Capitolo 8

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  • Dedicata a N.H
                                    

28 Monday, October 2014

10.40 P.M

Manhattan, U.S.A

Gli alberi dei viali hanno ormai perso tutte le foglie.

I marciapiedi sono ricoperti di foglie multicolori.

Rossi, gialli, arancioni, sono tutti colori così vivi e contrastanti alla stagione che c'è.

L'altro giorno Chris si è ripresentato alla nostra porta per chiedere un coltellino per intagliare le zucche che metterà in giardino.

Quanti anni ha? Non è più un bambino.

Quando era entrato in cucina, io stavo seduta a sfogliare un libro di scuola.

"Ecco, tieni Chris." Disse mia madre, tutta cortese.

Volevo vomitare.

Non era mai così gentile con me.

È incredibile come le persone siano brave a recitare.

"Ti serve qualcos'altro? Delle candele? Sai, anche noi metteremo delle zucche in giardino, Meredith, la sorella minore di Rae, ci teneva così tanto."

Feci una smorfia.

Quando il volevo qualcosa nessuno mi accontentava mai.

"No, grazie signora, è tutto a posto." Disse Chris, gettandomi un'occhiata.

"Non ti piacciono Halloween?" Mi chiese, ora voltandosi verso di me.

Lo ignorai, e ritornai a leggere il mio libro.

Intervenne subito mia madre.

"A Rae non piacciono queste genere di cose."

"Non ci credo, ma non hai mai fatto dolcetto o scherzetto ?" Chiese, continuando a rivolgersi a me.

Silenzio tombale.

Questa volta nemmeno mia madre rispose.

Quando Kal e mamma erano ancora sposati, non festeggiavano mai questo genere di feste perché Kal le odiava, e io ho preso da lui.

Odio le feste, l'atmosfera gioiosa, le persone, ogni tipo di cosa collegata a loro, solo il cibo si salva.

"Senti, ti andrebbe di aiutarmi a intagliare le zucche? Dai, vedrai che sarà divertente." Disse, in un sorriso.

Mia madre rimase sorpresa dall'invito.

Sorrise. "Ma certo che ti aiuterà!" Rispose subito. "Avanti Rae, alzati, è domenica e non hai nulla da fare."

La fulminai con uno sguardo, e ritornai a leggere il mio libro.

"Se non lo fai, non ti darò più i soldi per comprarti i libri!" Mi minacciò.

Sospirai e mi alzai incazzata.

Mi voltai verso Chris e gli diedi un occhiataccia.

Uscimmo e sbattei la porta.

In pochi minuti, mi ritrovai a svuotare l'interno di una schifosissima zucca.

"Non è divertente?" Chiese Chris, in un sorriso.

Mi fermai per un istante e lo guardai come per dire 'Hai vent'anni, non hai davvero nulla di meglio da fare che tormentare una povera diciassettenne che vuole semplicemente stare per conto suo senza che nessuno le rompa i coglioni?".

Abbassai di nuovo il volto e ritornai a tirare fuori tutta la polpa della zucca.

Rise. "Perché non lasci che nessuno ti si avvicini?" Chiese.

"Scusa, riformulo la frase." Disse subito dopo. "Lasci mai che qualcuno ti si avvicini?"

Scossi la testa, e alzai gli occhi al cielo.

Finalmente la zucca era completamente vuota.

Presi il coltellino.

"Diventeremo mai amici?" Chiese.

Conficcai violentemente il coltellino nella zucca.

"Okay, sembra proprio un no." Si rispose da solo.

Intagliai un triangolo deforme e un altro poco più in là.

"Vorrai mai avere dei amici?"

Era la volta del naso.

Feci un piccolo cerchio.

Ero stanchissima.

Era un lavoraccio quello lì, altroché divertente.

Mi asciugai con la manica della felpa un po di sudore sulla fronte.

Ripresi il coltellino.

Provai a infilzarlo nella zucca per fare la bocca ma non riuscivo.

Era troppo dura.

"Aspetta, ti aiuto." Intervenne Chris.

Mi prese la mano e insieme, traviammo un zigzag.

Sembrava così facile con la sua mano a guidarmi.

"Fa abbastanza paura?" Chiese in un sorriso.

Mi alzai e andai qualche passo indietro.

Più che far paura, faceva ridere.

Trattenni un sorriso.

"Ah! Ti ho vista, hai sorriso!" Disse indicandomi, tutto gasato.

Feci una smorfia e mi voltai.

"Hey, ma non ti stavo prendendo in giro, è solo che non ti ho mai vista sorridere da quando sono arrivata."

Disse. "Sei bellissima quando sorridi."

Era la prima volta che qualcuno me lo diceva.

Bellissima.

Davvero potevo essere descritta con quell'aggettivo?

Sapevo che era una bugia bella e grossa ma, per un istante, gli credetti, per un istante, pensai davvero di poter essere bellissima.

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