Capitolo 6

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Percorro il vialetto di casa mia lentamente, sento l'ansia crescere in me dal momento che la luce in casa è accesa e so già che mia madre si è accorta della mia assenza, ma quando entro in casa non trovo mia madre ad aspettarmi ma mia sorella.

"Dov'eri?" Dice alzandosi dal divano e venendomi incontro. É furiosa e posso capirlo dal suo sguardo.

"Ho fatto quattro passi, non riuscivo a dormire." Dico con un filo di voce. Riprendo i miei passi verso le scale ma lei mi afferra per un braccio e mi tira, d'istinto le stringo forte il polso e porto la sua mano lontana,  lei mi guarda ed il suo sguardo è pieno di odio mentre io sento già il nodo alla gola formarsi.

"Sei pazza" Dice con disprezzo. "Tu sei pazza" Ripete urlando.  Le lacrime calde cadono giù dai miei occhi bagnando la pelle fredda del mio viso. Alzo lo sguardo verso le scale continuando a salire poi mi accorgo di mia madre nascosta dietro il muro della nostra stanza, la paura nei suoi occhi e la pena nel mio cuore. Lei non ha il coraggio di affrontarla. Quando mi vede mi guarda come per scusarsi, quando sono abbastanza vicina la stringo in un abbraccio.

"Va tutto bene. Torniamo a dormire."

***

Mi alzo dal letto e in fretta mi preparo. Mia sorella è uscita prima questa mattina per andare a lavoro, fortunatamente non l'avrei vista tutta la giornata, aveva il tempo pieno a lavoro. Metto un jeans ed un maglione grigio e le air force bianche.  Prendo la borsa e il telefono e prima di uscire lascio un bacio sulla guancia a mia madre.

I suoi occhi si aprono quando mi avvicino perciò ricambia il saluto.

Esco in fretta di casa e mi incammino a scuola. Il sole è debole in cielo perciò non fa caldo. Varie macchine passano in strada, ma una delle tante si ferma e quando guardo il guidatore sbuffo.

"Allora Smith. Un passaggio? " Dice tenendo il mio passo con l'auto.

"Vaffanculo Mike." Continuo a camminare senza neanche guardarlo.

"Aggressiva. Mi piace." Lo guardo sotto shock fermandomi e stessa cosa fa lui.

"Solo..." Mi avvicino all'auto "Lasciami in pace" Dico con un filo di voce. Lui mi fa un cenno con il capo e sfreccia via alzando un cumolo di polvere.

"Idiota" Sibilo a denti stretti.

Arrivo a scuola in ritardo visto che la mia voglia di camminare è pari a zero e faccio qualche sosta per strada poiché mi sento stranamente stanca. Mi subisco una delle ramanzine dal professore di chimica e quelle due ore sembrano non finire più.  Sospiro sollevata quando la campanella suona e vado in mensa ma i miei passi vengono interrotti da qualcuno che mi afferra per i fianchi e mi tira nel corridoio. Mi giro ed incontro due occhi color caramello. Il battitto del mio cuore aumenta e l'ansia mi invade.

"Devo parlarti" Dice prima di trascinarmi nel giardino sul retro della scuola.

"Che cazzo vuoi Bieber?"

"Calma bimba. " Lo vedo portarsi una sigaretta alle labbra e accenderla. Prende un tiro e rilascia il fumo "Cosa ci facevi in quella casa?"

"Era la mia casa."

"Non metterci più piede. " Dice nervoso.

"Cosa?" Chiedo scioccata, la mia voce esce stridula.

"Non devi più andarci." Lo vedo avvicinarsi mentre prende un tiro dalla sigaretta e ne butta metà a terra, rilascia il fumo contro il mio viso. "Intesi?" Annuisco terrorizzata e lo vedi ridere per questo poi calpesta la sigaretta e va via. Torno a respirare finalmente,  non mi ero neanche accorta di aver trattenuto il respiro.

In fretta vado in mensa e Abby mi tiene il posto.

"Dov'eri?"

"Al bagno" Mento.

"Tutto questo tempo?"

"No è che ho dovuto chiamare a casa." Inizio ad agitarmi.

"Kay va tutto bene?"

"Si." La guardo. "Non preoccuparti Abby"

"Okay" Risponde non tanto convinta.

E io non faccio altro che pensare a quell'odioso Justin e a quanto mi terrorizzasse. Ha sempre terrorizzato tutti.

Ha solo riportato brutti ricordi ed è l'ultima cosa di cui ho bisogno.

Forbidden loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora