La chitarra di Gaia.

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12 maggio 2016

Quando regalai la sua chitarra a Gaia era piccola. Non so dire quanto. La portai di nascosto a casa qualche giorno prima del suo compleanno e la nascosi... la suonavo un po' tutti i giorni perché, (magari tu che leggi non lo sai), all'inizio le corde sono così elastiche che debbono assestarsi e quindi essere accordate spesso finché non si arriva ad un buon punto di tensione. (Un po' come succede tra le persone che cercano "l'elasticità" ideale per "suonare" all'unisono!), con un pennarello disegnai sulla sua le stesse cose che avevo disegnato sulla mia: C'era un Joker e delle frasi, e il nome. (chiaramente sulla sua il suo!). L'espressione felice che fece quando la ricevette non ebbe prezzo. Mi chiese di insegnarle a suonare e io un po' distaccato le risposi qualcosa tipo: "Non ho pazienza". Lei chiaramente ci rimase un pochino male. E anche io perché in quel momento non riuscii a dirle altro...
Sai come e quando le raccontai la verità su quella fredda risposta? La scrissi su un quaderno che le nascosi nella valigia il giorno che è partita per andare a vivere lontana. Un quaderno intero pieno di cose che non avevo mai potuto condividere con lei per vari motivi... ma candidamente confessati in quel quaderno. Cose serie e meno serie. Mi scusavo anche per non averle potuto insegnare a suonare. Lo scrissi piangendo perché anche se non glielo avevo mai detto... In quei giorni mi ero appena detto addio con Elisa. Avevo il cuore spezzato e non riuscivo davvero a fare nulla di buono neanche per lei! E adesso quando so che lei è triste o malinconica, pensando a quanto mi "guarisce" suonare non posso non sentirmi in colpa per quel gesto tanto egoistico di aver permesso ad mio personale dolore di non farmi fare una cosa che sarebbe stata dolcissima e che le avrebbe parlato di me per sempre, o magari anche solamente ogni volta che avrebbe suonato. L'idea che con la chitarra le sarei stato accanto in ogni intenso momento di emotività scomparsa con una frase stupida dettata dalla debolezza di quell'attimo. Quel giorno ho promesso a me stesso che mai nessuna ragazza sarà più importante di Gaia per me. Nessun amore che sia dolce o strappalacrime sarà mai così forte da non permettermi di esserci per lei. Ecco perché non insegnerò mai a nessuno a suonare, (ammesso che io ne sia capace). Per lei avrei dovuto trovare tempo, un linguaggio adatto e sopratutto un sorriso nel condividere questa cosa bellissima che è fare musica con le proprie mani. Non l'ho fatto perché sono stato meno forte del mio cuore infranto. E un amore negato non deve mai permettere ad legame ancestrale come quello fraterno di limitarsi... in nessun modo! Sopratutto in un gesto che una sorella più piccola avrebbe ricordato con dolcezza per sempre. Non l'ho saputo fare anche se poi per fortuna ho potuto farne tantissimi altri che hanno reso il nostro rapporto speciale. Nonostante ciò, mi rimane comunque il rammarico per questa importantissima cosa che non ho condiviso e adesso davvero... Darei l'anima per averlo fatto.

Scusami ancora sorellina! Sappi che nonostante la distanza, ogni volta che vorrai continuerò a suonare per te come quando da bambina, cantando a voce bassa ti facevo addormentare!!! ❤️😉🎸

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