La Sera

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Un altro regalino avuto dalla rottura con Saverio era stato il non riuscire più a concentrarmi su nulla e a godermi i momenti che potevo dedicare solo a me stessa.
La cosa mi mandava ai matti.
Per esempio la sera per me era un momento rigenerante. Uno spazio tutto mio da vivermi come meglio credevo.
Solitamente a cena svisceravo con finta non curanza le giornate di tutti e poi velocemente sbrigavo pratiche familiari e lavorative da chiudere prima della fine della giornata. Seguiva caffè, ancora qualche cartone sul divano, ricontrollo dei compiti di Ichimei se me lo chiedeva, pigiama e lavaggio denti. Una volta messo a letto i gemelli non avevo più nessun compito.
Ichimei guardava la tv in camera sua, prima di dormire, oppure leggeva un libro o ripassava qualche materia. All'occorrenza io gli dovevo preparare solo qualcosa di caldo e fargli una carezza.
Dopo essermi occupata di tutti e non avendo più l'incombenza di dovermi confrontare con il mio ex marito, se non per telefono, correvo in camera mia e mi mettevo a letto.
Dopo esserci separati avevo scoperto quella piccola dimensione tutta mia. La mia camera da letto. Il mio letto. Nulla mi attraeva di più. Molto spesso subito dopo aver messo il pigiama sorseggiavo anche io una tisana calda e intanto decidevo cosa fare. Alcune sere mi perdevo completamente in un libro tanto da non accendere nemmeno la tv; altre guardavo film i cui titoli avevo appuntato sulla mia agenda ma che non avevo mai avuto il tempo di vedere. Ed era rigenerante, appagante, uno spazio che difendevo con le unghie e con i denti. Molto spesso dopo essermi infilata a letto non rispondevo nemmeno più al telefono. Tutto quello che contava era ad un passo da me e cioè nelle stanze adiacenti alla mia.

Le ultime sere però erano state una vera e propria tortura. Non riuscivo a concentrarmi su nessun film. Mi distraevo in continuazione e perdevo le battute. Se poi in un modo o nell'altro riuscivo a portarlo a termine avevo la sensazione fossero tutti insulsi. La lettura non ne parliamo nemmeno. Leggevo qualche pagina, mi fermavo, accendevo la tv, sbuffavo, riprendevo il libro, ancora qualche pagina, sbadigliavo, rileggevo l'ultimo pensiero. Un disastro insomma. Finivo, anche senza avere un briciolo di sonno, per spegnere la luce e chiudere gli occhi.
Possibile che mi stavo lasciando graffiare, trapassare e schiacciare da questa perdita così? O forse quello era l'ordine naturale delle cose? Il percorso che dovevo affrontare per buttarmi tutto alle spalle. E menomale che tra i bambini, il lavoro e il mio ex marito ne avevo di pensieri a tenermi occupata. Se fossi stata sola a quest'ora mi sarei già suicidata.
Rido. Se fossi stata sola a quest'ora sarei con Saverio.
No. Questo no, non potrei mai desiderare di essere sola per avere lui. I miei figli erano stati la cosa migliore della mia vita. E anche il mio ex marito era stato ed era ancora una parte importante di me, della mia storia.
Il mio ex marito...
Chissà ora dov'era, come erano cambiate le sue serate, il suo modo di dormire. Non avevo mai osato chiedere, per proteggere entrambi. Ci eravamo separati ma eravamo rimasti in questo limbo che non aveva confini, in cui eravamo vicinissimi e contemporaneamente lontani anni luce. La mia porta era aperta a qualsiasi ora del giorno e della notte per lui. Se voleva stare con i bambini, se aveva bisogno di qualcosa, se voleva mangiare con noi. Eppure mai nessuna domanda, nulla che potesse portarci ad un risentimento, ad uno scontro.
Anche io, nonostante non stessi facendo nulla di male, eravamo legalmente separati, me ne ero guardata bene dall'accennare all'aver conosciuto un'altra persona. Mai. Anzi ero sempre stata bene attenta a tenerglielo nascosto.
Magari anche lui aveva già un'altra donna. Mi rigiro di nuovo nel letto. Non voglio saperlo. Dio, no!
Il nostro era un ottimo compromesso. Avevamo lasciato tutto ciò che c'era di buono e avevamo tenuto fuori tutto ciò che avrebbe potuto crearci problemi, non solo tra di noi, ma di riflesso ai nostri figli.
Praticamente due menti superiori che con la loro intelligenza ed elasticità mentale avevano finalmente sciolto la complicata matassa della separazione. Sorrido. Sono una scema. Ne avremmo sicuramente riso insieme se fosse stato qui.
Mi manca.

Mamma

Mi alzo di soprassalto dal letto. Mi sento come una bambina che è stata beccata a mangiare le caramelle. Come se Ichimei avesse potuto ascoltare i miei ultimi pensieri.

Mamma già dormi?

No

E allora perché sei al buio?

Non avevo voglia di far nulla e mi sono allungata sperando di dormire. Entra dai

Posso dormire qui con te?

Certo

Aveva avuto un incubo o qualche pensiero probabilmente lo turbava. Prima non mi aveva mai chiesto di dormire insieme ma da quando il padre era andato via di casa aveva preso coraggio e qualche sera capitava venisse a chiedere asilo politico da me. Ichimei era già un ragazzo ma il suo passato lo tormentava e lo inseguiva nei momenti in cui si sentiva più fragile.
Lo prendo tra le braccia, non mi scaccia come tutti i ragazzi della sua età farebbero con la madre. Deve recuperare quella parte di vita o forse deve imparare a conoscere e fidarsi di un abbraccio in cui sentirsi protetto e amato. E quale abbraccio migliore di quello della mamma? In quello ero brava.
Lo stringo a me.

Mamma

È

Grazie per avermi preso con te, per avermi tolto da dove ero

Tu avevi bisogno di una mamma e io avevo bisogno di te

Ma perché papà è andato via?

Capita che le cose non funzionino più

Ma voi andate così d'accordo

Amore mio non basta andare d'accordo

È successo un anno dopo il mio arrivo

Ichimei quante volte ne abbiamo già parlato
Tu non c'entri nulla. Doveva succedere.
Io e tuo padre ti amiamo incondizionatamente, non potresti mai essere motivo della nostra rottura. Né tu né quei piccoli demoni nell'altra stanza

Mamma e se diventassi un mostro come

Come chi?

Come quello, il mio vero

Non lo lascio finire
Ichimei, tu non sei come lui. Sei una persona completamente diversa. Il tuo percorso è completamente diverso. E poi ci sono io con te, tuo padre e i tuoi fratelli. Qualsiasi cosa succeda l'affronteremo insieme. Io e tuo padre non ti lasceremo mai

Mai?

Mai. Anzi se non ti innamori di nessuna donna, non ti sposi e rimani sempre con me allora mamma non ti lascia proprio mai mai

Ridiamo

Ora dormi

Notte mamma

Notte amore mio

Ora si che ero veramente stanca.
Avrei voluto il mio ex marito vicino a me per stringergli la mano, per dirci che anche questa era andata, che almeno per stasera si era ritranquillizato. Non so se gli avevo detto le cose giuste, ma almeno ero certa che ogni mia parola grondasse di amore materno e di questo ne aveva bisogno.
Come è tutto relativo in questa vita. Un pensiero sicuramente scontato ma che solo in determinati contesti ci sembra di capire. I miei dolori a quel punto mi apparivano minuscoli, insulsi, quasi ridicoli. Il confronto con mio figlio e il ripensare al suo vissuto mi avevano riportato con i piedi per terra e con la voglia di dire grazie piuttosto che ripetermi quanto sono infelice. Quello era il pensiero con cui dovevo andare a dormire. A cui dovevo aggrapparmi. Ringraziare per tutto quello che avevo, per il bello e per il brutto.
Lo stringo a me. Chiudo gli occhi e mi impongo di crollare serenamente.
Domani si riparte.

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