CAPITOLO VIII

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GIOVANNI'S POV

Mi sento un po' a disagio in questa situazione, non so bene come comportarmi, non so se lasciarla sola o tenerla compagnia. Cosa si fa solitamente? Non sono bravo in queste cose, però decido di tenerla compagnia, magari vorrà parlare, magari no, vorrà stare in silenzio, ma credo che sia meglio stare soli insieme, che soli.

"Caffè o tè?" chiedo appena esce dal bagno, ha delle occhiaie marcate e gli occhi vuoti, ieri sera non erano così.

"Tè grazie." dice e si siede sul letto coprendosi la faccia con le mani, quanta tenerezza mi fa.

"Eccolo è pronto." dico con un sorriso porgendole la tazza e sedendomi accanto a lei, poggiandomi con la schiena alla testiera del letto.
"Grazie, sei molto gentile." dice quasi sottovoce, ricambiando il sorriso, ma è un sorriso triste, pieno di amarezza.

Sono proprio curioso di sapere cosa le ha provocato ciò, dice che le è capitato più volte, sono tentato di chiederglielo ma mi trattengo, non vorrei essere troppo invasivo, alla fine dei conti non ci conosciamo nemmeno.

"Ti accompagno a casa?" chiedo istintivamente.
"No, non preoccuparti, casa mia è a due passi da qui."

IRIS' POV

"Andre!" busso ripetutamente alla sua porta con le lacrime agli occhi, mi apre quasi immediatamente.
"Piccola, che è successo? Non dirmi che è accaduto di nuovo?" mi chiede e io annuisco mentre lo abbraccio.

Lui sa tutto, dalla A alla Z, sa dei miei incubi, di quanto è stato difficile per me il solo fatto di farmi abbracciare da lui, mi ha aiutato a superare alcune cose, ma non tutto.

"Non vuoi andare a lezione giusto?" mi chiede.
"No, lo sai che me ne sto chiusa in casa, anche se oggi devo ritornare a lavoro, mi godrò la mattina, se tu devi andare vai, non preoccuparti." gli rispondo asciugandomi le lacrime.
"Lo so Iris, posso solo immaginare come ti senta, ogni volta ti ripeto che è meglio distrarsi, non rimanere a crogiolarsi nel letto tutto il giorno, così impazzisci."
"Lo so, hai ragione.Ora vado a farmi una doccia e ci penso su, vedo come mi sento, non ti assicuro nulla."

Quanto mi odio quando reagisco in questo modo, non è nemmeno reagire, è essere succubi del passato. Rimanendo a letto l'intera giornata non ci guadagno nulla, però mi sento meglio, ho questo strano modo di elaborare la cosa. Sono una persona forte sotto certi aspetti, perlopiù esteriormente, perché apparentemente sembra che non me ne freghi nulla, ma dentro ci muoio, cado a pezzi.

Queste mie debolezze non le ha mai viste nessuno all'infuori di Andrea fino ad oggi.
Perchè doveva succedere proprio questa notte? Giovanni non lo conosco minimamente, non mi piace esternare i miei sentimenti agli altri, figuriamoci a chi non conosco, a farmi vedere in quello stato.

Entro in doccia, penso a tutto e a niente. E' proprio vero, perchè sono così dannatamente complicata?
Oggi cercherò di reagire in un modo diverso, che sia un nuovo inizio? Mi sforzerò di andare a lezione, lo devo fare per me.

"Andre! Ho cambiato idea!" dico dietro la sua porta, bussando.
"Lo sapevo che questa volta ce l'avresti fatta." dice aprendo la porta e chiudendosela dietro di se.
"Andiamo altrimenti facciamo tardi."

La mattinata trascorre in modo tranquillo e stranamente, anche in fretta.
Esco dall'aula e mi dirigo verso il parchetto, dove Andre mi aspetta.

"Oggi un bel kebab, che dici?" mi chiede ammiccando.
"Proprio per rimanere in linea, che dire, ci sto!"
"Almeno mentre mangiamo posso accompagnarti lì" dice.
"Va bene, ma con quella ragazza? L'hai vista oggi?" chiedo dandogli delle gomitate nel fianco.
"Ah si. Si chiama Erica, ci siamo scambiati due chiacchiere ma nulla di che, in questi giorni ci lavorerò su per farmi avere il numero, mi inventerò qualche scusa."
"Ottimo, ma non essere troppo invadente, altrimenti il numero te lo scordi!"

"Siamo arrivati, ciao pasticcino." dico schioccandogli un bacio sulla guancia e sbuffa solo a sentire questi stupidi nomignoli, li odia da morire, ma adoro vedere il suo sguardo da finto arrabbiato.

Entro in albergo e saluto Matteo che è alla reception, ma c'è solo lui, forse Karen è già andata a cambiarsi. Mi dirigo quindi a cambiarmi, ma, dietro la porta chiusa della stanza, sento delle urla, quindi preferisco non entrare.

"Sei solo un coglione! Ma ti rendi conto di ciò che stai dicendo?" credo che sia la voce di Karen
"Vuoi dire che non è vero che sei stata con Vito? Sei una cazzo di bugiarda, vattene a fanculo, non voglio più vederti, sei solo una troia!" questa è decisamente la voce di Giovanni.

Non si dovrebbe origliare, non è una cosa da me, ma non mi sembra opportuno entrare ora.

"Sparisci te." dice la ragazza e apre la porta con violenza, per poco non mi colpisce, non credo mi abbia vista, meglio così, aspetterò qualche secondo prima di entrare.

"Posso?" chiedo bussando.
"Sì, fa pure." risponde Giovanni alzando gli occhi al cielo e camminando nervosamente, ma cerco di non dargli troppo peso ed entro nel mio piccolo stanzino.

Quando esco mi trovo Giovanni seduto, con i gomiti poggiati sulle gambe e la sua testa fra le mani.

"E ora che faccio? Le ho detto tutto, ho detto che so tutto, non ha smentito nulla. Perché l'ha fatto." dice in tono nervoso.
"Forse non ti ama abbastanza. Se ami una persona non guardi nessun altro, non esiste nessun altro e nessuna tentazione. Almeno io la  penso così."
"Sei mai stata delusa da qualcuno che credevi ti amasse?" mi chiede, io rimango spiazzata, non so cosa rispondere.

A NEW BEGINNING//Spawn//INoobDove le storie prendono vita. Scoprilo ora