Congetture

41 1 0
                                    

Iniziava una nuova settimana e io mi sentivo ancora pronta a metà per affrontare tutto quello che comportava essere una madre single, con lavoro, casa da tirare avanti e il mio solito dolore al petto.
Avevo lasciato tutti ed ero corsa a fare colazione. Dovevo essere assolutamente puntuale sul lavoro e recuperare il terreno perso. Almeno su quel fronte non dovevo lasciarmi andare troppo. Mi era costato sudore della fronte arrivare a quel punto, per nessun motivo avrei messo tutto a rischio.

La mia scrivania è stracolma di carte, se mi siedo, non mi vedo più. Per un attimo mi chiedo: se è tutto mio quel lavoro arretrato, le due segretarie che lavorano per me cosa mai stanno facendo? Prendo la prima cartellina e l'apro ma il mio capo mi chiama nel suo studio. Stamattina mi spiega devo dedicargli tutta la mia attenzione. Prendere appunti, organizzargli l'agenda e aiutarlo a prepararsi per due casi particolarmente delicati.
Penso tra me e me che tutto quel lavoro arretrato se ne andrà sicuramente a puttane, o meglio lo smistero tra quelle due. Dopotutto è parte del mio ruolo essere cattiva e farmi odiare. Vado a prendere litri di caffè perché già so che sarò suo ostaggio e non mi lascerà allontanare nemmeno per un minuto. Lascio le mie direttive e ordino il pranzo che sarà consegnato per la nostra pausa che noi faremo comunque rintanati nel suo ufficio.
Non resta che farmi il segno della croce e rientrare.

La mattinata procede lentamente. Finita la parte dinamica dell'organizzazione dell'agenda, degli appuntamenti e le persone da contattare mi ritrovo a prendere appunti ed ad aiutarlo a buttare giù le sue tesi.
Oggi lo trovo estremamente noioso. Un tempo sarebbe stato stimolante quel tipo di lavoro ma nella mia fase di grigio più totale tutto sembra essere ingoiato da quel colore. Mi verso ciclicamente il caffè più per fare dei movimenti in grado di riattivare il corpo che per reale bisogno di caffeina.
Decido di mandare un messaggio a Minerva. Con molta cautela, mentre il mio capo è preso dal suo discorso e dall'elaborazione di tutte le informazioni, mi accuccio con il telefono nascosto dalla tazza del caffè e le scrivo

MA TU LO FAI SESSO SELVAGGIO?

Il tempo di lanciare uno sguardo al mio capo per vedere se si è accorto di qualcosa e sento la vibrazione della sua risposta

TESORO MIO OGGI COME OGGI DI SELVAGGIO NON CI SONO NEMMENO PIÙ I LEONI NELLA SAVANA

Rido tra me e me.
Altra vibrazione

PERCHÉ ME LO CHIEDI?

COSÌ... MIO FRATELLO DICE CHE PER UN UOMO È FONDAMENTALE, MI CHIEDEVO SE FOSSE DAVVERO COSÌ IMPORTANTE?

CERTO MALE NON FA
TI SALUTO. HO DELLE VISITE

Mi rifocalizzo sul mio qui e ora. Cerco di riprendere il filo del discorso, riguardo gli appunti per cercare di capire a che punto sia arrivato e che linea da seguire abbia scelto. Ma il pensiero mi trotta ancora per la testa. Possibile che dopo tutta l'evoluzione storica dell'essere umano tutto si riducesse ancora e sempre a quello?! Va bene avere il dialogo, il rispetto, la fiducia, l'amore. Ma è fondamentale avere il sesso. Se manca quello la relazione per quanto impeccabile in tutto il resto è destinata a finire.
E non solo il sesso, ma il sesso selvaggio.
Mi ritorna in mente un film visto recentemente proprio con Minerva al cinema "Il premio". Gigi Proietti è un padre geniale, totalmente assente, che accompagnato dai suoi figli va a ritirare il Premio Nobel. Gassman (uno dei figli) ad un certo punto lo interroga sull'amore e i rapporti di coppia. Scambiano un paio di battute e Proietti dice

" Quante cose non t'ho detto figlio mio"  "Guarda papà che per me la fedeltà è una cosa importante"

E il padre chiude dicendo
"Si ma una sana scopata è quasi sempre meglio"

Avevamo riso tantissimo con Minerva sia per come rimane Gassman sia per come pronuncia la battuta Proietti.
Una sana scopata era quasi sempre meglio. Già. Torniamo allo stesso punto. Meglio del rispetto, della fedeltà.
In un rapporto quando il sesso funziona si riesce a passare sopra ai difetti, alle incomunicabilità. Se invece non va ma si ha il dialogo migliore del mondo comunque la relazione è spacciata.
Una sacrosanta verità. Un po' difficile da mandar giù soprattutto per noi donne che puntiamo su tutt'altro.
Con mio marito avevamo tutto ma ad un certo punto è venuto a mancare il sesso, il primo sintomo. Da lì una discesa che ha sgretolato altre cose. E ci siamo. I conti tornano. Con Saverio però avevamo il sesso, anzi il sesso selvaggio eppure non stiamo più insieme. E allora?
Detesto mio fratello perché magari lui dice una cazzata e io ne rimango impressionata e ci ragiono sopra come se fosse una grande verità. Non so se è più imbecille lui o deficiente io.
Mi dico che devo smetterla e rifocalizzarmi sul discorso del mio capo quando mi colpisce come un pugno allo stomaco il ricordo di un pomeriggio passato a casa di Saverio. Ero andata da lui con l'idea di passare un po' di tempo insieme lontano da occhi indiscreti. Mi ero messa una tuta comoda e avevo una coda alta. Niente trucco e niente anelli, bracciali e orecchini.
Avevo suonato e dopo pochi istanti era venuto ad aprirmi. Ripensandoci ora aveva uno sguardo malizioso, di chi ti vuole fare la festa ma in quel frangente non ci avevo fatto caso. Mi aveva fatto entrare e aveva richiuso la porta dietro di me. Tutto nel più assoluto silenzio.
Con una forza a cui non ero preparata mi aveva preso per un braccio, mi aveva voltato e poggiata al muro. Nessuna violenza o forzatura era semplicemente stato deciso. Aveva appoggiato la mia testa al muro e aveva iniziato a spogliarmi. Appena finito con una mano sentivo che si sbottonava i pantaloni e con l'altra si era aggrappato a me avvolgendomi con il braccio e stringendo le sue dita sul mio seno.
Ero compressa tra il suo corpo che premeva sul mio e il muro. Eppure non mi sarei mai tolta da lì. Mi aveva penetrato come se quello fosse il posto in cui doveva stare da sempre, come se i nostri corpi si incastrassero perfettamente. Sentivo il suo cuore battere sulla mia schiena e lui sentiva il mio sulla sua mano. Era stato tutto velocissimo. Avevo avuto appena il tempo di realizzare cosa stava succedendo.
Dopo avermi penetrato aveva lasciato una mano aggrappata al mio seno e l'altra l'aveva messa sulla mia nuca.
Era stato breve, pochi colpi ed eravamo venuti ma la decisione e la forza con cui mi aveva dato quei colpi mi torturavano ora dentro quell'ufficio.
Non avevamo fatto niente di particolarmente spinto ma quello era stato sesso selvaggio. Su questo non avevo dubbi.
Eppure?
Eppure niente.
Ci rinuncio. Troppe dinamiche. Sono vecchia, non ho più voglia di pensarci o cercare di capire. Non è andata. Punto.
Nonostante tante cose.
Poi annoto mentalmente

ANDARE DA UNO STREGONE O UNA CHIROMANTE E FARSI CANCELLARE TUTTI QUESTI RICORDI STREPITOSI CHE MI PORTANO A CHIEDERE PERCHÉ NON ABBIA FUNZIONATO

Giuro che ora cerco su Google una di quelle belle chiromanti truffatrici e abiette che negli anni novanta hanno spennato migliaia di disperati e mi lascio convincere  che se compro la candela extra large al profumo di cannella non ricorderò nemmeno più il suo nome. Per fortuna bussano alla porta e i miei pensieri vengono interrotti.
È il pranzo. Il mio capo mi guarda come per dire se proprio dobbiamo interrompere per mangiare e io lo guardo supplichevole.
Si, interrompiamo! Per pietà! Ho bisogno di staccare un po' da me stessa.
Mentre ci dividiamo le pietanze mi butta lì un non curante come va, giusto per far finta di fare un po' di conversazione e io rispondo altrettanto vaga. E ovviamente poi ricambio la cortesia.
Ora possiamo mangiare in silenzio.
Mi richiudo nei miei pensieri.
Come va?
Che domande. Come vuoi che vada.
Va così. Perché per una donna è tutto più difficile, ma se fossi stata un uomo sarebbe stato tutto più scorrevole.
Sono separata. Ho chiuso definitivamente un capitolo della mia vita che mi ha richiesto tanto impegno, accortezze e sacrifici. Eppure è andato tutto al vento. A metà del viaggio abbiamo deciso di cambiare strada. Lavoro costantemente e più che posso per garantire lo stesso tenore di vita ai miei figli con la solo differenza che il percorso di una donna nell'ambito lavorativo è tre volte più difficile di quello di un uomo. E se mi prendo due, tre giorni lontano dal lavoro per malattia bambino divento improvvisamente assenteista.
Soprattutto per quelle stronze che danno anima e corpo al lavoro. Ho due bambini piccoli e uno adottato. Praticamente faccio la trottola per casa. Cioè oltre a farmi in quattro a lavoro, poi mi devo fare in quattro a casa con la prole e negli spazi di tempo cucinare, lavare, pulire e stirare. Devo mantenere un aspetto femminile e in ordine. Essere intelligente e spiritosa ma non troppo. Bella e sexy ma non troppo. Parlare e dire la mia ma non troppo.
Te lo dico io come sto. Sono incazzata.
E se penso che per la stra grande maggioranza della popolazione questi sono discorsi triti e ritriti. Lamentele di donne che non riescono a far tutto.
Mi incazzo ancora di più.
Mi rendo conto che sto guardando storto il mio capo.
Se ne accorge.

Tutto bene?

Si si
Sono lievemente isterica

No perché sembra che tu stia infilzando i gamberetti con la forchetta

No no
È solo che sono talmente buoni

Ah
Pensa se erano cattivi

Attimo di silenzio
Scoppio a ridere. La battuta non me l'aspettavo e la risata mi esce fuori così. Spontanea e fragorosa. E io mi ci abbandono completamente.

Così ci fregate

Di che parli?

Quando meno ce l'aspettiamo ci fate ridere
E ci scordiamo il brutto

Continuo a non capire ma credo sia meglio cosi

Decisamente.
Riprendiamo a lavorare va

Foglie D'erbaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora