Capitolo 21

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Mi svegliai nel cuore della notte con il cuore in gola, respiravo a fatica, l'aria mi sembrava irraggiungibile, pensai "Non di nuovo, non di nuovo... Calmati e passerà. E' tutto nella tua testa... Ma ciò che mi ripetevo non bastava a calmarmi.

Scesi di sotto e andai in cucina, il mio corpo continuava a tremare e il mio cuore mi martellava nel petto, accesi la luce e vidi Marco che era seduto al bancone della cucina controllava delle carte. <<Che ci fai qui al buio.>> <<Controllavo delle carte, tu che ci fai alzata a quest'ora.>> <<Non riuscivo a dormire>> Dissi mentre mi stringevo le braccia intorno al corpo. <<Ti sta succedendo di nuovo?>> Chiese avvicinandosi io feci un passo indietro ma il mio corpo fu scosso da un tremore evidente. <<Vieni qui!>> Marco mi strinse a se avvolgendo il suo braccio intorno alla mia schiena <<Usciamo a prendere aria d'accordo?>> Io annui e stretta nel suo abbraccio lo segui fuori, andammo ne cortile sul retro e sedemmo sulle scale Marco continuava a tenermi stretta. Il mio cuore iniziò a rallentare e il nodo in gola era diventato più piccolo e iniziava a sciogliersi facendo passare più aria.

<<Sei uscita di casa ieri mattina perché avevi in attacco di panico?>> <<Possiamo non parlarne?>> << Quando ero un ragazzino io e la mia famiglia siamo rimasti coinvolti in un incidente, un brutto incidente, solo io ne sono uscito indenne. Quando sono stato dimesso dall'ospedale ho iniziato a soffrire di attacchi di panico, ho iniziato ad averne quando salivo in macchina, così ho iniziato a trovare mille scuse per evitare le auto, però non è bastato, gli attacchi mi svegliavano nel cuore della notte mentre dormivo nel mio letto, ero spaventato ma poi mi sono fatto coraggio è ho raccontato la verità, e sono stato aiutato, e gli attacchi sono diventati più rari per poi sparire del tutto.>> <<Mi dispiace per te e la tua famiglia.>> <<Non ti ho raccontato questa storia per impietosirti o altro, l'ho fatto per dirti che io so ciò che si prova e che si possono superare, ma non puoi farlo da sola.>> <<Ieri, la prima volta che mi sono sentita cosi è stata ieri mattina, non riuscivo a stare ferma il cuore sembrava volesse uscirmi dal petto, non riuscivo a respirare e avevo un nodo in gola che non riuscivo a mandare giù. Sono andata a correre e sono stata meglio finché non sono arrivata al pontile ed è successo ciò che sai.>> <<Mi dispiace se ti ho dato addosso ieri mattina. Ma ero davvero preoccupato, ci insegnano a tenere le distanze dalle persone che proteggiamo, ma io ho provato qualcosa per te nell'istante in cui sei entrata nel ristorante di mio zio.

So che il tuo cuore e impegnato già con qualcun alto ma ciò che provo per te è troppo forte per vederti soffrire. Perciò penso che tu debba andare da lui, dirgli la verità. >> <<Non posso!>> <<Si che puoi, è l'unica cosa sulla quale hai davvero il controllo, non puoi sapere con precisione quanto tempo ci vorrà prima che troviamo Marta e quando la tua famiglia tornerà alla normalità, non puoi fermare la tua vita fino a quel momento, perché il tempo non lo si può fermare e non è eterno. Perciò devi promettermi che riprenderai in mano la tua vita. Vedrai che se affronti ciò che ti fa paura passeranno anche gli attacchi di panico.>> <<Grazie.>> <<Sono riuscito a convincerti a parlare con quel ragazzo?>> <<No.>> Dissi con un lieve sorriso sul viso.

<<Sei davvero cocciuta. Va a letto adesso, ci vediamo domani.>> <<Sai sei davvero fastidioso quando mi dai ordini come si fa ad una bambina.>> <<Scusa conformazione professionale. >> << Non ho sonno quindi resterò ancora un po' qui, se per la mia guardia del corpo va bene.>> <<Ok ma solo un altro po'.>> <<Grazie, per tutto. Anche per ciò che fai quando sono in preda agli attacchi. Riesci a farmi sentire meglio con i tuoi abbracci.>> << L'abbraccio, stimola la produzione di ossitocina, conosciuto come l'ormone dell'amore e di endorfine, sostanze che inducono una sensazione di benessere, quando stringiamo qualcuno tra le braccia scambiamo un'emozione di qualità e ci ricarichiamo di energie positive.>> <<Quindi abbracciarmi fa bene anche a te.>> <<Certo gli abbracci fanno bene a tutti.>> <<Grazie per i tuo abbracci allora.>> <<Non c'è di che, sei piacevole d'abbracciare.>> Sorrisi divertita a suo sguardo spiritoso.

Restammo seduti in veranda a chiacchierare fino all'alba, quando il celo iniziò a schiarirsi ci accorgemmo che avevamo perso la cognizione del tempo.

<<Scusa, ti ho fatto stare tutta la notte in piedi, vai a riposare, mi metto a letto un po' fallo anche tu.>> <<D'accordo, quando entrammo in casa dalla porta sul retro notai le carte che Marco aveva lasciato sul bancone della cucina in piena notte mentre io non mi sentivo bene. <<Cosa facevi questa notte quando sono entrata in cucina?>> Chiesi indicando la postazione con le carte dove l'avevo trovato seduto alcune ore prima. <<Stavo lavorando. Cercavo indizi, su Marta, studiavo le carte per capire quali potessero essere i posti dove Marta poteva nascondersi in questa città.>> <<Hai trovato qualcosa?>> <<Non ancora. Ma ci riusciremo, sono bravo nel mio lavoro. Adesso va a dormire e non farmelo ripetere.>> <<Ok>> Dissi sospirando e usci dalla cucina, lo guardai un ultima volta e lo vidi sorridere della mia smorfia disperata.

Tornai in camera mia e mi misi a letto, riuscì ad addormentarmi ma prima tirai fuori da un cassetto una maglia che era stata di Aiden che mi aveva prestato quando eravamo stati alla casa in montagna da soli e me la infilai, profumava ancora di Aiden mi accoccolai in quella maglietta immaginando di avere il corpo di Aiden abbracciato al mio e mi addormentai profondamente.

Il destino non può essere ignoratoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora