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Quando mi stringe.
Quando mi abbraccia.
Quando mi dice eccomi, sono qua.
Quando mi tiene su la vita.
Sono in momenti come questi che mi accorgo che ciò che provo per Patrick è cambiato irreversibilmente.
L'intesa di due sguardi, la complicità, un segreto inconfessabile ed un pizzico di follia. Ecco cosa ci lega.

Un altro anno è passato. Quel pomeriggio d'estate tropicale, afosa e torrida Patrick ed io ci trovavamo seduti sul divanetto della sua stanza impegnati a giocare a PES. Io tanto ero infossata a quel gioco, che mi calavo nei panni del giocatore e sbraitavo quando scivolava la palla tra i piedi oppure sbagliavo un passaggio o un tiro. Patrick mi guardava e rideva a più non posso, senza perdere l'occasione di prendermi in giro quando mi batteva.

《Beh, date le mie abilità piuttosto discutibili, mi avresti battuta anche da bendato.》
《Mi dimentico che sei una frana a giocare con la Play.》
《Sono brava a fare altre cose, però.》
《Tipo?》
《Dormire.》
《In quello sei un'esperta, lo so.》

Mi stravacco sul divano, sfilandomi le scarpe e appoggiando le gambe sul bracciolo di velluto, mentre Patrick stava sistemando i joysticks all'interno del comò, tanto era fissato con l'ordine e la pulizia, soprattutto quando erano di sua proprietà.

Cercò di sistemarsi nella mia medesima posizione con qualche difficoltà in quanto il divano era relativamente piccolo. Allora provai a fargli spazio, mettendomi con la schiena appiccicata al suo petto e le gambe intrecciate alle sue. Presi il telecomando che si trovava sulla mensola vicino Patrick, per farlo dovetti stirarmi un po' sopra di lui e il top cedette leggermente scoprendo il brassiere che indossavo al posto del reggiseno: in estate è una tortura avvertire i ferretti metallici sopra la pelle sudaticcia.

Notai sotto di me la faccia rossissima di Patrick, evidentemente in preda all'imbarazzo più totale.

《Sò, te lo prendo io 'sto benedetto telecomando, tranquilla. Basta che allontani le tue tette dalla mia faccia.》
《Ma come? Non dicevi sempre che sono piatta come una tavola da surf?》
《Sì, ma adesso togliti.》
《Altrimenti che fai?》

Non so l'esatto motivo per cui volevo provocarlo, sedurlo. Forse per scatenare in lui una reazione, anche un minimo effetto per vedere cosa sarebbe successo. Ci guardammo reciprocamente negli occhi con la speranza che uno dei due facesse qualcosa. Qualcosa che entrambi desiderava ardentemente, ma che nessuno voleva fare per primo.

《Allora cosa vuoi che faccia?》

Voglio che mi mandi a fanculo quando sei arrabbiato, che mi urli addosso quando non ti ascolto e puntualmente hai ragione, voglio i tuoi sbalzi d'umore e le tue paranoie sulle ragazze. Come prima, Pà, torniamo come prima. Perché io non ci sto capendo più niente. Sono il disagio, la contraddizione fatta a persona. Ci conosciamo da due anni, perché solo ora mi accorgo di volere te in tutti i sensi possibili e immaginali: i tuoi capelli disordinati, la tua pelle nuda, la tua bocca umida. Perché? Spiegamelo.

《Baciami.》

Sapore di te; Patrick CutroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora