31 Thursday, October 2014
11.50 P.M
Manhattan, U.S.A
L'altro ieri c'è stato il ballo scolastico.
Non ci sono andata, e mia madre, fortunatamente non mi aveva costretta ad andarci.
Era uscita con con Richard e Margareth per andare ad una festa organizzata da certe persone dell'alta società.
Mi avevano invitato, ma non avevo voluto.
Già non sopporto le persone normali figuriamoci quelle dell'alta società.
Richard era un tipo a posto, non beveva, non fumava, non giocava d'azzardo e nonostante fosse di una famiglia ricca, non si dava molte arie.
Da mamma l'ha conosciuto è stato sempre molto gentile con me anche se io non lo ero.
A differenza di altri uomini, non ha insistito a parlarmi quando ha capito che non gli avrei risposto.
Verso le 21.30, iniziarono a suonare alla porta i bambini, pronunciando la solita frase dolcetto o scherzetto?
Quant'erano odiosi.
Ogni volta che li vedevo di fronte alla porta, gliela chiudevo immediatamente in faccia.
Sospirai e andai in cucina a prendermi un pacchetto di patatine.
Suonò di nuovo la campanella.
Alzai gli occhi al cielo e andai ad aprire.
Questa voltai ritrovai di fronte a Chris.
"Avresti un pacchetto di caramelle da darmi? Sai, li ho finiti tutti."
Avrei avuto una gran voglia di chiedergli : "Ma hai mai qualcosa in quella tua dannata casa?"
Era la prima volta in assoluto, nella quale desideravo parlare.
Mi scansai e lo feci entrare.
Andai in cucina e aprii l'armadietto.
L'ultimo pacchetto di caramelle.
Gliele passai e uscii dalla stanza.
"Grazie mille." Disse in un sorriso.
Guardai da un altra parte e incrociai le braccia.
"Sei a casa da sola?" Chiese.
Feci una smorfia.
"Se ti annoi puoi venire da me."
Sbuffai.
"Mi odi così tanto?" Domandò.
Non lo odiavo davvero, non potevo, visto che tutto quello che cercava di fare era solo di socializzare, ma non riuscivo.
Per quanto ci provassi, non riuscivo a essere allegra e simpatica come tutte le altre.
Sentivo che se avessi abbassato per un istante la guardia, me ne sarei pentita.
Non volevo legarmi a nessuno, nessuno, perché sapevo che prima o poi, avrei combinato qualcosa che avrebbe rovinato tutto.Il problema ero io, solo io.
Ero l'errore che aveva fatto separare i miei genitori e sarei stata l'errore del quale Chris si sarebbe pentito.
No, non potevo.
Strinsi le mani in un pugno, e alzai il volto verso di lui.
Annuii, rispondendo alla sua domanda.
Non rispose ma si avvicinò lentamente a me.Sorrise e mi sfiorò una guancia con la sua mano.
Non so il perché, ma quel sorriso mi rese ancor più vulnerabile.
Abbassai gli occhi e guardai assente il pavimento.
"Non mi odi davvero." Disse. "Ma se fosse realmente così, sappi che io non mi arrenderò, e ti farò cambiare idea."Mi alzò il mento e mi guardò direttamente negli occhi.
Era la prima volta che ce li avevo così vicini.
Erano di un bellissimo azzurromare, contrastanti ai suoi capelli marrone scuro.
"Non mi arrenderò." Ripetè, in un bisbiglio.
Rimasi ipnotizzata da quel sguardo.
Proprio in quel momento, mamma, Richard e Margareth, entrarono.
Mi allontanai da Chris e salii le scale fino ad arrivare in camera mia.Mi distesi nel letto e restai a guardare il soffitto bianco.
Non devi abbassare la guardia, mi ripetevo, non devi abbassare la guardia.
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Escape #Wattys2018
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