Un giorno nel centro di una piccola città ci fu una ragazza che stava camminando per i negozi con due sue amiche. Loro erano quotidiane a fare sempre lo stesso giro e ogni volta passavano per un posto importante per la ragazza perchè aveva trascorso del tempo con un ragazzo speciale. Quando passararono da quel posto la ragazza notò subito che ci fu il ragazzo speciale, si fissarono ma la ragazza non si fermò e proseguì. Una delle sue amiche così le disse:" hey, hai fatto colpo! Ti fissava."
La ragazza pensierosa rispose quasi sotto voce: "lo conosco" e poi intervenne l'altra amica:"e non ti ha salutato?! Che stupido". La ragazza sempre con lo stesso tono un po' triste rispose:" No. Non capite. Lasciate stare. È colpa mia". Alla fine della strada la ragazza disse alle altre:" torno subito. Continuate il giro, vi raggiungerò dopo" e ripercorse la strada fino al posto di prima. Si fermò davanti al ragazzo, lo salutò con un timido ciao e poi restò ferma guardando per terra. Il ragazzo felice la salutò e poi chiese come si sentiva ma ovviamente la ragazza non rispose. Ad un certo punto contemporaneamente iniziarono a parlare poi la ragazza fece iniziare prima il ragazzo. " Scusa. Sono e sono stato stupido. So che ti ho perso. Speravo di trovarti qui per vederti. Non credevo che mi avresti rivolto la parola. So che sono sparito per un po' ma non è colpa tua. Ci tenevo che tu lo sapessi" disse il ragazzo. Poi intervenne la ragazza:" so che sei dispiaciuto me lo hai fatto sempre capire ma non mi hai mai detto il perchè mi hai lasciato."
R.o: perchè pensavo non fossi alla tua altezza...
R.a: hai avuto un'altra occasione. L' hai sprecata.
R.o:" lo so. Non credevo mi volessi ancora infatti. Mi piaci ma so che non ti potrò avere più. Odiami. Puoi farlo e hai ragione. Sono stato una persona stupida ma soprattutto orribile. Pensavo solo a me e non capivo cosa stessi provando. Grazie per il tuo tempo. Desideravo di rincontrarti un'ultima volta e si è avverato. Ora puoi fare ciò che vuoi: darmi una sberla, tirarmi un pugno, urlarmi contro, puoi anche non parlarmi più e andartene semplicemente come ho fatto io. Ti capisco e rispetterò te e la tua decisione."
Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime e il volto le si bagnò tutto, continuò a guardare per terra ripetendo singhiozzando la frase "ti odio" poi alzò gli occhi sul ragazzo, lo abbracciò e nel mentre gli disse comunque singhiozzando:" Ti dovrei odiare . Ma non ci riesco". Dopo queste parole cadde il silenzio ma comunque lo finì di abbracciare, continuò a guardare per terra facendo cadere anche le ultime lacrime. Il ragazzo sorrise, le asciugò le lacrime e la bació come se non si ricordasse di ciò che aveva fatto. Lei, invece, si ritrasse leggermente in modo timido e guardando sempre verso il basso. Poi il ragazzo le baciò la fronte, la ragazza alzò lo sguardo che restó fisso su gli occhi di lui e poi sorridendo disse:" non ce la faccio a odiarti ma ti devo odiare. " il ragazzo sorrise e poi concluse con un" anch'io ti odio. Ti odio da morire ma ti amo tanto da trovare la forza per vivere. Ora vai con le tue amiche, ti staranno aspettando." Lei lo baciò e poi andò dalle altre. Non disse nulla a loro ma capirono comunque che qualcosa era successo perché l' umore della ragazza era migliorato di parecchio. Era come quando dopo una giornata di pioggia esce il sole accompagnato dall' arcobaleno e rende il paesaggio più bello. Ecco. La ragazza quando aveva visto il ragazzo dopo tanto tempo su quella panchina, in quel luogo era la pioggia. Lei dopo avergli parlato e aver chiarito era il sole e l' arcobaleno. Insieme, anche senza altra compagnia, formavano un bellissimo dipinto, magari anche di un paesaggio, che si restava sbalorditi dalla bellezza della loro unione nonostante non fosse la prima o seconda volta che la si guardava benché magari la millesima.
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Racconti Romantici E Ragionamenti Fantastici
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