L'altro Fratello

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Come se far parte della mia famiglia non fosse già una cosa abbastanza difficile io mi sentivo anche profondamente speciale. Non che avessi una qualche dote. Parlo di una consapevolezza completamente diversa.
Era come un segreto che tenevo dentro di me.
Nel mio corpo coesisteva una parte che non ero io, che era ben scissa da me ma con cui dovevo confrontarmi giorno dopo giorno.
Prendere le decisioni insieme, valutare, scegliere.
Tra me e mio fratello mia madre aveva avuto un aborto spontaneo. Un maschietto, Nicolas, che era finito in cielo.
Fin dalla mia nascita o da quando ho avuto consapevolezza io ho sentito Nicolas dentro di me. Eravamo in due in un unico corpo. Mano nella mano siamo cresciuti insieme.
Ha vissuto e guardato il mondo attraverso di me. La parte esteriore, la mia femminilità arrivavano da me mentre Nicolas aveva profondamente inciso sul mio carattere.
Era la mia parte interiore.
Tutte le volte che mi era stato ripetuto o meglio rimproverato che ero una bella donna ma con un carattere e la testa di un uomo era vero.
Eravamo in due, io e Nicolas.
Siamo entrambi molto forti ma abbiamo anche dei buchi neri che fatichiamo a gestire.
Una volta a 17 anni, quando io e Nicolas eravamo nel pieno del nostro sviluppo, della nostra crescita ed estensione mentale, mia madre mi regalò una catenina con un ciondolo.
Erano due cuori, uno più grande e uno più piccolo. Quello più grande conteneva in parte quello più piccolo nella parte laterale.
Erano incastonati. Eravamo io e lui.
Mia madre lo sentiva, chi meglio di lei.
Io non l'avevo mai detto a nessuno, nemmeno a mio fratello.
Ne avrebbe sofferto e non volevo.

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