XIII

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In limousine avevo ancora la testa tra le nuvole, complice l'ora passata nell'aula di musica con Shu, mentre io lo coccolavo tra le mie braccia.
Il ragazzo adesso era davanti a me che ascoltava la sua musica, ma ogni tanto lo notavo aprire un occhio per ricambiare il mio sguardo fisso su di lui.
All'ennesimo episodio sorrisi e lui tornò a riposare, con un'espressione serena sul viso. Lo trovavo estremamente bello in ogni cosa che faceva, anche la più banale.
Nessuno apparentemente sembrò notare i nostri scambi e arrivammo alla villa prima del previsto. Nessun viaggio da scuola-casa o viceversa mi era mai sembrato più breve.
Ancora stordita dalle recenti vicende scesi dalla vettura, seguita da un'ignara Yui.
Prima di andare a dormire era nostra abitudine bere insieme una camomilla o del latte alle mandorle caldo e nemmeno quella serata fece eccezione. Era un momento tutto nostro per rilassarci e chiacchierare come due buone amiche.
Mi offrii io di preparare il latte e lei aspettò pazientemente seduta, mentre io recuperavo le nostre due tazze preferite.
Normalmente Reiji non amava molto vedere qualcuno gironzolare per la cucina a seminare sporco e disastro, ma noi stavamo sempre attente a lasciare ancora più pulito del nostro arrivo e finché rispettavamo le sue regole ci era concesso quel piccolo momento tutto al femminile.
<<Sai, avevi ragione rispetto a quella questione di oggi pomeriggio>> le dissi all'improvviso, dopo averle messo sotto al naso la sua tazza rossa con dentro il latte alle mandorle caldo.
Lei assunse un'espressione pensierosa ed io le mimai: <<Shu>>, senza emettere nessun suono.
Non volevo far sentire qualcosa a possibili orecchie in ascolto, i vampiri possedevano un udito largamente superiore a quello di un comune umano, così come il resto dei sensi.
La ragazza prima sgranò gli occhi e poi si sporse un poco verso di me, parlando a voce bassissima.
<<E cosa pensi di fare a questo punto?>>
<<Non so dove mi porterà questa nuova situazione, ma voglio viverla fino in fondo. Per ora desidero questo>> le spiegai.
Parlammo poi di altro, consumando lentamente il nostro latte e poi ci incamminammo verso le nostre rispettive stanze, salutandoci nel corridoio.
Poco prima di mettere piede nella mia camera mi accorsi di aver dimenticato la cartella ai piedi del bancone della cucina e feci dietrofront per recuperarla, per niente decisa a prendermi i rimproveri di Reiji la mattina dopo, solo per aver lasciato le mie cose in giro.
Come a dimostrazione di ciò trovai proprio il ragazzo in cucina, probabilmente sceso per valutare lo stato delle cose. Lo trovai con la mia cartella sollevata senza sforzo da un singolo dito della sua mano, nonostante il suo peso consistente, mentre la soppesava con lo sguardo.
Notandomi sull'uscio della porta indicò prima me e poi la borsa ed io risposi con un cenno del capo.
<<Pensavo di essere stato chiaro, non tollero il disordine in giro>> disse lui con voce dura, gettando la cartella ai miei piedi.
<<Non l'ho fatto di proposito. Ero assonnata e l'ho dimenticata, ma sono scesa immediatamente a recuperarla>> spiegai, sperando in un suo moto di comprensione; che ovviamente non arrivò.
<<Sai, ho sempre evitato il più possibile di bere senza motivo il sangue di voi volgari spose sacrificali, per niente all'altezza di un vampiro purosangue, ma meriti di essere punita e ho quindi una motivazione per farlo>> disse.
Il tono in cui pronunciò quelle parole mi fece venire i brividi e arretrai di un passo. Reiji mi raggiunse con una velocità sovraumana, sbattendo il mio corpo contro il muro.
Notandolo avvicinarsi al mio collo lo spinsi con tutta la forza che avevo in corpo, guadagnandomi un suo sguardo carico di disprezzo.
<<Shu può berti tutto il sangue che vuole e da me non ti lasci nemmeno sfiorare? Chi ti credi di essere per rifiutarti? Tu sei alla nostra mercé, te lo sei dimenticata?>> mi sibilò in faccia, fuori di sé dalla rabbia. La sua reazione non sembrava solo la conseguenza di una banale cartella dimenticata, ma apparentemente celava qualcosa che io ignoravo. Lo percepivo chiaramente dall'esagerazione della sua reazione e ne ebbi conferma con le successive parole.
<<Che ha lui più di me? Perchè preferite tutti quel buono a nulla? Anche la mia dannata madre era esattamente come te, guardava solo Shu.>>
Sgranai gli occhi a quella confessione, iniziando a cogliere il senso dell'ostilità tra lui e il fratello maggiore. Invidia e senso di inferiorità nei suoi confronti, ecco cos'era.
<<Reiji io->>
<<Ti punirò>> disse lui, sbattendomi con più vigore contro il muro e bloccando le mie braccia col solo uso di una sua mano. La forza impiegata era tantissima e cercai di divincolarmi per sfuggire al dolore che stava avvolgendo i miei polsi, temevo di vederli lentamente spezzati sotto alla pressione della sua forza disumana.
<<Mi stai facendo male, Reiji>> mormorai a fatica.
<<Lo scopo è proprio questo>> disse, sorridendo e mostrando per la prima volta un'espressione puramente sadica mai vista sul suo viso. Ecco cosa celava l'oscurità nel suo sguardo: sadismo.
Le parole mi morirono in gola quando i suoi denti si piantarono con forza nel mio collo, causandomi un dolore mai provato con nessuno dei suoi fratelli. Feci per urlare, ma la sua mano libera andò a tapparmi la bocca.
Reiji succhiò avidamente il mio sangue e si staccò solo diverso tempo dopo, mostrandomi ancora una volta la luce sadica nei suoi occhi. Il ragazzo prese ad addentarmi in più e più punti diversi, senza succhiare mai troppo sangue.
Non mi mordeva solo per bere, ma soprattutto per provocarmi dolore. Poco dopo realizzai il suo scopo: stava imprimendo i suoi canini in ogni singolo posto dove ero stata morsa da Shu.
I fratelli avevano la straordinaria capacità di riconoscere l'autore di un morso semplicemente guardandolo e lui stava sfruttando quella capacità per cancellare i marchi del fratello.
Non stava punendo direttamente me, ma stava utilizzando il mio corpo come mezzo per umiliare Shu o almeno il messaggio che mi arrivò fu quello.
Per tutto il tempo urlai contro la sua mano, per sfogare l'imbarazzo e il dolore che stavo provando.
Quando il ragazzo finì con me la mia camicetta era strappata e macchiata di sangue in più punti, mentre io ero a terra con le ginocchia raccolte contro il petto e le lacrime agli occhi.
Shu, avevo bisogno di Shu.
Utilizzai le ultime forze che mi erano rimaste per alzarmi dal pavimento e avanzare lentamente verso la stanza del ragazzo in questione, sostenendomi con la mano contro il muro per non cedere sotto al peso del mio corpo tremolante e privato di quasi tutte le sue energie.
Ormai conoscevo buona parte della villa Sakamaki e non faticai molto per ricordare come arrivare alla destinazione finale. Non ero mai entrata nella sua camera, ma ogni tanto mi era capitato di vederlo entrare o uscire da lì.
Sperando di trovarlo in stanza bussai ed entrai senza aspettare risposta, ben sapendo che non l'avrei mai ottenuta dal ragazzo sempre troppo preso ad ascoltare la sua musica per accogliere eventuali visitatori alla porta.
Aprendola mi ritrovai inaspettatamente lui davanti, mentre faceva sfoggio della sua solita espressione apatica.
<<Cosa ci fai qui? Stavo venendo io da te e->>
Shu smise di parlare non appena notò le condizioni in cui versavo, dovevo sembrare davvero patetica ai suoi occhi.
Mi gettai tra le sue braccia, trovando sul suo petto il conforto di cui avevo bisogno in quel momento.
<<Chi è stato?>> chiese, esaminando i morsi da cui ancora colava del sangue. Sgranò leggermente gli occhi e la sua espressione si rabbuiò di colpo.
<<Reiji>> mormorò freddamente. Fece per uscire dalla stanza, forse per affrontarlo in qualche modo, ma io lo bloccai per una manica.
<<Non andartene, ti prego... resta con me>> lo supplicai, poggiando la testa sulla sua forte schiena. Qualche altra lacrima sfuggì al mio controllo e mi aggrappai di più a lui, sentendo le gambe cedere del tutto.
Shu si voltò e mi afferrò al volo, evitandomi una brutta caduta. Per la seconda volta mi ritrovai in braccio a lui, mentre mi scortava verso il letto, suo questa volta.
Non appena mi adagiò tutto il mio corpo vibrò dal sollievo.
<<Cambiati>> mi ordinò, passandomi una maglietta abbandonata lì sul letto. Profumava di lui, profumava di Shu.
Il ragazzo mi diede le spalle mentre toglievo la mia camicetta ridotta a brandelli e indossavo il capo che mi aveva prestato, voltandosi solo dopo avergli annunciato di essermi vestita.
<<Posso restare qui con te?>> chiesi.
<<Ormai sei già qui>> rispose lui.
Come una bambina allungai le braccia nella sua direzione, Shu guardò per un'ultima volta la porta, combattendo contro la voglia di cercare Reiji, ma poi scelse di restare lì con me e di avvicinarsi. Non appena si stese al mio fianco mi appoggiai contro il suo corpo, aggrappandomi con tutte le forze che mi restavano al suo golfino chiaro, come per paura di vederlo svanire da un momento all'altro. Lui ricambiò immediatamente.
La debolezza parlò per me, facendomi sussurrare: <<Voglio essere toccata da te e da te soltanto>>. Quella fu l'ultima cosa che dissi, prima di crollare con la faccia immersa nell'incavo del suo collo.

SPREMUTA
Mi sono accorta che non aggiornavo da 5 giorni e ho pensato: "Perché no? Adesso pubblico", giusto così random perché mi annoiavo e non avevo niente di meglio da fare.
Oggi sto nel mio mood da persona pigra senza nessuna voglia di vivere (ma va? Che novità, nessuno l'avrebbe mai detto), quindi boh. Torno a fare quello che stavo facendo anche prima: il nulla eterno lol

Dark || Diabolik lovers x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora