15 Wednesday, December 2014
02.45 A.M
Manhattan, U.S.A
"Buon compleanno Rae..."
Venerdì c'è stato il mio diciottesimo compleanno.
Mamma ha insistito a invitare anche Chris, visto che non aveva nessun altro da invitare.
Non capivo perché tutto ad un tratto i miei e lui erano diventati così confidenti.
Non mi piaceva affatto.
Sempre a ridere e scherzare.
Sembrava che riuscisse a cogliere solo il meglio dalla vita.
Cenammo in casa.
Una cena come le tante altre, con una torta per dessert, tutto qui.
A tavola continuarono a parlare del più e del meno, non riuscivo a capire da dove veniva tutto il loro entusiasmo.
Meredith continuava a sporcarsi con la torta e papà e Chris parlavano di scuola.
Appena finii la mia razione di torta lasciai il tavolo e mi rintanai in camera mia.
Odiavo il mio compleanno, odiavo il fatto di esistere, odiavo me stessa, odiavo il fatto di non poter essere come tutti gli altri, odiavo il fatto di essere un dannato errore per cui nessuno avrebbe mai potuto fare niente.
Chiusi la porta e mi accasciai a terra contro il muro.
Respirai profondamente e cercai di rilassarmi.
Sto bene.
Continuavo a ripetermi.
Cazzata.
Come potevo sperare di riuscire a mentire a me stessa?
La porta si aprì ed entrò Chris, con un pacco in mano.
"Rae..." Mi chiamò.
Abbassò lo sguardo e mi vide.
Sorrise.
Chiuse la porta e si sedette accanto a me.
"Allora, come ti senti ad avere diciott'anni?"
Feci una smorfia e mi voltai dalla altra parte della stanza.
"Tieni, non ti ho ancora dato il mio regalo." Disse, e mi porse il pacco.
Gli diedi un'occhiata.
Lo presi e lo scartai.
Era un set di pennelli, acquarelli e fogli da disegno.
Ne rimasi sorpresa.
"Ti piace?" Chiese, ansioso.
Annuii lentamente, continuando a fissare il regalo.
"Rae..?"
Mi voltai verso di lui.
Mi guardò dritta negli occhi. "Perché ti ostini ad esiliarti dal resto del mondo?" Chiese.
Il sorriso svanì dal mio volto.
Fissai il pavimento grigio, e le urla della notte in cui Kal se ne andò rimbombarono nella mia mente.
Errore.
Le lacrime scesero lentamente, senza nemmeno che me ne accorgessi.
Ero al limite della sopportazione.
Prima o poi sarei scoppiata, ne ero sicura.
"Errore..." Mormorai, così silenziosamente, che sembrò quasi non avessi detto nulla.
Fu la prima volta in cui dissi qualcosa.
Chris mi guardò confuso e sorpreso.
"Rae.." bisbigliò "..non piangere, Rae.."
Mi avvolse tra le sue braccia e disse : "È tutto a posto, sul serio, non piangere.."
Le sue parole mi arrivarono come un lontano eco.
"È tutto a posto."
Continuò a ripetere.
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Escape #Wattys2018
Teen Fiction"Sono un errore, e gli errori vanno cancellati." 2014 © All Rights Reserved