Parigi poteva dirsi una delle più belle città al mondo. Con le sue meraviglie, non smetteva mai d'esser magica. Soprattutto d'inverno, quando la Senna si ricopriva d'un sottile strato di neve e la Torre Eiffel sfoggia la sua luminosità, grazie alle serie di luci natalizie che vi si avvolgevano attorno.
Lucas amava la sua città. Non l'avrebbe cambiata neanche per tutto l'oro del mondo. Seppure, di tanto in tanto, aveva pensato di far le valigie e scappar via. Lontano da tutto e tutti.
Non l'aveva, però, mai fatto seriamente. Lasciare un posto sicuro, per qualcosa di insicuro, non era proprio nei suoi piani. Seppure, non gli sarebbe dispiaciuto visitare posti nuovi.
Lucas l'eterno indeciso, o almeno, così gli amici l'avevano chiamato. Non era in grado di prendere una decisione definitiva. O forse sì. Il tutto, dipendeva dalla situazione in se.
Il più delle volte, lasciava decidere al caso. Puntualmente, però, non era mai contento della scelta. Insomma, un vero disastro.
«Forse dovrei cercarmi qualcosa da fare. Mika ha perso il conto delle volte in cui m'ha detto di alzarmi dal divano» borbottò il castano, rivolto ad un Yann troppo preso dai suoi videogiochi.
Lucas sbuffò e si alzò, appunto, dal divano per recuperare dal frigo qualcosa da bere. Una volta afferrate due birre ed un pacco di patatine al formaggio, tornò a sedersi accanto all'amico.
«Wow, Yann. Sei davvero di compagnia. Grazie per essere venuto!» esclamò, ironicamente, seguito da un Yann che ridacchiava.
«Scusa, è che questo maledetto non mi da per niente tregua» aggiunse, il moro, scuotendo la testa e sbuffando ad un'ennesima sconfitta. Recuperò una birra dalle mani del castano e la stappò, per poi prenderne un sorso.
«Ho sentito dire in giro che un pittore emergente, cerca urgentemente un apprendista. Sei bravo a scarabocchiare, potresti provarci» lo informò l'amico, sollevando le spalle.
A Lucas non pareva una bella idea. Ma qualcosa doveva pur fare, per spezzare la monotonia che aveva oramai preso parte alla sua vita quotidiana.
«Magari darò un occhiata. Però, sono sicuro che non è per niente il mio posto, amico. Insomma, mi ci vedi con un pennello ed una tavolozza tra le mani?» domandò, agrottando le sopracciglia.
La risposta era no. Lucas non faceva altro che stringere il controller, tra le mani. Non prendeva una penna o una matita da quando aveva dato gli esami di fine anno. Il che, poteva essere tanto postivo, quanto negativo.
No, forse soltanto negativo. Ma non era più un suo problema. Ormai Lucas aveva terminato gli studi e non aveva la banchè minima intenzione di riprenderli.
Pero tra i suoi pensieri, si rese conto che una mano dell'amico s'era poggiata sul suo ginocchio. Il castano arrossì violentemente, scuotendo la testa per riprendersi.
«Scusa, scusa. Dicevi?» domandò, allora, affondando i denti nel labbro inferiore. Che figuraccia.
«Adesso devo scappare. Ma tu promettimi che andrai a dare un'occhiata a quella cazzata della pittura» borbottò, il ragazzo di colore.
Lucas si preoccupò di annuire solamente, abbozzando una mezza risata.
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colors || eliott + lucas
Fanfic«fermo così.» mormorò, il corvino. «sarà il mio più grande capolavoro.» continuò. [ N. B: per MIA scelta personale, ho deciso di omettere il disturbo di personalità di Eliott, in quanto argomento fin troppo delicato. Ho paura di non riuscire a tratt...