Stetti sul letto per circa quattro ore, pensando alle parole che mia madre aveva detto.
Forse aveva ragione, ma io avevo una grandissima paura: se mi fossi messa contro il volere del Re, oppure contro le regole che i due Regni avevano, la mia fedina penale, prima completamente pulita senza nessuna imperfezione, si sarebbe sporcata di uno dei reati più gravi. Non lo volevo assolutamente, ma adottando tutta la pazienza che avevo incominciai a capire che molto probabilmente era una scelta più che esatta, l'unica che mi potesse dare la soddisfazione e il potere di liberare dal carcere il mio principe.Restava il fatto che, in quel momento, non avevo nessun alleato che sapesse aiutarmi, però in mente già avevo una persona che ero sicura mi avrebbe dato una mano per raggiungere il mio desiderato intento.
Non sapevo, ancora, se presentarmi lo stesso giorno ad Anaris, o se pazientare qualche tempo per far calmare le acque; i due Sovrani del piccolo territorio dovevano essere davvero arrabbiati e delusi dal figlio, presi così da una notizia colma di oscurità, ma così esplicitamente falsa e senza senso.Io, come avevo precedentemente detto, credevo ciecamente alla sua innocenza.
Era vero, odiava con tutto il cuore Minhyuk, come me del resto, ma non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Per poi cosa? Che ci avrebbe guadagnato?
Io sarei stata libera, sì, non sarei più diventata sposa del principe, ma il nostro patto non sarebbe diventato realtà; conosceva le regole, e sapeva che, se avesse posto fine alla vita di una persona, poi ne avrebbe pagato le care conseguenze in un luogo lontano da me, quindi i kilometri sarebbero aumentati drasticamente.Lo avrei liberato, avrei fatto vedere e avrei portato le prove materiali che testimoniavano contro il peccato di Jungkook.
Mi alzai dalle coperte per andare in bagno a farmi una doccia calda, rilassarmi. Entrai quindi nella vasca dopo che mi tolsi i vestiti e che si fu riempita a poco più della metà; iniziai a passarmi il bagnoschiuma ai fiori di mia madre. Poi passai ai capelli, e infine uscii togliendo il tappetto per far defluire l'acqua.
Mi avvolsi nell'asciugamano e tornai in camera a vestirmi, tutto il tempo stando in silenzio. Indossai velocemente le vesti e mi sistemai i capelli, li lasciai sciolti sulle spalle.Mi affacciai col viso alla finestra della mia stanza, ne osservai l'orizzonte pensierosa con la mente rivolta al ragazzo che amavo di più al mondo.
Strinsi i pugni, dando finalmente la mia scelta.
Corsi le scale e arrivai in soggiorno, dove mia madre stava spazzando il pavimento e mio padre sistemava degli attrezzi da lavoro; mi avvicinai e diedi loro dei baci sulle guance, sorrisi delicatamente."Che succede?" Chiese papà visibilmente confuso dal mio comportamento.
"Vado via...torno al Castello"
"Cosa?" Si girò di scatto venendo davanti a me abbastanza adirato. "Dopo tutto quello che è successo? Potrebbero farti del male!"
"N-no papà, non mi metterò nei guai. Sono sicura di quello che faccio, e sento che sono l'unica che può dare una giusta vita al principe...voglio portarlo via, voglio che tutti sappiano della sua completa innocenza!"
"EunMi-"
"Caro, lasciala fare, sono d'accordo con lei" intervenne mia madre, mettendosi accanto al marito e posando una mano sulla sua spalla sinistra. "Credo in lei, so che non farebbe mai una cosa del genere se l'altra persona non lo meritasse"
Guardai mamma e papà alternando fra di loro lo sguardo e deglutendo agitata; da loro dipendeva il mio piano, e speravo interamente che mi lasciassero libera.
Certo, capivo quanto fosse per loro angosciante vedere la figlia più piccola intraprendere questa scelta, però così sicura non l'ero mai stata.
Sentii un sospiro da papà, il quale allungò una mano e la posò sulla mia guancia.
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~Aɳɠҽl [Jeon Jungkook]~
Fiksi Penggemar(Sequel di Guardian) "Grazie per tutto...grazie per esistere, grazie perché soltanto tu sei stata in grado di porre fine all'incubo in cui ero rimasto prigioniero...grazie per aver creduto in me, grazie per aver risposto tutto il tuo amore nel mio c...