Capitolo 6

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Ero pronta, mi guardai un'ultima volta allo specchio e uscì dalla stanza, incontrai Seth che chiudeva la porta della sua stanza. <<Ciao, non ti ho vista più oggi.>> <<Si, scusa sono andata alla spa con le ragazze e poi abbiamo pranzato al ristorante al molo. Tu?>> <<Mi sono allenato e poi sono andato in spiaggia con i ragazzi. Cosa fai questa sera.>> <<Vado alla festa sul molo.>> <<Ci vado anche io con Haley vieni con noi?>> <<No, voglio camminare un po' mi farò una passeggiata fino al molo.>> <<Sicura possiamo darti noi un passaggio non è un problema.>> <<Lo so Seth, ma voglio camminare, anche Sophia si è offerta di passare a prendermi ma le ho detto la stessa cosa.>> <<D'accordo, ci vediamo alla festa allora.>> <<Si.>>

Salutai Seth che usci di casa per andare a prendere Haley e andai a prendermi la mia borsa nel guardaroba, misi all'interno il cellulare e usci anche io di casa.

La città era deserta il sole era tramontato ma il celo non era ancora diventato blu notte mi incamminai verso il molo e via via notai sempre più movimento e confusione, piccoli gruppi di cantanti suonavano in punti diversi del molo i negozi erano ancora tutti aperti si poteva sentire l'odore dei pop corn e dello zucchero filato, artisti di strada facevano i loro numeri lasciando le persone in torno a loro sbalorditi, le bancarelle vendevano orecchini, collane e braccialetti artigianali, giochi per bambini e libri.

Passeggiai tra le bancarelle e poi mi fermai a vedere dei ragazzi che si esibivano con dei numeri di fuoco, quando la loro esibizioni fini mi dispersi nella folla e continuai la mia passeggiata, mi fermai a guardare il mare. <<Ciao.>> Mi voltai per vedere chi fosse. <<Ciao. >> Dissi un po' confusa, non mi ricordavo chi fosse. <<Non ti ricordi di me?>> <<Ci conosciamo?>> Chiesi titubante e imbarazzata. <<Tu si che sai uccidere l'ego maschile. Sono Marco il cameriere che oggi ti ha servito il pranzo.>> <<Ah, ciao scusami ero distratta.>> <<Anche a pranzo lo eri.>> <<Già, si scusami, anche tu passeggi per la festa e ammiri il panorama. >> <<No, io sono in pausa.>> Mi indicò la divisa da cameriere. << Domanda sciocca scusami, non avevo notato la tua divisa.>> <<Il ragazzo che occupa la tua mente in questo modo deve essere super fortunato. >> <<Magari sono semplicemente una turista che ammira le bellezze del posto.>> <<Il tuo non è uno sguardo da semplice turista?>> <<E come sarebbe il mio sguardo?>> <<Di chi guarda qualcosa per la prima volta e pensa, mi sarebbe piaciuto vederlo insieme a lui.>> Rimasi per un po' senza parole. <<Ciao.>> Mi voltai e vidi Aiden. << Il mistero s'infittisce, torno al lavoro, la mia pausa è finita.>> Marco rientro nel locale e Aiden mi si avvicino. <<Ciao.>> <<Hai fatto nuove amicizie?>> <<Non preoccuparti delle mie amicizie e pensa alle tue.>> Stavo per andarmene gli passai d'avanti e oltrepassai il suo corpo immobile, la sua mano si poso sul mio braccio. <<Te ne sei andata senza una parola o un biglietto mi hai lascito nel vuoto più totale.>> <<Sei stato fortunato, tu mi hai lasciata con le peggiori parole che potessi sentirmi dire e mi hai tradito con un'altra, credo che quello a cui sia andata meglio sei tu.>> Mi tolsi la sua mano dal braccio anche se la mia mano sulla sua non voleva rompere quel contatto, mi allontanai e rifugiai tra la folla finché non senti la voce di Sofia che mi chiamava, la vidi, era a pochi metri da me e la raggiunsi.

<<Tutto ok.>> <<Ho rivisto Aiden, per quanto volessi che il mio dolore scomparisse non ci riesco, mi ritorna in mente nudo in quella stanza e le cose che mi disse sulla spiaggia e ieri sera a casa tua.>> <<Ok adesso sgombra la mente, vieni con me.>> <<Dove?>> Sophia mi trascino vicino ad una fontana zampillante dei ragazzi suonavano musica popolare e ballavano un danza mai ballata prima, le persone circondavano i musicisti e battevano le mani a ritmo di musica, Sophia con la mano stretta nelle mia attraverso la folla e si posiziono vicino ai ragazzi e ne saluto uno. <<Togliti le scarpe.>> <<Perché?>> <<Toglile!>> <<No!>> <<Vedrai è liberatorio.>> <<Cosa, stare a piedi nudi in mezzo a tanta gente?>> <<No, ma ballare a piedi nudi si.>> Lei iniziò a saltellare a ritmo di musica e io mi lasciai trascinare, all'inizio imbarazzata e fuori tempo ma azzeccato il ritmi giusto mi scatenai aveva ragione la mia mente si era come svuotata avrebbe potuto lasciarmi li sola e non me ne sarei accorta, la mia gonna plissettata era perfetta per quel balletto era divertente travolgente il ritmo e gli applausi sprigionavano un'energia mai provata prima neanche durante i balletti della tifoseria, ad un tratto non eravamo solo io e Sophia a ballare ma ci raggiunse anche Haley e altre ragazze della tifoseria il ritmo della musica era sempre più veloce e anche i nostri passi aumentavano di velocità, quando la musica si fermo ci fermammo anche noi e le persone intono a noi ci inondarono di applausi e complimenti, fischi di approvazione e sorrisi. Noi facemmo un inchino e ci ricomponemmo.

Tra abbracci e risate salutai le ragazze della tifoseria che ancora non avevo visto, poi tutto torno calmo.

La serata era quasi terminata le bancarelle stavano chiudendo, gli artisti di strada raccoglievano le loro attrezzature e le persone si dileguavano verso casa. <<Sarah ti dò un passaggio a casa o torni con Seth?>> <<No grazie preferisco camminare.>> <<Sicura? Non hai i piedi stanchi dopo aver ballato per due ore?>> <<No, sto benissimo, anzi grazie è tutto merito tuo, mi sono sentita bene dopo un casino di tempo, non ricordavo di avere tanta energia.>> <<Beata te io sono un po' stanca, sono contenta che tu ti sia divertita, mi mancava la tua spensieratezza. >> <<Manca anche a me alcune volte. Ma tu mi hai fatto capire che è ancora in me. Vai adesso io resto ancora un po' e poi mi incammino verso casa.>> <<D'accordo.>> Sophia mi salutò con un abbraccio e se ne andò.

<<Mi aspettavi?>> Mi voltai e vidi Marco. <<No, ma forse sei tu a seguirmi.>> <<Io qui ci lavoro.>> <<E a me piace il paesaggio.>> << A me piace il paesaggio riflesso nei tuoi.>> Sorrisi un po' lusingata ma anche incredula. << Questa è la tua frase per fare colpo sulle ragazze?>> <<Ho fatto colpo?>> <<No, non direi.>> <<Sai, chiunque lui sia, non permettergli di spegnere la luce che hai dentro, perché non lo merita.>> <<Di che parli?>> <<Stasera mentre ballavi scalza ai piedi della fontana con le tue amiche avevi una luce ed un sorriso che non vedo più adesso e non ho visto neanche quando eri con quel ragazzo e neanche quando sei entrata nel ristorante.>> <<Ho ragione, allora mi spii. >> <<Tusche.>> <<Sai io non sono originaria di questa città mi sono trasferita a settembre dell'anno scorso, inizialmente ero troppo arrabbiata con i miei genitori per apprezzarla, poi quando ho cominciato ad innamorarmene l'ho dovuta lasciare, ho trascorso gli ultimi cinque mesi in un'altra Nazione e ieri mentre scendevo dalla scaletta dell'aereo volevo tornare in dietro, non volevo varcare le porte dell'aeroporto, adesso so perché, non è solo per paura di incontrare alcune persone, ne perché avrei dovuto fare i conti con i miei sentimenti perché con quelli ci facevo già i conti tutti i giorni nelle mia zona di esilio, ma perché sapevo che rivedere i miei amici e questa città avrebbero reso la mia decisione di ripartire ancora più difficile, questa sera ne è stata la prova. >> <<Decidi di restare allora.>> <<Non è facile.>> <<Qualcuno una volta mi ha detto, non ci sono scelte giuste o sbagliate non ci sono scelte difficili o facili, scegli quelle che ti rendono felice. Se restare ti rende felice come lo eri mentre ballavi, fallo! Metti tutto il resto in un angolo e si felice, la vita è troppo breve per prenderci il lusso di abbandonare la felicità.>> <<Grazie, ma ora devo andare. >> <<Non mi hai detto il tuo nome.>> <<Sarah.>> <<Buona notte Sarah.>> <<Buona notte anche a te Marco.>>

Mi incamminai verso casa, la città era deserta impiegai quindici minuti per arrivare a casa ma non mi dispiaceva, dopo l'aggressione di Daen non mi ero più presa il lusso di passeggiare sola per la città la sera, tanto meno la sera tardi, quando varcai il giardino di casa vidi Aiden seduto sulle scale del portico.

Il destino non può essere ignoratoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora