Era passato un mese da quando Lucas aveva lasciato la bottega di Eliott. Non l'aveva più sentito, neanche visto.
Da un lato, ne era sollevato. Non voleva certo incontrarlo e restare in silenzio, o magari piangere. Dall'altro lato, invece, sperava sempre di incrociarlo in strada, al bar dove l'aveva visto l'ultima volta.
Gli mancava. Perché infondo non gli era mai passata quella specie di cotta che si era preso per lui.
E dunque una mattina, senza un perché, decise di mettere uno zaino in spalla e andare a trovarlo.
In quel mese tutti gli avevano intimato di farlo, ma aveva sempre rifiutato. Si sarebbe fatto del male.
Quella mattina, però, si sentiva particolarmente coraggioso. E dunque, lasciò l'appartamento, per ripercorrere ancora quella strada che, un mese prima, faceva ogni mattina.
Questa volta, però, l'aveva fatto in bicilcetta. Non aveva la minima intenzione di camminare a piedi. Faceva particolarmente caldo e voleva arrivare a destinazione senza sudare troppo.
Una volta poggiata la bici contro il muro, un vizio che non avrebbe mai rimosso, prese un respiro profondo. Si avvicinò dunque alla porta e la spinse con delicatezza, affacciandosi all'interno.
Eliott era di spalle, aveva tagliato i capelli ed era occupato nel dipingere una tela, dove un disegno vi era abbozzato a matita.
Accanto a lui c'era Apolline, che osservava la scena con un sorriso. Doveva essere un altro dei suoi ritratti.
Ma la giovane si accorse che la porta s'era aperta e dunque, si girò in direzione di essa. Il sorriso le si spense quando scoprì che era proprio lui, Lucas.
Diede una piccola spinta al fratello, che dopo un breve lamento, si voltò a guardare il giovane a sua volta. E, al contrario della sorella, il suo sorriso s'allargò.
Lucas entrò nella bottega, poggiando lo zaino accanto alla porta ed avanzando qualche passo verso la sua solita postazione.
Con stupore, notò che i pennelli erano ancora poggiati lì, con cura. E soprattutto, erano puliti.
Che Eliott li avesse rimasti lì di proposito?
Non avrebbe mai avuto una risposta. Ma gli piaceva pensarla in quel modo. In qualche maniera, lo faceva sentire un briciolo importante.
«Io - mi sono appena ricordata di dover fare la spesa.» La giovane dai capelli lunghi e scuri recuperò la borsa e dopo aver lasciato un bacio sulla guancia del fratello, si liquidò.
Lucas aveva capito che non aveva alcuna spesa da fare. Voleva solo lasciarli soli. E questo portò il più basso ad un livello d'ansia maggiore rispetto a quello che aveva raggiunto prima di entrare in quel posto.
Doveva ammettere che gli mancava. Gli mancava pulire i pennelli, sentire l'odore di pittura ed acrilico, essere circondaro d'opere d'arte. Ma di più, gli mancava ascoltare le melodie appena accennate dal corvino, mentre dipingeva oppure era occupato in qualche faccenda.
Scacciò quei pensieri, proprio quando Eliott lo raggiunse e poggiò la tavolozza sul tavolo in legno.
Si guardarono per più di un istante. Non c'era bisogno di parole, riuscivano a capirsi al volto, anche restando in silenzio.
E quel silenzio sembrava gridare tante cose lasciate in sospeso, tanta amarezza, ma anche tanta voglia di far combaciare quelle labbra ancora una volta.
Ma era sbagliato.
Lucas sapeva che lo era. Non aveva intenzione di soffrire ancora. O meglio, d'aggiungere sofferenza a quella che già stava provando.
E dunque lo superò, lasciandolo alle spalle, e raggiunse i quadri poggiati sul pavimento. Erano nuovi, probabilmente avevano pochi giorni.
Si accovacciò e li guardò uno ad uno, passandovi le dita sopra. Ma uno di essi aveva attirato la sua attenzione.
Era una tela bianca, con uno schizzo di nero al centro che andava a sfumarsi man mano che cresceva.
Si chiese il significato di quel dipinto. Ma non dovette aspettare molto, prima di sentire la voce altrui invadergli le orecchie.
«Quello sono io, Lucas. Io, senza di te.» Mormorò il corvino, avanzando qualche passo verso di lui.
Ma si fermò. E questo Lucas lo percepì. Ed un po' ci rimase male.
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colors || eliott + lucas
Fanfiction«fermo così.» mormorò, il corvino. «sarà il mio più grande capolavoro.» continuò. [ N. B: per MIA scelta personale, ho deciso di omettere il disturbo di personalità di Eliott, in quanto argomento fin troppo delicato. Ho paura di non riuscire a tratt...