Capitolo 4

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Vengo svegliata all'improvviso dalle urla di mia madre. Questa volta sono un po' più forti. Le altre volte erano soffocate, questa volta no. Ce l'ha fatta ad urlare e a liberarsi dal suo incubo.  Stringo forte il pupazzo con cui dormo e stringo gli occhi aspettando che tutto ciò finisca. Dopo pochi minuti scatta sedendosi e d'istinto mi alzo anch'io.

"Mamma. Cos' hai?" I suoi occhi sono pieni di lacrime.

"Lui era lì. Mi soffocava e io..." Scoppia in un pianto e mi avvicino per abbracciarla. La sento piangere come una bambina. In tutta la mia vita l'ho vista così solo tre volte. Quando morì mio padre, quando morì sua madre e ora. Mi fa male il cuore solo a pensare tutto il dolore che ha dentro. Penso che mia madre sia un grande esempio da seguire, lei è una guerriera, ha sempre lottato per mio padre e ha lottato quando lui ci ha lasciate. Ricordo i primi giorni senza lui come se fosse ieri, era così difficile lei era fin troppo piena. La ricordo rannicchiata sul letto mentre abbracciava una loro foto, lei guardava il vuoto e le lacrime le correvano sul viso senza sosta. É stato straziante vederla in quello stato e non poter fare nulla. Ma lei non si è abbattuta. Qualche giorno dopo cercò di riprendersi e iniziò a mangiare di nuovo fortunatamente. Ma spesso ha avuto qualche ricaduta. Ricordo un giorno di marzo, quando mi svegliai per andare a scuola avevo una brutta ansia e a scuola mi chiusi in bagno a piangere come una stupida per la brutta sensazione che provavo, era come se stessi perdendo qualcosa o qualcuno e quando tornai a casa mia madre era sul divano avvolta in una coperta e fissava il vuoto e io quando la vidi pensavo soltanto "Ti prego, non di nuovo". Mia sorella mi disse che mia madre aveva esagerato con alcuni farmaci e non era stato un errore. Fu la prima volta che mia madre tentò il suicidio e ciò mi distrusse.

Un singhiozzo mi riporta alla realtà. Mia madre si allontana dal mio corpo e si asciuga il viso,  le sistemo i capelli tirandoli dietro le orecchie e lei mi sorride debolmente.

"Scusa" Dice con un filo di voce. Io le sorrido per rassicurarla.

"É tutto apposto. Vuoi alzarti dal letto? Ti faccio una camomilla?"

"No. É tutto apposto. Torniamo a dormire." Annuisco e ci stendiamo entrambe nel grande letto. Le prendo la mano e poco dopo cade in un sonno profondo.

Una lacrima scorre piano sul mio viso vedendo il volto sofferente di mia madre.

Chiudo gli occhi cercando di trattenere le lacrime che minacciano di uscire.

Qualche minuto più tardi mi addormento ormai stanca.

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