Capitolo 9

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È così assurdo, lui mi ha in un certo senso salvata.

La mia vita sta così cambiando dal suo arrivo. Né Mike né Jack mi hanno mai parlato così, loro ci hanno provato con me ma non così.  Mi sento così confusa che lascio Justin e Mike prendersi a botte e di corsa scendo le scale andando direttamente all'uscita di questa casa. Una volta arrivata in strada respiro a fondo. Il mio telefono inizia a squillare distraendomi dai miei pensieri, quando leggo il nome di mia sorella capisco subito cosa è successo.

"Come sta?" Dico rispondendo.

"Ha bisogno di te. Io non ce la faccio." La sua voce è così bassa e distrutta.

"Arrivo" Dico prima di riattaccare e poi inizio a correre fino ad arrivare a casa. Le urla sono udibili già dall'entrata. Lei ha paura. Corro di sopra e la trovo sul letto rannicchiata mentre si tiene la testa tra le mani, le lacrime le bagnano il volto e urla, urla tantissimo. Vederla di nuovo così mi mette i brividi.

"Mamma." Urlo e lei mi guarda, è già un po' più calma. "Sono qui" Dico abbracciandola.

"Non lasciarmi sola." Dice piangendo. É così fragile. Mi distrugge vederla così.

"Shh. Sono qui non vado da nessuna parte. Sono qui" Cerco di rassicurarla mentre la cullo tra le mie braccia. La sua testa sul mio petto e le sue braccia intorno a me.

Come vorrei che lei stesse bene. Vorrei che lei fosse come tutte quelle normali mamme che escono a fare la spesa o shopping con la figlia ed invece è già tanto se lei riesce ad andare a lavoro.

Vorrei essere anch'io una normale adolescente che esce con gli amici o con il proprio fidanzato e si diverte e invece devo prendermi cura di lei.

Vorrei solo che la mia famiglia fosse normale. Ma forse chiedo troppo.

Mi sveglio nel mio letto, mia madre ancora dorme. Io mi alzo e inizio a prepararmi per la scuola. Indosso un jeans e una felpa, poi raccolgo i capelli in una coda laterale che ricade sulla mia spalla e prima di uscire metto le scarpe e prendo borsa e cellulare.

Abby mi aspetta fuori scuola come sempre, ma questa volta è in compagnia. Justin, Mery, Carly, Jack e Mike sono con lei, qualcosa mi dice che dovrò iniziare ad abituarmi a questa compagnia.

"Buongiorno" Dico rivolgendomi a tutti e ovviamente tutti rispondono tranne Justin. Lo vedo accendersi una sigaretta. É parecchio nervoso.

"Mi dispiace per ieri" Sento dire a Mike davanti a tutti, ed è strano. Lui non si scusa mai. "Sai ero fuori di me,  avevo bevuto e..."

"É tutto okay Mike" Dico interrompendolo. Voglio solo dimenticare la sera precedente.

"Stasera ci sarete al ballo in maschera?" Chiede Carly interrompendo il silenzio imbarazzante.

"Che cavolata è? " Dico facendo una smorfia.

"Noi ci saremo" Risponde Abby includendo anche me. Ammezzerei la mia migliore amica ma le voglio bene.

"Justin noi andiamo insieme vero?" Chiede la voce stridula di Mery. Justin annuisce dandole poca importanza. Prende un ultimo tiro dalla sua sigaretta e poi la getta a terra calpestandola.

La campanella suona e tutti si scambiano dei saluti a differenza mia che mi dirigo direttamente all'interno dell'edificio evitando tutti. Qualcuno mi passa affianco dandomi una spallata, mi fermo di scatto e vedo fei capelli biondo scuro, pantaloni a cavallo basso, giacchetto di pelle e supra. Quel cogliono di Justin mi aveva dato una spallata.

Gli vado dietro e lo afferro per un braccio. Lui guarda la mia mano e poi me facendo una smorfia.

"Che problemi hai?" Gli urlo in faccia.

"Il mio problema sei tu tesoro." Dice girandosi completamente a guardarmi e la mia mano lascia la presa dal suo braccio . "Levati dalle palle." Dice a denti stretti. Guardo per un istante i suoi occhi così freddi e alcune immagini passano davanti ai miei occhi.

Flashback.

"Io voglio quello al cioccolato" Dico al biondo accanto a me.

"Due gelati menta e cioccolato." Dice al ragazzo dietro al bancone.

"Avevo detto solo cioccolato." Piagnucolo come una bambina. Lui si gira a guardarmi e ride.

"Piccola ho solo aggiunto la menta." Mi accarezza il viso e sorrido.

"Si okay." Mi lascia un dolce bacio sulla guancia. Poi prende il suo gelato già pronto.

Una strana ansia mi sale quando vedo due motociclette fermate fuori la gelateria. I ragazzi hanno un passamontagna a coprirgli il volto. Hanno tutti e quattro un giacchetto nero di pelle. Uno fi loro caccia una pistola dal di dietro dei pantaloni. I miei occhi quasi escono fuori dalle orbite. Il ragazzo punta la sua pistola verso di noi, o meglio verso di lui.

"Jason attento" Urlo. Ma è troppo tardi. Il proiettile è arrivato dritto alla testa del mio migliore amico.

Fine Flashback.

I miei occhi si riempiono di lacrime e non distinguo più chi c'è davanti a me. La mia testa pulsa forte. I ragazzi nel corridoio urlano fin troppo per me. La mia testa è bloccata, così come il mio corpo.  La mia visuale ora è nera.

Mi lascio andare colpendo forte il suolo.

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