Capitolo quindici. || Sex! SEX! ..and something else. ||

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Se vi va passate a leggere #TBT e BLOWBACK le mie altre due storie c:

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Gli occhi di mio padre sono puntati su di me. Finché fissa me non c'è pericolo che fissi il mio letto.. o quello che c'è sotto il mio letto.

«Sono qui per parlarti del college.» Va a sedersi sul mio letto.

Tossisco per nascondere il mugolio di Harry quando mio padre si siede schiacciandolo al pavimento.

Povero.

Però dentro mi sto divertendo un sacco.

«Dovresti fare qualcosa per la quella tosse» mi suggerisce, aggrottandosi.

«No.»

«Sì» ribadisce.

«No.»

«Perché dovrei?»

«Perché stai tossendo come se avessi appena fumato due pacchetti di sigarette, tesoro.»

Vado a sedermi sulla scrivania, penzolando le gambe. «Come sei perspicace, papino.»

Lui mi guarda, assottigliando lo sguardo. «Hai un ragazzo?»

Sgrano gli occhi. «Cosa? No!»

Lui mi guarda e io mi giro a fissare i fogli scombinati sulla mia scrivania, con uno strano imbarazzo che mi percorre la schiena.

«Non sarebbe strano. Sei una bella ragazza, Crys.»

E le bellissime ragazze hanno dei bellissimi fidanzati.

Certo, è così ovvio.

Solo che io non sono bellissima e non ho un bellissimo fidanzato.

Non ho un fidanzato, ma ho un amico che mi porto a letto.

E' più o meno la stessa cosa, solo non c'è il rischio di innamorarsi e, dunque, di restarci male.

«Hai detto che volevi parlarmi del college, no?» Gli faccio, voltandomi nuovamente.

«Ho parlato con tua madre. Abbiamo deciso che devi essere libera di scegliere che collegio frequentare. Se non ti sta bene restare qui..»

«No, va tutto bene!»

Più o meno.

Cioè sì, va tutto bene.

Ho dei professori che mi danno del "lei" solo perché li pagano per farlo, una tutrice che mi fissa come se fossi il suo peggior incubo, una segretaria che quasi sicuramente vorrebbe portarsi a letto sia mio fratello che il suo gruppo di amici che suona in una band.

Sono sempre andate così le cose in questo posto o aspettavano me?

«Quindi vuoi restare qui? Con Thomas?»

«Sì.. anche se.. è cresciuto.» 

Mio padre si alza in piedi, si avvicina a me e posa una mano sulla mia spalla. «E' un uomo ormai. Saprà prendersi cura di te.»

«E' come se fosse stato sempre così, ma me ne rendo conto soltanto adesso.»

«E' sempre stato un ragazzo con la testa sulle spalle, identico a tua madre.»

«Che fortuna» mormoro con ironia.

Mio padre mi guarda con rimprovero prima di iniziare a ridere insieme a me.

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