Capitolo 10

33 1 1
                                    


A quel pensiero mi scesero delle lacrime, lui se ne accorse, <<Ehi, che succede? Ho detto qualcosa che non avrei dovuto?>> chiese triste e cercando i miei occhi.
<<Scusami ma non parlo dei miei genitori.>>
<<Dove sono loro?>>
<<Sono morti, un anno fa.>> dissi piangendo.
<<Oh, scusami.Sono stato un coglione e indelicato!>>
<<Tranquillo,mi è passato. Ora mi vesto e vado a scuola, se vuoi puoi dormire ancora poi quando ti va puoi andare.>> dissi avvicinandomi all'armadio.
<<No vado a casa ora, devo andare anch'io.>>
Sorridemmo e ci vestimmo velocemente, io indossai una gonna nera e un top bianco, lui si mise i suoi vestiti di ieri e quando mi vide mi fischiò. Io arrossì e mi avvicinai a lui per abbracciarlo, mi strinse forte e con le mani scese fino alla curva del mio sedere, mi allontanai e mi diressi verso la cucina.
<<Caffè?>> chiesi.
<<Si grazie.>>si sedette su una sedia e io gli passai la tazza di caffè. <<Ti porto io al lavorare ok?>> disse.
<<Va bene>>dissi, finimmo di bere il nostro caffè e scendemmo in auto.
Per tutto il viaggio rimanemmo in silenzio, arrivammo davanti al mio lavoro c'era mio zio che era già entrato, mi girai verso Fabrizio e gli diedi un baci rapido sulle labbra e scesi dalla macchina.
Appena entrai nel bar mio zio mi guardò ma fece finta di niente, io lo salutai e corsi dietro al bancone a preparare i due caffè per me e per lui. Quando gli portai la tazzina al tavolo, lui chiuse il giornale e lo arrotolò come una mazza e mi colpì senza pietà nel mio sedere, io colta di sorpresa gridai e mi accovacciai a terra con le braccia che mi coprivano la faccia per non farmi colpire, lui intanto che mi colpiva iniziò a imprecare contro di me, mi insultò in tantissimi modi, e io iniziai a piangere, continua a picchiarmi ma a un certo punto si fermò e fece cadere il giornale a terra e lo sentì piegarsi sopra di me e mi toccò; iniziò a molestarmi, io non riuscivo a muovermi, poi a un certo punto lui tirò giù la cerniera dei pantaloni e fece uscire la sua erezione e mise una sua mano tra le mie gambe e mi fece scendere le mie mutandine, io cercai di rimettermele ritraendomi da lui, ma lui mi colpì il viso e io caddi a terra lui si avvicinò ancora di più e sentì che stava per entrare dentro di me, io iniziai a urlare e chiedere aiuto, ma nessuno poteva sentirci.
A un tratto qualcuno mi tolse mio zio da sopra di me e lo scaraventò a terra. Era Fabrizio, iniziò a picchiarlo finché mio zio non svenne. Fabrizio si fiondò davanti a me e cercò di sfiorarmi il viso, io mi ritrassi dallo shock.
<<Ehi, Elisa. Calmati, è tutto finito. Ci sono io con te.>> disse guardandomi negli occhi.
<<Fabrizio.>> dissi sottovoce.
<<Va tutto bene, tesoro. Ti proteggo io, vuoi un bicchiere d'acqua?>> mi chiese preoccupato.
Io acconsentì con un accenno. Lui si alzò lentamente e si diresse verso il bancone e versò un po' d'acqua in un bicchiere, me la portò e bevvi un sorso d'acqua.
<<Adesso chiamo i carabinieri, così vengono a prendere sto qui. E noi torniamo a casa tua, hai capito?>>disse.
<<Si. Ho capito.>> dissi fissando il pavimento.
Lui chiamò i carabinieri che arrivarono mezz'ora dopo, mio zio rimase li sdraiato sul pavimento svenuto. Appena lo portarono via io e Fabrizio andammo a casa mia, appena entrai nel mio appartamento iniziai a piangere.

**************

Ciao a tutti :) oggi c'è un capitolo un pò movimentato

Che ne pensate? Lasciate una stellina o un commento!

Ci vediamo domani con un altro capitolo :)

Quei Maledetti Occhi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora