. Sei stata tu a provocare scandalo. "La figlia del comandante è scomparsa, ha lasciato solo una lettera" pensi che io non lo rammenti? Pensi che io non abbia udito le urla disperate di nostra madre? E di Hanji? E Erwin che ha distrutto la vetrata dell'ala anteriore. Questi ricordi mi tormentano ora anni or sono. Questo per colpa di chi?»
Gli occhi di Mari erano lucidi.
Crudeli e infuocati.
Malinconici e vuoti.
Ma il mio cuore era ancor più desolato.
Egli versava fiumi di lacrime.
Egli poteva, nessuno lo avrebbe mai visto.
Dopotutto chi era Mari, per umiliare la parte più nascosta di me?
Quella che nessuno dovrebbe mai vedere?
Una scarica elettrica folgorò i miei sentimenti di pietà.
Rabbia.
Ecco cos'era.
A quel paese il codice militare, l'etichetta e le buone maniere.
Le tirai uno schiaffo.
Uno di quelli forti.
Che ti tolgono il respiro, che ti fanno perdere un battito e oltre a scalfirti la pelle di scarlatto scalfiscono il cuore di tradimento.
Barcollò per diversi istanti cercando di rimettersi in piedi, potevo approfittarne per scappare.
Ero una fanciulla dall'animo nobile, io.
La odiavo a morte ma non l'avrei mai lasciata da sola.
Ovviamente non colse neppure quella volta la mia bontà e appena ne fu in grado mi fissò duramente.
«Ti disintegro»
Scandì bene le parole mia sorella maggiore e prendendomi per la gola mi sbatté rovinosamente al muro.
Misi le braccia davanti a me per pararmi da qualunque suo colpo.
Mugolai e chiusi gli occhi per non incontrare i suoi.
Sentii una presenza vicina al mio viso e strinsi i denti per trattenere un gemito di paura.
Poco prima che Mari facesse qualsiasi cosa avesse in mente di farmi, fu una voce a bloccarla.
«Si allontani immediatamente dal caporale T/C soldato. La informo che l'orario del suo coprifuoco è ben che superato. Oltretutto il suo superiore è di una legione differente dalla sua. Si muova a tornare nelle proprie stanze prima che le impartisca una punizione esemplare»
Mia sorella si girò verso la fonte della voce.
«Ma capitano! È stata lei ad iniziare!»
«Ne dubito fortemente ma anche se fosse sarebbe l'unica tra le due a poter compiere un atto simile. Come ho già detto la invito nuovamente ad andarsene a dormire e non ho intenzione di ripeterlo un'altra volta»
Mari mi riguardò nuovamente e mollò la mia gola capendo di per sé che la sua fosse una battaglia persa.
Si avvicinò minacciosamente un'ultima volta solo per sussurrarmi all'orecchio.
«Stavolta ti è andata bene ma giuro che appena ne ho la possibilità ti levo le molecole una per una»
Sussurrate queste parole se ne andò verso il suo alloggio senza dimenticarsi di darmi una spallata.
Barcollai leggermente.
Appena di Mari non rimase neppur l'ombra rimasi ferma e deviai lo sguardo indagatore del nanetto.
«In realtà avevo iniziato io con le mani»
Sussurrai grattandomi la nuca e fissando una porta alla mia destra.
«Lo immaginavo»
Disse tranquillamente il corvino.
«E allora perché...?»
«Non sapevo che scusa inventarmi. Sarai pure un caporale, ma davanti a tua sorella rimani sempre una ragazzina indifesa. E lo stesso per Hanji»
Lo so, ok?
Ringhiai arrabbiata e dissi a denti stretti.
«Tappati quella boccaccia! Lo so che sono un completo disastro! E so anche che non riesco a reagire al passato. Ti prego, non sbattermelo in faccia ogni volta!»
Ebbi il coraggio di guardarlo.
Gli occhi leggermente sgranati e lo sguardo di ghiaccio che all'improvviso ammorbidì i muscoli.
«Non volevo intendere questo T/N, lo sai. Prima che tu te la prendessi con te stessa come fai sempre stavo cercando di farti comprendere quanto sia masochista il tuo continuo incolparti di tutto ciò che succede. Sappi che non fai male solo a te stessa»
Mi avvicinai di scatto.
«Smettila di fare così! Non sono masochista! Sei tu che ti fai sempre gli affari degli altri! Non sei nessuno per giudicare come decido di comportarmi alla mia età -feci una pausa con un profondo respiro- Non mi dilungherò oltre. Ho bisogno di riposare»
Levi mi afferrò un braccio e lo strattonò a sé.
«Vedi che sei una fottuta masochista?! Non parli mai con nessuno! Solo Dio può sapere la bragia che ribolle oltre i tuoi occhi. Non sei l'unica persona che soffre in questo mondo. Forse sei particolarmente sventurata, ma non sei la sola»
Provai invano a liberarmi dalla sua presa senza però ottenere risultati.
Non avevo forza in corpo per urlare.
«Ti prego, lasciami! Voglio stare da sola! È inutile che cerchi di aiutarmi! Finirai per stare male anche tu!»
Strinse la presa.
«Brutta testa di cazzo! Hai sempre così paura di ferire gli altri ma dimmi: chi si è mai preoccupati di non far del male a te?»
«Nessuno»
Ci riflettei diversi istanti.
«Non chiedo come stai perché sarebbe ridicolmente sdolcinato, quindi riformo la domanda. -strinse un po' la prese sulla mia spalla- stai uno schifo, vero?»
Chiese con un filo di voce.
«Si»
Risposi abbassando lo sguardo al livello del suo torace.
Ad un certo punto il corvino fece un gesto che era tutto tranne che aspettato.
Mi abbracciò.
«Beh forse qualcuno, però non è importante»
Lo fissai con gli occhi lucidi.
Arrossì di colpo, deviando il discorso.
«Erwin è annerito dalla rabbia»
«No, ti supplico. Non farmi la ramanzina anche tu. Andiamo a dormire e domani molto probabilmente riuscirò a reggere il discorso»
Egli annuì allentando la presa sul mio braccio facendo scivolare la sua mano sulla mia e la strinse.
Poi si voltò ripetendo più a se stesso che a me:
«Andiamo a dormire»Scusatemi il ritardo!!!!!
Questo è il capitolo,
Ditemi che ne pensate!
Bacionesssssssss❤️❤️❤️❤️❤️Vitty❤️
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"That rose blossomed in the ice" 🌹[LevixReader]
Fanfic••• Dopo l'arrivo di tre ragazzi provenienti dalla città sotterranea, T/N: una ragazza furba ed intelligente e con una certa scaltrezza dovrà scontrarsi con lui: Levi Ackerman. Levi Ackerman ed il suo carattere, il suo maledetto carattere. Antipatia...