CAPITOLO V

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Sono le 14:10 e sto entrando dall'ingresso dell'Hotel e mi avvicino con un grosso sorriso alla titolare, la trovo davanti alla reception mentre impartisce ordini alla ragazza coi capelli azzurri, ma mi sfugge il nome.

"Buon pomeriggio!" dico.
"Buon pomeriggio gioia! Puntualissima, mi hai preso alla lettera, ottimo. Vai di lì che troverai la tua divisa, poi ti dai il cambio con Karen e conoscerai anche Matteo." dice indicandomi una stanzetta non troppo lontana e corro a prepararmi.

Mi guardo allo specchio, in fondo non mi sta nemmeno così male questa divisa, anzi, la gonna a tubino, mi arriva a metà coscia ed è così sexy!

"Piacere Iris, tu Karen, si?" dico sorridendo alla ragazza stringendole la mano, ma annuisce debolmente e mi guarda un po' minacciosamente. Non mi pare di starle particolarmente simpatica, iniziamo alla grande.
"Io sono Matteo, che viso angelico che hai, wow." dice in tono malizioso questo ragazzo, con un sorriso stampato sul volto.
"Io sono Iris, e ti ringrazio." rispondo con sorpresa, cosa hanno che non va queste persone? Dove sono capitata?

"Sei patetico, andatevene a quel paese tutti oggi. Io ho finito il mio turno." sbotta Karen, prendendo il suo cellulare e andando via, che tipa cortese per essere a contatto con i clienti.

GIOVANNI'S POV

Entro svogliatamente nella hall e vedo già Matteo mentre tenta di approcciare la ragazza della birra, è sempre il solito rapicone.

Entro nello stanzino e vedo Karen, sempre bellissima, ma quanto mi fa male vederla ogni giorno dopo quello che ho scoperto, faccio finta di nulla, ma arriverà il momento che le vomiterò addosso tutto quello che mi sta facendo passare.
Non sono una persona che si arrabbia facilmente, succede solo quando tengo a qualcosa o a qualcuno, in questo caso a lei. Non doveva farlo, le ho riposto troppa fiducia.

Quando mi vede si alza sulle punte e mi bacia, ma non dico nulla.

"Ehi amore, che hai? E' un po' di giorni che ti vedo strano, distaccato, freddo..." mi chiede, prendendomi il viso tra le mani, la guardo dritto negli occhi.
"Sono solo stanco, tra lo studio e il lavoro, è un periodo stressante." dico mentendo, ma finge di crederci.
"Sta sera, dopo il lavoro, una serata tranquilla solo me e te?" dice ammiccando, so dove vuole arrivare.
"No!" sbotto bruscamente.
"Che succede Giova?" si sta allarmando, mi guarda impietrita.
"Hai anche il coraggio di chiedermelo? Dovresti dirmelo tu! Ora vattene che devo cambiarmi e iniziare a lavorare." dico cercando di essere il più calmo possibile ma con scarsi risultati.
"Ma..." cerca di replicare ma sta volta no, è già abbastanza.
"Va via." dico fermo, quindi esce dalla stanza e rimango in compagnia dei miei pensieri.

Sostituisco Matteo e rimango con Iris, ma non ho voglia di parlare e non inizierò una conversazione e non ne porterò avanti nessuna, anche se non sa cosa fare essendo il suo primo giorno, non mi interessa per ora.

"Giovaaa..." arriva mia madre correndo alla reception, sempre con un certo stile, non le manca mai.
"Tra una mezz'oretta arriveranno i tre giudici di Masterchef, alloggiano qui per registrare una puntata della trasmissione, prendi la chiave e fai vedere ad Iris le tre suite dell'ultimo piano e fatemi un controllo veloce, controllate ogni minimo particolare e sistemate questi sui tavolini." dice tutto d'un fiato, porgendoci tre ciotole di cioccolatini, ma mi limito a prendere la chiave sbuffando, che giornataccia.

"Certo, subito." sento dire Iris dietro di me, mentre cerca di far rimanere in equilibrio le ciotole.

Entriamo in ascensore e clicco il pulsante del quinto piano e mi scappa un sospiro.

"Da quanto lavori qui?" mi chiede la ragazza per rompere il silenzio.
"Quasi tre anni." taglio corto.

Usciti dall'ascensore mi dirigo verso la porta, la apro, la faccio entrare e la richiudo. Senza nemmeno far in tempo ad inserire la carta nell'apposito aggeggio, il buio.

"Che succede?" mi chiede allarmata.
"Non ne ho idea, ma credo sia andata via la luce, si sono accese le luci di emergenza, ma non servono a nulla."

"Merda." dico mentre cerco di aprire la porta a niente da fare.
"Ma non sono magnetiche queste porte?"
"Si, ma hanno bisogno di un meccanismo elettronico per leggere le tessere e far accendere la spia verde. Dobbiamo solo aspettare che torni la luce, non penso ci voglia molto."

A NEW BEGINNING//Spawn//INoobDove le storie prendono vita. Scoprilo ora