Arrivò la notte. Non cenai, non avevo per niente voglia di mangiare. Volevo solo appoggiarmi sul letto e chiudere gli occhi. Tentare, almeno. Perché ogni qual volta lo faccio riecheggiano tutti gli avvenimenti di stamattina. Come un uragano che si imbatte su una città e fa crollare palazzi e grattacieli, così crollano le mie sicurezze. Come una palla demolitrice che sfascia ogni parte di me.
Abbraccio energeticamente il cuscino e stringo forte gli occhi con la speranza di riuscire a cacciare quelle macabre immagini che sembrano si materializzino dentro di me. La pelle comincia a solleticarmi nelle zone dove quel signore mi ha toccato con le sue mani tozze. E mi prudono.
All'improvviso, un rumore leggero, un fruscio, proviene fuori dalla mia finestra, provo ad alzarmi dal letto per affacciarmi, ma vengo investita da una luce accecante: il flash di un cellulare.
《Patrick, santo cielo, mi hai fatto prendere uno spavento enorme... pensavo fosse un animale.》
《Animale? E cosa un leone?》
《Si vabbè. Perché sei qua?》
《Ti rispondo solo se mi fai entrare, si congela qua fuori.》Gli spalancai l'apertura della finestra permettendogli di entrare dentro la mia camera. Si diede una sistemata ai capelli e rinchiuse il battente dietro di sé. Indossava una tuta grigia elasticizzata, che gli metteva in risalto il fisico allenato a cui teneva in maniera particolare.
《Sono venuto per sapere come stai. Non prendevo sonno, chiudevo gli occhi e pensavo a te.》
Come vuoi che stia. Sto come quando non riesci a dormire e continui a guardare un punto della tua stanza senza battere le ciglia.
《Dipende.》
《Da cosa?》
《Da cosa vuoi sentirti dire.》
《Spiegati. Ho tutto il tempo del mondo.》Si accomodò sul mio letto, i piedi a penzoloni, le braccia all'indietro a sostenere la testa appoggiata sulla testiera, lo sguardo fisso su di me, sui miei occhi. Imperscrutabile. Ipnotico.
《Quando le persone chiedono come una persona sta, si aspettano sempre una risposta in base a ciò che vogliono loro. Chi vuole aiutare tutti si aspetta un "male", così può rendersi utile. Chi lo chiede per gentilezza si aspetta un "bene", così può cavarsela con un "ne sono felice" e stroncare la conversazione. I realisti si aspettano un "così così", "si va avanti", "abbastanza bene dai". Anche quando chiediamo come sta una persona perché ci interessa, ci aspettiamo sempre una risposta nei nostri confini. Se a una persona che si aspetta un "bene", le si risponde con un "male", questa ti dirà che le dispiace, ma non se ne fregherà abbastanza da chiederti il motivo. Quindi beh, che io stia bene o male non importa, tu cosa ti aspetti che ti dica?》
Patrick restò immobile difronte quel monologo. Rimase a lungo in quella posizione, tanto che pensai si fosse fossilizzato. Mi avvicinai verso di lui, stravaccandomi accanto, appoggiai la mia testa sul suo petto e chiusi gli occhi. Lui adagiò un braccio sopra il mio e cominciò a farmi i grattini, poi mi diede un bacio lento e dolce sui capelli.
Sapevo che fosse una cosa insolita noi due abbracciati nel mio letto. Sarebbe stato meno raro vedere un ufo che noi due mentre ci scambiamo effusioni. Eppure quella notte io e Patrick abbiamo dormito insieme: io stretta a lui con l'orecchio sul suo cuore, ad ascoltare i suoi battiti spediti e sincronizzati, che mi restituivano calma e pace, ciò di cui avevo bisogno ardentemente.
![](https://img.wattpad.com/cover/180244189-288-k487696.jpg)
STAI LEGGENDO
Sapore di te; Patrick Cutrone
Fanfiction《Stavo andando via, ma poi mi sono accorto che è meglio litigare con te che fare l'amore con chiunque altro.》 Sonia e Patrick: coetanei, colleghi, migliori amici e chi più ne ha più ne metta. Due caratteri incompatibili, due personalità contrastanti...