Hunting

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Erano secoli che gli studenti di Hogwarts avevano il permesso di visitare Hogsmeade nei fine settimana.

Mai prima di allora Hermione aveva avuto paura per se' stessa al pensiero di uscire dai territori della scuola.

Ne aveva provata per Harry, quando ancora tutti credevano che Sirius volesse ucciderlo.

Ne aveva avuta al pensiero di incrociare i Dissennatori... ma per quello bastava rispettare il corpifuoco.

Invece, quelle prime settimane di scuola ne avevano avute di cose in serbo per lei ... cose talmente importanti e gravi da riuscire a spazzare via il pensiero della Coppa de Mondo di Quidditch dalla mente di Hermione per un po'.
Le pareva che Ron ed Harry la squadrassero con sospetto, certe volte, ma dopo tutto era riuscita ad essere credibile, Hermione. Si era persa, la folla l'aveva trascinata e sballottata fino ad una radura lontana, aveva avuto un po' di paura, ma poi aveva ritrovato il sentiero.
Tutto qui?
Tutto qui.
Non gli aveva scritto, ovviamente, ne' lui aveva scritto a lei, ci sarebbe mancava pure questa.
Il nome di Harry nel calice, e lui aveva solo quattordici anni, Merlino potentissimo.
Ormai l'avevano nominato talmente tante volte che prima o poi, aveva ironizzato Ron una sera, Merlino sarebbe comparso nella Sala Comune di Grifondoro. Hermione aveva riso, ma non era sicura che neppure Merlino potesse fare qualcosa per lei.
Ron non parlava quasi più con Harry, aveva preso la faccenda del Calice come un affronto personale.
Pensava che Harry avesse davvero infilato il suo nome là dentro...ad Hermione era bastato guardarlo in faccia, però, per capire che non lo pensava veramente.
Specie la sua espressione, quella raccontava una storia diversa.
Hermione lo aveva accompagnato da Zonko, ed ora risalivano la via spazzata da venti freddi di Hogsmeade.

Avevano sfiorato l'argomento 'Harry' e sul viso di Ron era calato quell'intenso corruccio...dietro il quale sibilava una nostalgia impietosa.
Ron era geloso, ed in modo folle, ma Harry gli mancava. Stava per dire qualcosa in merito, dato che quando poteva cercava sempre di far ragionare Ron su quella faccenda, ma poi avevano incrociato Lee Jordan ed altri due compagni. Il volto di Ron si era riempito di euforia mentre i ragazzi iniziavano a blaterare del loro ultimo acquisto, Lee voleva piazzare delle Pallottole Puzzole dietro l'ufficio di Gazza, in modo che esplodessero quando lui apriva la porta, le risa di Ron erano alte e taglienti... Hermione si voltò per dirgli che andava un attimo in libreria.
Ron la guardò distrattamente, preso com'era dal sacchetto tra le mani di Lee.

"Ok...ci vediamo dopo per una Burrobirra?"
Hermione gli disse di sì, poi lo lasciò in compagnia del vociante terzetto di Grifondoro.
Non voleva andare veramente in libreria, aveva detto la prima cosa che le passava per la testa, ma non desiderava sorbirsi un intero pomeriggio di chiacchiere ossessive sul Quidditch o sul modo migliore di far uscire Gazza di senno.


Camminava sola per l'ampio viale, e non incontrò facce note, a parte qualche studente del quinto e del sesto anno di Grifondoro e Corvonero che non conosceva. Era in un vicolo secondario piuttosto tortuoso pieno di farmacie e negozi per ingredienti, il cielo sopra di lei era del colore della carta da lettere, bianco, perlaceo, sembrava ritagliato contro i profili delle case. Avrebbe voluto che Harry fosse lì con lei...
Hermione passò di fronte alla vetrina di una libreria, si bloccò, meditando di entrarci, tanto valeva a quel punto... poi qualcosa si mosse al limitare del suo campo visivo, e gli occhi di Hermione scattarono in quella direzione.


Riflesso nella vetrina della libreria, in piedi di fronte a un pub trafficato c'era Lucius Malfoy.


Indossava un pesante soprabito scuro, i suoi capelli e la sua pelle chiarissima scintillavano nella luce gelida di quel giorno di inverno. Hermione sentì la gola diventare una lunga strada di carta vetrata ruvida, secca.
Non si voltò.
Riprese a camminare, senza vedere bene dove andava, imponendo a se' stessa di svoltare a destra, verso una strada sempre piccola, ma piena di vetrine di abiti... percepì fisicamente la sua presenza alle sue spalle, e c'era quasi dell'assurdo nel modo in cui il suo intero corpo la avvertì dell'uomo alto, che camminava tranquillamente dietro di lei, a qualche metro di distanza.
Che ci faceva lì?
Hogsmeade non era un posto che frequentasse, e lei lo sapeva... o magari semplicemente non l'aveva mai incontrato prima...eppure da quel che poteva vedere adesso era lì, con l'aria un po' impacciata, ma assolutamente calma.
Ancora una volta, Hermione non si girò a guardarlo.
Riprese a camminare, questa volta un po' lentamente.
Stupida, probabilmente è qui per Draco. No?
Probabile, il rendimento di suo figlio non era poi questo granché...specie in Storia della Magia,ma quando mai ad Hogwarts ti chiamavano da casa il padre per parlargli del tuo rendimento?

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