INCONTRI O SCONTRI

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Capelli disastrati: presenti, occhi gonfi e rossi: presenti, occhiaie nere e enormi: presenti...Se dovessi fare un provino per far parte del cast di un film dell' orrore, probabilmente non avrei rivali, ma visto che il mio scopo sarebbe quello di andare a scuola davanti a una marea di studenti pronti a massacrarti di critiche, non è proprio quello che vorrei far vedere. Fortunatamente ieri sera dopo il messaggio di mia mamma, a cui ovviamente non ho risposto, è seguita una breve conversazione con Samuele, in cui gli dicevo che avevo bisogno di parlare con lui e con Greta al più presto, ma visto che lui sarebbe partito per un weekend in campeggio in montagna con i suoi genitori, avrei dovuto affrontare uno squalo per volta. 

Arrivo a scuola e la vedo, con una pila di libri in mano che farebbe invidia ad una biblioteca pubblica, stranamente, stamattina mi ha detto che ci saremmo trovate direttamente nel cortile della scuola, perché l'avrebbe accompagnata la madre dopo aver fatto un esame del sangue. Ciò voleva dire niente colazione insieme come tutte le mattine al bar vicino alla scuola, ma pazienza, forse questa coincidenza avrebbe reso meno strano quello che le stavo per dire, tanto che magari si sarebbe stizzita più del fatto che sua madre le avrebbe impedito di fare colazione con la sua migliore amica proprio la mattina del suo compleanno, piuttosto del fatto che io non mi sarei potuta sbronzare quella sera stessa alla sua festa. Ma del resto Greta è fatta così, è una ragazza abbastanza semplice, anche se di una famiglia molto benestante, raramente parla, se non per, ovviamente, dire la nuda e cruda verità. Insomma, è la classica che non abbonda con le parole, ma che, quando parla, ti fa pentire di averla invogliata tanto ad aprir bocca. Eccola lì con la sua Marc Jacobs nuova fiammante e con i libri in mano, perché come dice lei: "Ogni ragazza il giorno del proprio compleanno deve essere impeccabile, anche se questo richiedesse di andare a scuola con abito da sera e tacco a spillo, meglio ancora se nuovi!". Ed oggi è proprio quello che ha fatto, i suoi genitori le hanno regalato l' ennesima borsa costosissima, che, sfoggiata assieme al giubbottone griffato con cappuccio in vera pelliccia e scarpa Nike ultimo modello, la rende forse una delle ragazze più invidiate della scuola. Parlandoci chiaro, lei potrebbe avere un sacco della spazzatura addosso ma sarebbe comunque bellissima, è la classica stangona con gambe secche e lunghissime che fanno sbavare i ragazzi solo passandogli accanto, per non parlare dei capelli neri come la notte e gli occhi azzurri come il mare. Peccato che i ragazzi però, non la apprezzino molto a causa della sua lingua biforcuta: a volte sa essere davvero stronza, e visto e considerato cosa sto per dirle, non mi risparmierà nulla, ne sono sicura. 

Decido di andarle incontro e non rovinarle totalmente la giornata, quindi glielo dirò più tardi. Quando mi vede mi saluta e per poco rischia di far crollare la pila di libri che aveva in mano, guardando di storto uno del primo anno che faceva il gesto di aiutarla, ma subito dopo si riprende e mi corre incontro. Quando da sotto il cappuccio del mio giubbotto vede la mia faccia, inizia con la predica: "Mamma mia Giò, che ti è successo ieri? Sei per caso finita sotto un tir e ti hanno dovuto ricostruire la faccia? Voglio sperare che non sia per colpa di un ragazzo che sei così mal ridotta, sennò facciamo che mi dici chi è e sarai l' ultima ragazza che quel coglione ha trattato in questo modo." Gli faccio segno di no con la testa e lei capisce che è il caso di lasciar perdere, ma continua con un altro tentativo: "Hai di nuovo litigato con tua madre? Senti Giò, io non so più come dirtelo, non puoi pretendere che tua madre si rimetta con tuo padre dopo quello che lui le ha fatto, è veramente troppo, anche per uno come lui!" Scuoto di nuovo la testa e sento che al solo nominare mio padre, ho già le lacrime agli occhi, quindi decido di troncare la conversazione dicendole che non è niente di tutto ciò e che se avrà pazienza glielo spiegherò più tardi, finite le lezioni. Lezioni che tra l'altro avevo già deciso di saltare, non sono dell' umore giusto per affrontare una spiegazione, men che meno quella stronza della mia prof di economia e il suo test sul marketing. Opto per aspettare che Greta entri a scuola per filarmela e rintanarmi nel nostro bar preferito. Da quando abbiamo iniziato la scuola io e Greta veniamo tutte le mattine qui a fare colazione. Sono poco più di tre mesi che frequentiamo questo posto, ma è come se fosse una vita che conosciamo il proprietario, Gigi, un simpatico ragazzone di venticinque anni che porta avanti l' attività di famiglia piuttosto bene. Si avvicina riconoscendo la mia giacca e il mio zaino: "Cappuccino e brioche alla marmellata di albicocche, Gioia?", annuisco senza togliere il cappuccio ed è il motivo per cui Gigi si avvicina e mi chiede se va tutto bene: "Tutto bene sì, ho solo avuto una giornata un po' difficile ieri, ma passerà..."

GIOIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora