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Non so esattamente cosa spinga due persone a legarsi. Forse la sintonia, forse le risate, forse le parole. Probabilmente l'incominciare a condividere qualcosa in più, a parlare un po' di sé, a scoprire pian piano quel che il cuore cela. Imparare a volersi bene, ad accettarsi per i difetti, i pregi, per le arrabbiature e le battute. O forse accade perché doveva accadere. Perché le anime son destinate a trovarsi, prima o poi.

Quell'estate trascorse velocemente come un battito di ciglia. Patrick rimase un enorme punto interrogativo. Avevo capito che sarebbe stato difficile tornare amici come prima. Anzi, impossibile. Avevo capito di avere bisogno di lui quando ogni volta che dicevo basta, vado avanti, facevo tre passi e poi mi giravo a cercarlo.

Eravamo entrambi codardi e orgogliosi, non avevamo il coraggio di ammettere veramente ciò che provavamo l'un l'altro. E la cosa più sconvolgente è che lui usciva con Laura ed io riniziai a sentirmi con Salvo. Forse per ripicca, forse per arginare questo forte sentimento. Forse perché era la cosa più giusta da fare: allontanarsi e prendere strade diverse.

Però l'unico capace di rimettere i pezzi del puzzle al loro posto era Patrick, solo lui con un semplice abbraccio sistemava tutto il casino che c'avevo dentro. L'unico modo che conosco per volermi bene è attraverso lui. Sono condannata a volerlo per sempre e non averlo mai perché, appunto, siamo due che neanche sul punto di morte ci diremmo che ci vogliamo. Che maleducati che siamo: amarsi e non dirselo.

Però basta trovarsi in una stanza, noi due da soli, per far scoppiare i fuochi d'artificio e far cadere le stelle per quanta potenza c'è nel nostro sguardo. Mi guardi e mi desideri. Mi guardi e mi spogli. Mi guardi e mi baci. Mi guardi e facciamo l'amore.

Così, Patrick, così abbiamo rovinato la nostra bella amicizia e non si è ancora capito cosa stiamo facendo. Ti osservo, mentre ti accarezzo il petto e non so se ti ho. Perché forse non ti ho mai avuto davvero. Non lo so. Quando si tratta di te non so niente. Non so cosa sento, cosa dire, cosa fare, cosa voglio.

《Perché?》
《Perchè, cosa?》
《Perché dobbiamo essere così ipocriti da non ammettere la verità evidente ad occhi nudi?》

E niente, rimane tutta una questione di ormoni, che hanno paura di esplodere perché sarebbe troppo difficile e complicato da gestire, ma così spontaneo e genuino, come me e te quando ci fissiamo nell'iride e comunichiamo con così poco. Perché alla fine ci basta questo per capirci.

《Perché siamo coglioni.》

Sapore di te; Patrick CutroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora