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Sono sicuro che mi verrà concesso un minuto per ripensare a tutte le volte che volevo urlare cosa sentivo, ma sono stato zitto per paura di non essere capito.

Charles Bukowski

Conies, dopo il giro conoscitivo torna a casa, ha anche appuntamento con Gabriel. Durante il tragitto di ritorno la ragazza è molto pensierosa. Si è chiesta più volte se sarà in grando di gestire i ragazzi. Riflette sugli sguardi che ha visto. Quegli stessi sguardi che si son incrociati con il suo, quegli sguardi che l'hanno messa a nudo e studiata. E poi l'abbraccio...come si può essere indiffirenti all'abbraccio spontaneo e sincero di un piccolo cucciolo d'uomo di tre anni. Immagina anche il perchè si trovi li insieme alle sue sorelle. Non conosco quei ragazzini ma hanno già trovato un posticino nel suo cuore.

Arriva a casa e accende il pc, legge le email e trova poprio quella che stava aspettando. Lucy e Hannah hanno deciso i turni, gli orari e i bambini assegnati a ognuno di loro con le principali informazioni sul perchè i ragazzi si trovino li e quali ordini rispettare.

Conies legge con soddisfazione che a lei tocca il turno pomeridiano 16:00/21:00 e tutti i giorni prima di recarsi in comunità deve prelevare i piccoli a scuola. Ha la responsabilità dei fratelli Rossi di rispettvamente 3,5, e 7 anni. Il treenne è proprio il bimbo che le ha regalato un abbraccio. Sorride solo al pensiero.

La serata con Gabriel trascorre come sempre, normalmente nella loro normalità. Hanno cenato insieme fuori e poi son finiti per scopare, appartati in macchina, in una stradina buia e affollata da altre auto con dentro coppie come loro, senza sentirne la reale esigenza.

Finalmente arriva il grande giorno. Il turno di Conies è l'ultimo e in base agli orari riesce a fare compresenza con Anto, la collega del turno 15:00/20:00 e Very che fa 12:00/18:00. Le ragazze pur essendo l'opposto in tutto e per tutto si trovano subito in sintonia. Anto è la più grande, prossima alla laurea, molto riservata, timida ma sveglia; Very invece ha tre anni pià di Conies, molto estroversa, solare e sempre sorridente, quasi iperattiva. Parlano, si confrontano, creano le basi per la nascita di una possibile amicizia.

Il primo giorno non è semplice. Le ragazze vengono quasi ignorate e tutti gli aiuti che cercano di offrire vengono rifiutati. L'educatrice di turno le ha spiegato che è un comportamento normale, loro sono delle estranee e stanno invadendo il territorio.

I piccoli sono più socievoli, le cercano per giocare e li trascinano in camera per mostrare giochi e vestiti nuovi.

L'educatrice prima di andare via e lasciare sole le nuove volontarie, informa che verso le 20:30 arriverà la mamma dei fratelli Rossi per portarli via, quindi Conies che è di turno deve semplicemente ricordarsi di darle gli zaini e l'occorrente per i giorni a venire visto che ritorneranno in comunità solo dopo due giorni.

Con ben quasi venti minuti di ritardo e quasi a fine turno di Conies, suonano alla porta. La ragazza va ad aprire e rimane di sasso. Non si aspettava di trovarsi di fronte una ragazza che conosce bene e con cui giocava da bambina. Non aveva capito che i bambini appartenessero a lei e prova rabbia e pena allo stesso tempo. La giovane mamma sembra non riconoscerla o forse fa finta e Conies non si espone, si presenta come la nuova volontaria e spiega il suo compito verso i suoi figli.

Arriva l'educatrice del turno di notte e Conies torna a casa. Durante il tragitto riceve la chiamata del fidanzato e come abitudine si accordano per vedersi e finiscono a letto. Niente di più, niente di meno.

Trascorre la prima settimana, non senza problemi, nè senza stress. Le ragazze son riuscite a fare amicizia a parte con Grazia perchè avendo il turno della mattina non la incontrano mai e non hanno modo di socializzare e relazionarsi. Si organizzano per andare a mangiare una pizza dopo lavoro, un venerdi sera, serata ideale avendo tutte un ragazzo, fino a farlo diventare un appuntamento fisso. Organizzarsi una volta a settimana, un modo per svagarsi e confrontarsi. L'amicizia si consolida ancora di più.

Arriva la prima notte per Conies. La ragazza è agitata, sa che ha una grande responsabilità e sa anche che non chiuderà occhio. Ha paura di addormentarsi e non riuscire a dare in tempo un farmaco salvavita a un ragazzino. Ha paura di non percepire un qualunque periocolo che possa presentarsi e ha paura di non riuscire a far capire ai ragazzi, soprattutto ai più grandicelli che quella sera è lei a comandare.

La serata trascorre tranquilla, i ragazzi curiosi hanno chiesto a Conies di parlare di lei, le femmine quasi pendevano dalle sue labbra, i più piccoli le son state tutta la serata in braccio e i maschietti pur ascoltandola hanno preferito mantenere le distanze e stare sul divano a guardare un film. L'hanno aiutata con la cena, ognuno ha rispettato il suo compito: chi apparecchia, chi sparecchia, chi aiuta con la cottura e infine chi deve portare fuori la spazzatura. Conies non crede ai suoi occhi. Sotto quel punto di vista sono responsabili. A turno fanno la doccia e iniziano a ritirarsi ognuno nelle proprie camere familiari. L'indomani hanno tutti scuola.

Prima di ritirarsi in camera, non senza paura fa il giro della struttura, chiude tutte le uscite e porta con se le chiavi della porta principale, giusto per evitare qualsiasi tentativo di fuga e le finestre hanno le sbarre. Controlla le quattro camere una per una accertandosi di avere tutti i posti occupati dai rispettivi proprietari. I più piccoli le chiedono di leggergli qualcosa e cantare ninna ninna.

Finito il giro, Conies decide di mettersi un pò sul divane a leggere. Opta però per il divano che sta nell' antrone, non in cucina. E' più esposta, ma si sente più sicura perchè da li può accorgersi se qualcuno esce dalla camera e può tenere sott'occhio il giardino esterno e l'entrata. E' notte fonda, Conies ha sonno ma non riesce a dormire, vorrebbe continuare a leggere ma decide di mettersi a letto. Abbandona il libro sul divano e proprio mentre si alza vede qualcuno che sale di corsa le scale esterne. Inizia a sudare freddo. Ha paura. Tanta paura e non riesce a muovere un passo. Pochi secondi e chiunque sia se lo ritroverà davanti la porta in vetro dell'entrata. I ragazzi sembrano dormire beatamente. Conies cerca il telefono, vorrebe chiamare le forze dell'ordine, è l'unica cosa sensata che le viene in mente. Sono le tre di notte e la figura che prima saliva le scale suona alla porta.

«Chi è?» chiede conies con voce tremante e la mente imbrattata di sudore

«Avanti apri, non far finta di non conoscermi» risponde la voce.

Proprio in quel momento esce dalla stanza Luisa, la maggiore tra gli inquilini

«è mio fratello, puoi aprire.» dice la ragazza

«Come è tuo fratello? Perchè viene qui di notte? Io non apro» risponde Conies

«Tu apri» la sfida Luisa alzando la voce

Intanto le luci delle varie camere si accendono e come lumache dopo un temporale tutti affacciano la testa dalla porta per capire cosa succede. Non si allarmano però e Conies ne deduce che siano abituati a scene del genere.

«Vai in camera per favore, passa domani a salutarvi. É notte fonda e domani cè scuola.» dice Conies in modo più calmo possibile.

Luisa inizia a urlare nel cuore della notte, le da della stronza puttana dicendole che lei non è nessuno per decidere chi può o non può entrare in comunità. Inizia a tirare calci e pugni a tutto ciò che le capita sotto mano. Dopo sembra calmarsi e chiede a Conies se almeno può solo per due minuti scambiare due chiacchiere con il fratello maggiore, lui restando fuori e lei dentro. Conies accetta ma non senza imporre la sua presenza. Ordina di andare tutti in camera e rimettersi a dormire. Invita il misterioso ragazzo di spostarsi sotto la finestra della camera dell'educatrice e chiede a Luisa di seguirla nella sua camera per parlare dalla finestra per solo due minuti con il fratello.

Conies si allontana di qualche metro, prende il libro in mano e sedendosi sul letto fa finta di leggere. Ciò che però sente le fa gelare  il sangue, rattristendola e facendola sentire piccola e impotente .

"la mamma sta male, papà l'ha picchiata, era ubriaco. Le ha rotto una bottiglia in testa e ora è in ospedale. Non tornate domani a casa, soprattutto Mary, dille di restare qui. Inventale una scusa. Lo sai lo zio cosa vuole da lei, non ho potuto proteggere te, non permetterò succeda anche con lei."

Luisa torna in camera. Conies ritorna sul divano e piange per tutte le ore che rimangono al sorgere del sole.

Non sono come sembro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora