Capitolo 9

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Entrata in casa presi il mio telefono e chiamai Sophia.

<<Ciao ho bisogno di un favore.>> <<Beh diciamo che stai migliorando, questa volta almeno mi hai salutata. Cosa sta succedendo, ti prendi due secondi e mi spieghi?>> <<Sono alla casa in montagna di Jess con Aiden, Ethan sta tornando in città, io resterò qui un po' di tempo, devi reggermi il gioco ancora per un po'?>> <<Ok, quanto devi restare fuori casa?>> << 2 notti. >> <<Ok, diremo che mio padre è partito per lavoro e che ha voluto che andassi con lui per dare un'occhiata ad una università che si trova in quella città, io non volevo andarci da sola e ho chiesto a te di venire con me.>> <<Ok spero che funzioni. Grazie mille.>> Salutai Sophia e riagganciai poi composi il numero di mia madre e iniziai a camminare avanti e in dietro per la stanza. <<Non rispondere, non rispondere, non rispondere non rispondere.>> Riagganciai, ok mia madre non mi aveva risposto, meno una, ora toccava a mio padre, composi il suo numero e portai il telefono all' orecchio e ricominciai a camminare avanti e indietro. <<Non rispondere, non rispondere, non rispondere.>> Ok entrambi i miei genitori non mi risposero, ora era il momento di mettere in atto il piano, apri l'app di whatsapp e trovai il profilo di mio fratello, apri la chat e gli lasciai in messaggio vocale dove dicevo la versione che avevo concordato con Sophia, poi chiamai Consuelo a lei raccontai la stessa versione che avevo detto a Seth. Quando riagganciai, mi lasciai sprofondare sul divano. <<Quante telefonate in 10 minuti.>> <<Dovevo pur trovare una scusa che spiegasse perché non mi farò vedere per due giorni.>> <<Già. Cosa ti va di fare?>> <<Dovevamo parlare no? Quindi parliamo.>> <<Di cosa vuoi parlare?>> <<Ad esempio della tua nuova ragazza. Molto carina, sai che sei qui? È che mi hai chiesto di restare?>> << No, non parliamo di questo.>> << Ok, parliamo allora di come ti è venuta in mente l'idea così stupida di lasciare i Benneth e di quanto tu sia ostinato a portare avanti le tue idee senza ascoltare gli altri.>> <<Non voglio parlare di questo.>> <<Di cosa vuoi parlare allora.>> Aiden si sedette sul tavolino di fronte al divano dove io ero seduta, prese le mie mani tra le sue. <<Di noi, voglio che parliamo di noi.>> Un brivido mi percorse la schiena e liberai le mie mani dalle sue, lui continuava a guardarmi negli occhi ma io non riuscivo a sostenere il suo sguardo, mi alzai dal divano e raggiunsi la porta a vetri del salotto e iniziai a guardare fuori, dentro di me pensai che mi ero spinta troppo oltre accettando di restare. << Non ti ho chiesto di restare per convincermi di tornare dai Benneth, lo sai che voglio bene a Ester, lei è l'unica madre che io abbai mai avuto, la stessa cosa vale per Piter, ero preso dalla rabbia dalla paura di averti persa per sempre che ho deciso d'istinto, senza riflettere.>> mi voltai verso di lui ancora seduto sul tavolino.<< Tornerai dai Bennet?>> <<Si.>> <<Cercherai di andare d'accordo con Ethan, di instaurare un rapporto quanto meno d' amicizia con lui se non di fratellanza.>> Non era molto convinto. <<Non gli presterò i miei vestiti o i miei trucchi come fate tra ragazze ma si, ti prometto che farò il bravo.>> Mi fece sorridere la sua battuta, e cercai di nascondere il mio sorriso tornando a guardare fuori dalla finestra. Aiden se ne accorse, lui si accorgeva di tutto, si alzo dal tavolino e mi raggiunse alla finestra. <<Ora posso fatti io una richiesta?>> Mi voltai verso di lui diffidente e lo guardai negli occhi, le mie labbra si lasciarono scappare. << Ok>> << Non ti arrendere ancora con me. Provaci, prova a perdonarmi.>> << Ci sto provando, ma...>> Non mi fece terminare la frase. << lo so te l'ho reso maledettamente difficile.>> Tornai a guardare fuori, perché avevo paura che mi scappasse una lacrima mentre gli raccontavo di come ero stata a Londra. <<Quando ero a Londra in lacrime rannicchiata nel mio letto del dormitorio, pensavo che forze anche tu un po' soffrissi per la fine della nostra storia, ti sentivo vicino anche se eravamo lontani, ma adesso se qui, vicino a me, ma ti sento lontano più che mai, perché so che sei andato avanti.>> <<Perché pensi che io sia andato avanti.>> <<Hai già dimenticato la tua nuova ragazza.>> << Sai benissimo che non era altro che...>> <<Avanti dillo, di quella parola. Non sono più la ragazzina che arrossiva al solo sentire quella parola.>> <<Quello che stavo per dire non ti avrebbe fatta arrossire ma ti avrebbe solo ferita e non voglio più farlo.>> <<Troppo tardi.>> << Non l'ho mai fatto intenzionalmente.>> Un altro brivido si propago lungo la mia schiena, Aiden se ne accorse, prese la sua felpa che stava sulla poltrona vicina e me la mise sulle spalle.

Il destino non può essere ignoratoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora