Lei era ancora distesa sul letto dell' ospedale della sala numero 139. Vestita di bianco come le pareti. Immobile. Quasi senz' anime. Pallida. Con il tubo nel braccio e nel naso che le permettevano di respirare. Il suono a intermittenza che calcolava il battito cardiaco. Accanto a lei c'erano i suoi genitori. Io ero fuori da quella stanza di tristezza perchè non ero un parente. Ero il suo ragazzo, ma non bastava per farmi entrare. Volevo solo che lei sapesse che ero lì con lei mentre altri invece non sapevano neanche cosa fosse accaduto come se fosse un giorno come l'altro. Come se quel giorno fosse uguale a quello precedente e forse anche a quello successivo. Per altri quel giorno era uno qualunque, per me era l'ultimo giorno di possibilità che la mia vita,cioè Lei, continuasse a vivere. Il medico si avvicinò a me e poi mi disse, con voce triste, quelle parole che già sapevo a memoria " oggi è l' ultimo giorno che possiamo tenerla in ospedale. Se non si dovesse risvegliare i genitori della ragazza hanno detto che dovremmo staccare la spina." 'Staccare una spina' e una vita se ne va. 'Staccare la spina' ad una vita, una persona, come se fosse un elettrodomestico o un oggetto che ha smesso di funzionare. Perchè la morte è così dura da affrontare? Anzi no, la morte non è dura per chi sta giungendo al termine della propria vita, ma per le altre persone, per coloro che si sono affezionati. Ed ecco allora perchè sono diventato asociale come dicono tutti, perché la morte è la ricompensa di esserti affezionato. Non mi affezionai più a nessuno per non dover soffrire cosí tanto. Ogni singola persona alla quale mi affeziono dopo se ne va. È inutile quindi dovere soffrire per qualcuno che però ormai non c'è più e quindi non lo sa neanche. Vidi i suoi genitori piangere mentre le stringevano la mano tremolante per la paura. Vidi quanto le volevano bene e quanto tenevano a lei. Vidi anche il padre; forte, simpatico e sempre allegro e felice, piangere come un bambino e consolare, tranquillizzare la moglie come un vero angelo. Vidi tutto e capì quanto può essere forte un legame. Li vidi uscire dalla stanza e venire verso di me " penso che mancherà a tutti" Disse la moglie con una voce strozzata e piena di singhiozzi mentre si asciugava le lacrime con il fazzoletto già fradicio. Trattenni le lacrime e mi ripetevo nella testa quanto lei fosse forte e che ce la poteva fare. Ma ogni volta che me lo dicevo la mia speranza svaniva sempre di più. Tutti noi eravamo deboli in quella situazione. Il padre si avvicinò a me e disse:" Noi abbiamo fatto il possibile. Ora tocca a te. Abbiamo deciso di staccare la spina proprio a mezzanotte. Meriti di parlarle anche tu e non intendo da fuori la porta. Sei stato un bravo ragazzo. L' hai amata sempre, fino alla fine. E sai perchè lo so? Perchè ogni volta che la vedevi i tuoi occhi brillavano. Non le hai mai fatto del male e hai lasciato sempre aperto il tuo cuore a lei e a noi. Ti devo un grande favore e quindi voglio che tu le parli dal fianco del suo letto. Non ti dico come ma so che ce la farai. Grazie di tutto." Non avevo mai sentito dire delle parole così belle, dolci. Loro erano dei genitori molto bravi. Decisi di fare ciò che il padre aveva detto, così di notte mi intrufolai nella sua stanza, le diedi un bacio sulla mano e poi iniziai a parlare, a raccontarle quanto io la amavo e che non poteva abbandonare questo mondo. Era davvero importante per me e per i suoi genitori. Ero andato dentro circa alle 23.25 e andai via alle 23.55 circa giusto per non farmi vedere dai medici. Prima di andare le diedi un bacio sulla fronte e poi come mia abitudine le accarezzai i suoi capelli biondi ancora morbidi. Non piansi e non so il motivo. Non ero nè felice nè triste. Non provavo emozione. Il mio cuore era regolare. Stavo bene con lei di fianco, con la mia mano nella sua. Come ultime parole le dissi:" penso tu lo sappia già ma tra pochi minuti arriveranno i medici. Vorrei che tu ti svegliassi perchè per me il mondo non avrebbe più senso senza di te. A chi accarezzerò questi capelli meravigliosi, a chi darò un bacio mentre sorride timida e felice con gli occhi e i denti che brillano come stelle. Ti ricordi all' inizio quando ci siamo incontrati che ci siamo fatti una promessa? La promessa è che qualunque cosa fosse successa noi ci proteggevamo e confidavamo sempre come due fratelli, ci divertivamo sempre come due amici e ci saremmo amati come di solito fanno i genitori con i figli. In quel momento per rispettare la promessa dovevamo trovare una cosa importante per noi e scambiarcela. Tu mi diedi una collana con il ciondolo a forma di chiave e mi dicesti:"è la chiave che apre il mio cuore, ora hai il permesso di entrare sempre". Dopo avermela messa io ti diedi un sasso e dissi "questo rappresenta il mio cuore. Ti ho dato un sasso perchè un cubetto di ghiaccio si sarebbe già sciolto. Sai benissimo che non riesco mai ad affezionarmi alle persone ma tu sei riuscita a spaccare questo sasso, a sciogliere il ghiaccio e a farmi affezionare e perfino innamorare." Ci scambiammo,quindi, gli oggetti. Io ho ancora la tua collana, la porto sempre al collo e il ciondolo è proprio vicino al mio cuore. Non so dove tu abbia messo quel sasso, forse lo avrai pure buttato credendolo fosse uguale. Me lo immaginerei e per questo non importa dove è evcon quanta cura hai tenuto il mio cuore. Spero solo almeno che tu lo abbia conservato o te lo ricordi. Ecco io sto mantenendo ancora adesso la promessa. Ti amo e non ci sono parole per descrivere quanto io tenga a te. Spero che tu mi abbia sentito e che ti svegli. Buonanotte Amore Mio. Conserverò comunque la tua chiave. Ora stanno arrivando i medici e devo scappare. Ti amo con quell' amore incondizionato dei genitori verso i propri figli. Come un bambino ama il suo peluche. Come Bella amava la Bestia. Come Cenerentola con il suo principe e le altre favole. Come Renzo amò Lucia così come lRomeo e Giulietta e Dante e Beatrice. Io ti ho amata fin dal primo momento che ti ho vista, ti amo come dal primo momento e ti amerò come ho sempre fatto. Ti dico TI AMO ma so che questa piccola frase non basta a descrivere questo amore che io provo per te."
Andai via dalla stanza e poi cercai di dormire. La mattina seguente vedo tutto tranquillo come se niente fosse cambiato ma non trovavo i suoi genitori. Vado verso la stanza 139 e guardo chi ci fosse all'interno. Dentro c'erano i suoi genitori vicino al suo letto. Su questo però c'era ancora Lei, quasi immobile. Le si muovevano solo gli occhi. La faccia era verso i suoi genitori. Tutti lì dentro stavano piangendo per la felicità, la gioia. Non credo molto nei miracoli e non penso sia stato un colpo di fortuna per riavere una persona tanto importante ancora accanto a noi. Non so cosa fosse ma so che l' emozione, la gioia, la vera felicità, tutti questi sentimenti positivi erano presenti e soprattutto anche Lei. Avete presente quando vi togliete un masso, un carico pesante da dosso dopo aver scalato una montagna e vi sentite più liberi, soddisfatti e sereni? Ecco. In quel preciso momento mi sentivo così.
Il padre guardò verso la porta dove dietro c'ero io, si alzò, venne verso me, aprì la porta e poi disse:" vieni, entra. Fai parte della famiglia." Io entrai e mi misi sull' altro lato. Lei mi guardò e poi disse:" si. Me lo ricordo. Mi faresti un favore? Mi potresti aprire la borsa e guardare cosa c'è dentro?" Feci quello che disse e vidi stupito che dentro alla sua borsa che non dimenticava mai e la portava sempre con sé c'era il mio 'cuore'; il sasso che le avevo regalato. " Ti amo anch'io, amore." Continuò. Mi avvicinai verso il suo letto e la baciai. Inutile starvi a spiegare come era questo bacio perchè, come il 'Ti amo', dire 'paradiso' è poco.
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Racconti Romantici E Ragionamenti Fantastici
Cerita PendekPiccole storie dolci e romantiche e riflessioni.