sono tutte parole

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Era notte. Lui era lì ancora. Seduto sul cuscinetto vicino alla finestra. Mi disse quanto gli piacevo. Andai da lui. Tra le sue braccia. Mi fece una carezza. Mi diede perfino un bacio.  Era dolce. Reale. Ero in paradiso. Poi mi augurò la buonanotte e se ne andò scendendo dall' albero che portava alla finestra di camera mia. Era un albero di noce grande e un po' vecchio ma i suoi rami erano ancora molto robusti e forti.  Mi ricordo ancora il momento di quando lo ho piantato. Ero così felice.  Vedere quell' albero crescere giorno dopo giorno, anno dopo anno, per me era un gran successo.
La notte successiva lui era ancora seduto su quel cuscinetto disse e fece le stesse cose ma di giorno non ci incontrammo mai. Fece così anche la settimana seguente. Un giorno però mi misi a guardare la chat che c'era tra me e lui. Lessi una piccola parte del giorno in cui litigammo. "Non è così amore. Non è vero. Fidati di me. Ti prego." Guardando quelle parole mi veniva da vomitare. Troppo dolci quelle parole. Troppo miele. Mi disgustavano."No. Non posso. E non chiamarmi più amore." " dammi una seconda chance. Non la sprecherò. Ti prego. Un' ultima volta". "No" risposi io.  Cedetti ai suoi 'ti prego' quando venne in camera mia con una rosa in mano e si inginocchiò per avere il mio perdono.  Quel giorno mi ero ricordata tutte le sue parole che mi disse. Tutti i suoi gesti. Mi ricordai anche il perchè iniziammo il litigio.  Ebbe inizio, infatti, perchè faceva sempre gli stessi gesti e dirmi sempre le stesse parole. Come se per lui la parola 'ti amo' era come dire 'ciao'. Come se il significato di quella piccola frase non avesse importanza. Era come se potesse dire 'ti amo' a chiunque. Decisi, quindi di chiedergli cosa significasse per lui quelle parole. Mi rispose con 'vali più della mia stessa vita e di tutto quello che ho' feci un cenno con la testa.  Dopo quel giorno. Continuò a venire in camera mia e dirmi le stesse parole e fare gli stessi giorni. Sempre quel giorno decisi di rispondere ad una domanda fondamentale:" io lo amavo ancora? Potevo guardarlo in  faccia, aprire il mio cuore e dirgli 'ti amo'?
No. Non potevo. Così la notte seguente decisi di parlare con lui. Gli dissi che non lo amavo più. Lui mi guardò e disse un semplice " lo so". Alzai il viso e lo guardai negli occhi. "Lo so che non mi ami più. Non sei più come ti avevo conosciuta. In quei periodi quando ti baciavo, il tuo sorriso sorgeva da solo. Sei cambiata e lo sono anch'io. Non mi pare di avere fatto lo stesso errore. Non mi pare di non aver aperto il mio cuore. Ma ne ho fatto un altro. Ancora più grosso. Quello di non averti dato molte attenzioni quando tu, invece, ne hai bisogno. Non ti chiederò di darmi un' altra chance. Non vale la pena sprecare questi giorni con me quando puoi essere più felice di così.
Ora me ne vado e non ritornerò più su questo cuscinetto morbido. Non salirò più sul tuo albero di noce. Ti dico solo una cosa e con il cuore in mano. Se hai bisogno di qualcosa dimmelo e mi ritroverai subito sul cuscinetto. Ti auguro di essere sempre al massimo della tua felicità. Ti svelo un segreto: so quando sei triste, arrabbiata o contenta quindi anche se sarai triste o arrabbiata mi troverai mentre ti busserò alla porta di casa perché mi hai bandito dalla tua camera.  Ti voglio bene. Addio." Detto questo scese dalla finestra e non si fece più vedere neanche in camera mia. Nei giorni seguenti mi sentii vuota. Come se parte di me se ne fosse andata via con lui. Ogni notte, nonostante io lo mandai via da camera mia, lo aspettavo. Come se, quel giorno, avessi voluto che mi mentisse. Mi mancava sentire quelle sue stupide parole. Mi mancava sentire la sua voce. Il sapore dolce dei suoi baci. Mi ero innamorata di lui e rovinai tutto. Mi fece innamorare talmente lentamente che non me ne ero neanche accorta che senza di lui la mia vita era così vuota.  Se davvero sapeva come mi sentivo allora perché non era presente? Mi addormentai con il pensiero delle sue parole e questa domanda che mi perseguitava e mi svegliai con qualcuno che stava bussando alla porta di casa. Andai ad aprire la porta. Era lui. "Ecco. Te lo avevo detto che ero presente quando eri triste. Il tuo sorriso è sorto spontaneo sul tuo viso. Ora sei veramente felice. Tieni. Queste sono per te. Due rose: una rossa con le spine e una rosa senza. Come piacciono a te. " Mi diede quelle due rose e poi dissi:" Sai perchè preferisco quella rossa con le spine e quella rosa senza?" "Si" rispose lui. Restai sbalordita e poi continuò " ti piace la rosa rossa perchè rappresenta la perfezione e la bellezza e con le spine perchè se vuoi anche solo annusarla devi stare attento a non pungerti.  Preferisci quella rosa perchè molte persone preferiscono quelle rosse e così le trovi uniche e particolari. La preferisci senza spine perchè pensi che non c'è da soffrire per vedere cose che ad altri non piacciono. " Ero sbalordita, incantata. "Sai quando me lo hai detto? Quando, la seconda volta che ci siamo incontrati,  stavamo passeggiando lungo il fiume. Tu mi avevi dato questa spiegazione mentre avevi preso in mano una margherita e la facevi girare tra le dita lentamente. Io ti domandai se quello fosse il tuo fiore preferito perchè la tenevi con grande cura. Tu risposi con questa spiegazione." Era incredibile perchè quando me lo aveva chiesto sembrava che non avesse ascoltato niente di tutto quello che avevo detto. Per il semplice motivo che quando parlavo, lui si metteva a guardare altrove e sembrava perso nei suoi pensieri. Si. Era cambiato ma aveva fatto un grande progresso. " tu odi le mie scuse. Pensi siano solo dicerie e quindi non te le dico ma ti ricordo che ti avevo augurato di essere sempre felice ma ti ho promesso che non mi vedrai mai più. Mi dispiace l' ultima promessa non la devo mantenere perchè so che sei davvero felice se ci sono io quindi preferirei restare e renderti felice che rispettare una stupida promessa e allontanarmi lasciandoti triste." Lo baciai. Mi erano mancate davvero le sue braccia accoglienti e il suoi baci dolci. Ero davvero in paradiso questa volta. Lui era la rosa rossa e io avevo imparato come prenderla in mano senza pungermi. "Sei il mio angelo e io il diavolo. Ti ho portato in paradiso portandoti via dalla mia brutta terra".  Mi sussurrò tenendomi ancora tra le sue braccia ritrovandoci ancora sul nostro cuscinetto. " Sei andato via dal tuo reame per un angelo?" "Te lo avevo detto che vali più della mia stessa vita e di tutto quello che ho." È vero me lo disse quando gli chiesi cosa volesse significare per il quel 'ti amo'. Non mentiva. È proprio vero che se una persona ti ama veramente vuole sempre vederti felice e non ti farebbe mai del male. E se qualcuno dovesse ferirti anche quella persona viene colpita dal dolore ma  reagisce al posto tuo oppure con te. Se qulcuno tiene a te preferisce la tua felicità della sua anche se è costretto a rinunciare a tutto. È proprio vero che si è una cosa sola. Che ci si completa. È vero che l' amore rende folli. Ma è proprio grazie a quella follia che poi ci sentiamo veramente felici.

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