Le spalle bruciavano, dietro la schiena avevo un'ecchimosi abbastanza estesa. Due macchie violacee mi cerchiavano il deltoide. Patrick mi portò a casa, ma prima di andarsene si assicurò che non fossi sola. Lo pregai di non dire niente a nessuno, di fare finta che non fosse successo nulla. Anche se era impossibile, doveva provarci.

《Ma se solo dovesse succedere un'altra volta. Se solo un altro uomo dovesse sfiorarti contro la tua volontà. Io gli strappo le palle, Sonia, gliele strappo con le mie stesse mani.》

Era stato abbastanza chiaro, nessun tipo di equivoco o incomprensione.

Mia mamma mi chiese come mai fossi tornata così tardi, le dissi che le lezioni erano finite con qualche ora di ritardo e c'era confusione in strada. Se solo sapesse la verità, che all'università nemmeno sono andata. Credo che non ci penserebbe due volte ad andare dai carabinieri per denunciare l'accaduto. In questo caso dovevo davvero fare di tutto per nascondere questo vistoso ematoma.

Entrai in bagno e chiusi a chiave, mi massaggiai la parte contusa con un pezzo di ghiaccio. Pizzicava, sembrava come se mi stessi staccando degli aghi dalla pelle. E piansi per il peso di essere me.
Piansi tanto per il macigno che mi sarei portata dietro d'ora in avanti.

Sapore di te; Patrick CutroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora