OTTO MESI DOPO
Era visibilmente dimagrito. Scavato in volto. Gli occhi infossati. Mi dice velocemente, quasi mangiando le parole, che non dorme bene, anzi per niente. Che beve solo caffè e mangia pochissimo. Che non riesce a concentrarsi, meno che mai sul lavoro.
Sono stupita. Stava soffrendo veramente?
Stava accusando il colpo della nostra separazione? Non sapevo cosa dire.
Una persona a me così tanto cara e contemporaneamente del tutto distante soffriva come avevo sofferto io ed era evidente da qualsiasi angolatura lo si guardasse.
Io invece stavo mangiando, stavo mangiando come se non ci fosse un domani. Ero ingrassata. Me ne sentivo quasi in colpa davanti alla sua magrezza. Due facce della stessa medaglia. Due diversi modi di affrontare la cosa. Io, almeno, avevo compensato con il cibo.Scambiamo poche parole. Poi quasi come se dicesse una cosa sbagliata mi chiede di prendere un caffè. Ho l'impulso immediato di dire no. L'ultima volta ero praticamente scappata con le lacrime agli occhi.
Ma non posso dirgli no. Non sarebbe giusto.
E poi sono passati mesi da quella volta, posso farcela.
Ci sediamo. Siamo imbarazzati. Che strano. Era stato dentro di me. Avevamo condiviso molto, tutto quello che ci era stato possibile.
Ed ora eravamo imbarazzati. Gli prendo la manoMi sei mancato moltissimo
Anche tu
Sorridiamo. Ordiniamo il caffè e parliamo del nulla. Il lavoro, la vita quotidiana.
Siamo già meno rigidi anche se non è proprio facile.
Riceve una telefonata. Deve scappare. Non faccio domande. C'è un'improvvisa urgenza nei suoi occhi.Vai tranquillo pago io
No ma che scherzi
Dai per una volta! Hai sempre pagato tu
Sei sicura?
Certo! Vai non ti preoccupare. Io rimango ancora un po
Non vorrebbe arrendersi ma capisco che deve realmente scappare. Lo guardo e vorrei dirgli infinite cose. Che è stato bello. Che per me lui sarà sempre una persona importante. Che non conta il tempo passato insieme ma l'intensità con cui l'abbiamo vissuto. Che il nostro era proprio amore, ma non siamo stati in grado di coltivarlo.
Che non è colpa di nessuno e che poi la vita va avanti e anche noi e non dobbiamo sentirci cattivi per questo.
Lo saluto semplicemente e lui va via.
Una volta sola mi prende una malinconia fortissima. Qualcosa di pressante che mi leva come il respiro.
Purtroppo o per fortuna ero andata avanti.
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Foglie D'erba
General FictionChe ridicola, folle, stupida e bellissima cosa è la vita. Per ognuno di noi che si porta i suoi mondi dentro fatti di gioie, dolori ed esperienze che ci compongono. A questo mondo a tutto c'è rimedio per cui finché possiamo volare come le foglie d'e...