Oggi mi sento inquieto, agitato, non mi succedeva da un po'. Ultimamente riesco a gestire l'ansia abbastanza bene. Ma non oggi. Sarà la pioggia, la giornata buia, cose che se fossi nella mia stanza mi rilasserebbero magari assieme ad una canzone malinconica dei The Cure mentre leggo qualcosa qui.
Nulla. Sono al lavoro e la mia unica preoccupazione è che qualcuno possa parlarmi interrompendo questo flusso di pensieri che è iniziato senza che avessi tempo di realizzare che ero entrato qui per leggere e non per sproloquiare. Pensavo alle persone importanti: amici, amori o semplicemente "conoscenti" che però ti lasciano qualcosa dentro, magari leggendo i loro pensieri come faccio io o come stai facendo tu che leggi di me in questo momento. Ci sono anime qui che non posso far a meno di sentire vicine. Dopotutto, in questo piccolo mondo virtuale ho conosciuto persone che poi nel bene e nel male sono entrate nella mia vita reale, alcune purtroppo solo per un po'... altre spero rimangano per sempre. E poi ci sono quelle che... ti fanno venire una gran desiderio di abbracciarle e conoscerle live e chissà se succederà mai, ma ci sono anche quelle che ti lasciano qualcosa dentro per poi sparire in un click, da qui, dai contatti... dalla vita. Anime sfiorate e mai toccate. Forse meglio così che "toccate e perdute"? Non lo so. A volte le persone sono solo di passaggio... e anche se vorremmo pensare il contrario dobbiamo capire che non sono sullo stesso nostro treno ma che ci considerano semplicemente una stazione dove passare per poi andare altrove. Fa male? Eh si! Specialmente a chi, come me, mette comunque il cuore in ogni cosa.
Lo so, sembra un discorso senza capo né coda ma è solo che sto cercando di parlare genericamente mentre nella mia testa c'è una rissa tra mille pensieri. Non sono uno che cerca di trattenere le persone, anzi... a volte proprio per questo tornano, magari solo per un "ciao", e la mia porta è sempre aperta, le accolgo con un sorriso ma non è detto che non faccia male. Immaginate una persona alla quale tenete tantissimo che vi ignora o che semplicemente (forse peggio!) è così "distratta" che si fa sentire magari solo una volta l'anno, o non si ricorda mai di noi... Oddio, mi sto agitando ancora... non riesco a scrivere, mi tremano un po' le mani sulla tastiera. Scusate la confusione. Continuo a chiedermi come le persone percepiscano i sentimenti, perché ogni rapporto umano di un certo livello diviene alla fine un dialogo intermittente di tre parole ogni due mesi!!!
Mi gira in testa da un bel po' un libro che non finirò mai di leggere credo, perché ho bisogno che sia lì, ma che non debba mai leggerne l'ultima parola. È la biografia di uno scrittore del quale non ho mai letto nulla (per ora) ma alla cui sensibilità mi sento affine ogni volta che ne leggo interviste, vedo documentari ecc.
Purtroppo questo artista non c'è più, ma è stato considerato tra le anime più sensibili della sua generazione, un po' come fosse un Kurt Cobain della letteratura e che con lui, ahimè, condivide la fine non propriamente... "naturale". Lo scrittore in questione si chiama David Foster Wallace, e questa sua biografia (divenuta anche un film ma con nome differente), ha dato appunto il titolo allo sclero di cui sono vittima in questo momento mentre scrivo.
Mi chiedo se questa affermazione avrà alla fine una spiegazione, ma penso che la si debba ricercare più nella vita che nel libro stesso. Forse non c'è un motivo, le persone vanno e vengono, scompaiono e ricompaiono a caso e per quanto questo possa far male, forse la natura "ectoplasmica" dell'amore va ricercata nella nostra società e non nell'amore stesso. Quel sentimento così puro e indefinibile che muta dentro di noi nel tempo, ma non in se stesso. Colpa nostra? Colpa delle circostanze della vita? O magari è solamente qualcosa di troppo più grande di noi per contenerne dentro più di un tot e per più di un certo tempo, basta pensare a come ogni coppia, che sia di amici, di partner... di soci o altro scada in quella maledetta sensazione chiamata "routine" che toglie colore, interesse, passione, a qualsiasi rapporto umano trasformandolo in noia... che poi diventa "assenza di comunicazione" ed infine marcisce in "assenza e basta".
Chi un po' mi conosce anche solo di sfuggita sa che nell'amore ci credo. Sempre, comunque e in ogni sua forma. Ma il fatto di crederci non significa nulla se non si percepisce nell'aria o non lo si ha nella propria vita, allora si!, prende forma la similitudine tra le parole "amore" e "fantasma", perché sembrerebbe quasi essere una questione di credere ad un qualcosa che in fondo nessuno sa se esiste sul serio, qualcosa di impalpabile che forse è più "suggestione" che realtà... più immaginazione e bisogno umano di immergersi in quella favola ancestrale che ci raccontavano quando eravamo bambini, che un qualcosa di tangibile. Perché spesso ciò che chiamiamo "amore" è semplicemente un miscuglio indefinito di tante cose: attrazione mentale, fisicità, chimica del corpo, ormoni in subbuglio, desiderio di condividere l'anima o semplice paura della solitudine. Mentre il "dolore", (quello del "non amore"), è unico... un solo ingrediente che percepiamo senza alcuna confusione... che ci svuota dentro, ci lascia senza forze, inermi, inutili e ci fa sentire invisibili come se non esistessimo... non in questa realtà almeno, non per chi vorremmo vivesse nel nostro cuore e nella nostra vita. Così andiamo di fronte ad uno specchio immaginario e sbirciamo nel deserto che sentiamo nell'anima attraverso i nostri spenti occhi una volta pieni di luce, di sogni, di emozioni e di sentimenti e ad un tratto ci rendiamo conto che si! È vero... OGNI STORIA D'AMORE È UNA STORIA DI FANTASMI, ma io... ci credo lo stesso!!!
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Pensieri Spettinati...
RandomEhm... non so se questo sia un diario, non credo. Magari più un block notes! (Un "Death Note"?). Una raccolta di pensieri, anzi... la definizione giusta credo sia "appunti mentali". Forse sono solo sciocchezze. Non so immaginare perché qualcuno dovr...